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[UN PIRELLI MUSICALE]

La notizia non è dell’ultima ora, già a giugno era arrivato l’annuncio sui social del musicista canadese Bryan Adams. Sarà lui l’autore del prossimo Calendario Pirelli. La musica sarà protagonista. Cher, Grimes, Jennifer Hudson, Normani, Rita Ora, Bohan Phoenix, IggyPop, St. Vincent, Kali Uchis e Saweetie saranno i soggetti delle fotografie, musicisti immortalati tra le strade di Los Angeles e di Capri.

Un calendario “On The Road”

Questo il titolo dell’edizione 2022 di The Cal, scelto dall’autore, dove gli artisti saranno immortalati nella loro vita in movimento.

Un anno perso

L’edizione 2021 del Calendario Pirelli non è stata pubblicata causa pandemia. Per ritrovare un The Cal bisogna tornare al 2020, quando un italiano, Paolo Roversi, firmava il suo “Looking for Juliet”. Ispirandosi al dramma shakespeariano, il fotografo ravennate era andato “alla ricerca della Giulietta che esiste in ogni donna”. Le protagoniste della 47^ edizione di The Cal sono state: Claire Foy, Mia Goth, Chris Lee, Indya Moore, Rosalía, Stella Roversi, Yara Shahidi, Kristen Stewart ed Emma Watson.

Il Pirelli, un po’ di storia

Il calendario Pirelli è senza fini commerciali. Viene stampato in numero limitato e regalato ad una stretta élite di persone. E’ nato da un’idea di Derek Forsyth negli anni ’60. Forsyth, a quei tempi responsabile dell’Ufficio Pubblicità, decise di abbandonare i tanti gadget che la Pirelli regalava per concentrare il budget su un calendario.

Il primo calendario fu del 1963 a cura del fotografo Terence Donovan: dodici modelle con dodici prodotti Pirelli tra i più venduti, in dodici diverse aree di esportazione. Il Calendario Pirelli non venne pubblicato tra il 1975 e il 1983 a causa della recessione economica mondiale.

Il calendario del 1984 (fotografato da Uwe Ommer) veniva regalato a chi comprava due pneumatici. In pratica per la prima volta fu a disposizione del grande pubblico. La modella più fotografata è Isabeli Fontana, presente su ben 8 edizioni. Per festeggiare i 50 anni di The Cal, la Pirelli ha pubblicato una versione censurata nel 1986 a firma di Helmut Newton.

Quella del 2013 è stata l’unica edizione senza nudo. Gli scatti di Steve McCurry erano dedicati al sociale.

Ben tre donne hanno firmato gli scatti del calendario Pirelli: Sarah Moon (1972), Annie Leibovitz (2000 - 2016) e Inez van Lamsweerde (2007).

Bryan Adams

Bryan Adams è un musicista fotografo, come Lou Reed e Patti Smith. Lui, però, ha cavalcato l’immagine da vero professionista, quasi cambiando mestiere; e nel tempo ci ha restituito ritratti di personaggi famosi, musicisti e non; tra questi: Morrissey, Ben Kingsley, Amy Winehouse, Michael Jackson, Louise Bourgeois, Lindsay Lohan e Judi Dench. Tra l’altro, un suo scatto dedicato alla regina Elisabetta II è diventato un francobollo delle poste inglesi. Parlare di Bryan Adams, quindi, ci impone un occhio di riguardo nei confronti della “sua” fotografia, così ci accorgiamo che si è specializzato in ritratti e moda, riuscendo a catturare la personalità e la sensibilità dei suoi soggetti: soprattutto attori, modelle e personaggi del mondo della musica e delle arti visive. Oggi è un collaboratore di riviste come Vogue, Harper Bazaar e Elle.

Bryan, però, è un valente musicista e questo ci suggerisce qualche riflessione tra il mondo delle note e l’immagine. “La fotografia è muta, la musica è cieca”, ci dice Michele Smargiassi; ma qualche rapporto, tra le due, dobbiamo trovarlo, anche perché tanti sono i fotografi che si sono avvicinati, con perizia, all’uso di uno strumento musicale. Ansel Adams fino a vent’anni era un pianista promettente; Weegee, come secondo lavoro, accompagnava col violino i film muti; Eugene Smith, William Eggleston, “Chim” Seymour, tutti suonavano benino qualcosa. Esiste anche un viceversa: Graham Nash è stato un pioniere della stampa digitale, mentre Madonna è una collezionista, nonché un’eccellente conoscitrice di foto. E ci sarà qualche ragione se Paul McCartney sposò una fotografa. Già Linda McCartney era una fotografa, dedita al rock ma non solo. Come dimenticare poi Fabrizio Ferri? Lui addirittura è un compositore sinfonico e ha diretto una propria opera per la riapertura del San Carlo di Napoli. Tra gli orchestrali c’era Sting, un suo amico.

C’è comunque dell’altro: chi ha visitato uno studio fotografico trovandolo privo di musica? E poi, quanti poster sono stati dedicati ai “divi” musicali? Quelli che le ragazzine affiggevano nella loro stanza? Possiamo immaginarci l’ascolto senza personaggio? Una canzone senza l’espressione di chi la canta? Se non altro l’immagine ha costretto la musica a mostrarsi, a rendersi maggiormente palese, quasi a spettacolizzarsi. È un po’ quello che sta accadendo alla radio, dove dal “Lupo Solitario” si è passati ai divismi della Web Radio o dei Canali TV.

La fotografia ha senz’altro avuto influssi importanti sulla musica, sul modo di viverla, sui comportamenti degli addetti ai lavori: non c’è rock’n’roll senza la sfrontatezza del corpo esibito, non c’è pop senza il look delle star; morale, per farsi sentire, bisogna prima farsi vedere.

La fotografia ha convinto la musica a farsi spettacolo; ma la musica ha cambiato la fotografia? Oggi convivono fianco a fianco, liquide e indicizzate; spesso nel medesimo contenitore. Entrambe si accarezzano, completandosi: quasi a toccarsi; è il bello dell’arte e del pensiero, che alle volte vive per immagini. Tornando al nostro, si potrebbe dire: “Adams la spintina l’ha avuta; facile diventare famoso quando lo si è già”. Crediamo si tratti comunque anche di vicinanza culturale, con gli addetti ai lavori quindi, con l’ambiente, con la musica. Sta di fatto che Bryan ha ritratto anche personalità differenti, ma pure gente comune. Insomma, fotografi d’autore non lo si diventa per raccomandazione e nemmeno unicamente per assonanze di soggetto. La dote bisogna coltivarla prima, senza inventarsi nulla. Non a caso, sempre Adams ha pubblicato su molte riviste famose, fondando addirittura un giornale di fotografia. A Vienna, anni addietro, ha esposto una sua retrospettiva: il cerchio si chiude.

Per completezza, ricordiamo come la discografia di Bryan Adams sia particolarmente fitta: dieci Album (più due dal vivo) e sessanta singoli. Il brano (Everything I Do) I Do It for You è stato inserito nella colonna sonora del film Robin Hood, Principe dei ladri (1991), interpretato da Kevin Costner. La canzone, che ha vinto anche un Grammy Award, è stata venduta in dieci milioni di copie.

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