[ERWITT, NEL GIORNO DEL BACIO]
Sono tre anni che celebriamo la giornata mondiale del bacio: prima con Doisneau (era ovvio) poi con Bresson; così quest’anno abbiamo pensato a Erwitt, perché autore di un’immagine diventata iconica. Puntualizziamo un dato, di “Kiss Day” ne esistono tanti: il 13 aprile (giorno del bacio più lungo), il 22 giugno negli USA, il 13 febbraio in India. Noi abbiamo sempre ricordato quello nato in Inghilterra, trentuno anni addietro (1990). La data comunque non importa. Sono la fotografia e i suoi autori a guidarci, per un gesto (quello del bacio) che ha interessato un po’ tutti: poeti, scrittori e pittori; ed anche gli interpreti di cinema e televisione.
Quest’anno, dicevamo, abbiamo scelto uno scatto di Elliott Erwitt, visto più volte, bello (e buono) per l’atmosfera che si respira e la formalità della composizione. Il sorriso di lei aggiunge al gesto la giusta felicità, mentre il mare sfocato restituisce intensità al tutto. C’è poi lo specchietto, il frame nel frame. Ottimo. Elliott Erwitt è stato ospite, in copertina, di Image Mag nel numero Marzo-Aprile 2015.
Elliott Erwitt riflessioni.
Tempo addietro, in una cena con amici, ci siamo detti come sarebbe stato bello poterci curare la biblioteca a vicenda: tra letteratura, saggi e fotografia. Si è parlato di Lev Nikolaevic Tolstoj e altri classici, di Calvino assieme a molti autori; ma in fotografia, l’eco è stato unanime: in una biblioteca non può mancare una pubblicazione di Elliott Erwitt. E’ una questione culturale, ma anche di sopravvivenza. Il nostro riavvicina alla fotografia chiunque voglia affrontarla: l’appassionato, come l’agnostico; e non si tratta di una facilità alla lettura, bensì di quella leggerezza profonda che guida a comprendere, restituendo anche il gusto di guardare, di voltare pagina, per arrivare fino in fondo: all’ultima immagine. Il risultato non è da poco: per raggiungerlo occorre umiltà e ironia nei confronti di se stessi, tanta simpatia, generosità e indulgenza nei confronti degli altri; ma soprattutto un’intelligenza infinita, quella che permette di sovvertire l’ordine delle cose.
Erwitt ha pubblicato e mostrato centinaia di sue fotografie; e noi le abbiamo sempre guardate con golosità. Alla fine di una sua mostra, avremmo voluto ricominciare; così come all’ultima immagine di un suo libro. I suoi scatti ci mancano sempre, perché ci portano altrove, lontano, dove l’umorismo va a braccetto con la malinconia e l’umanità. Conoscere Erwitt significa entrare in una sindrome di astinenza, difficile da curare se non con la sua guida e lo sforzo che ci comporta. Il nostro ci avvicina al significato delle sue icone, ma alla fine siamo soli: in un ultimo chilometro dove spesso ci guardiamo indietro, alla ricerca del fotografo, ma soprattutto dell’amico e, quindi, dell’uomo.
La fotografia. California (USA), 1956. Elliott Erwitt.
Elliott Erwitt, Kiss Day, 5 Luglio, giornata mondiale del bacio