[GJON MILI, IL FOTOGRAFO DEL TEMPO]
In fotografia, ma anche tra appassionati, si parla spesso di luce e tempo. In effetti, l’arte dello scatto si occupa di entrambe le componenti: scrivendo e documentando momenti che rimangono fissati in quel “sempre” che diventa l’ambizione di molti. Gjon ha sminuzzato il tempo degli istanti ravvicinati, portando alla luce (è il caso di dirlo) l’analisi di ciò che si muove, invisibile all’occhio nudo. Ne è rimasto affascinato anche Pablo Picasso, che ha disegnato nel nulla soggetti poi diventati palesi alla fine del processo fotografico. E’ una fotografia diversa, quella Gjon ci mostra; in due ambiti: stroboscopico e “pittorico”. Su LIFE i suoi lavori ebbero successo, e tanto basta. Resta comunque l’impatto dell’originalità, che poi vive per il fatto di aver utilizzato tecniche relegate al solo in ambito scientifico.
Gjon Mili è nato a Coriza (Albania) il 28 novembre 1904. Dopo aver frequentato la scuola al Gheorghe Lazăr National College di Bucarest, è emigrato negli Stati Uniti nel 1923, dove ha intrapreso gli studi ingegneria al Massachusetts Institute of Technology. Dopo la laurea, Mili ha lavorato come ingegnere ricercatore per Westinghouse, conducendo esperimenti con Harold Edgerton del MIT (anche lui fotografo). Questi esperimenti hanno portato allo sviluppo di luci a filamento di tungsteno per la fotografia a colori, una svolta nel settore. A quel tempo, Mili stava anche sperimentando immagini stroboscopiche e stop-action. Queste innovazioni, insieme alla pratica fotografica da autodidatta di Gjon Mili, hanno portato il suo lavoro all'attenzione della rivista Life.
Nel 1939 Mili iniziò a collaborare con Life come fotografo freelance, posizione che ha ricoperto fino alla sua morte (Stamford, Connecticut, 14 febbraio 1984). Ha viaggiato in lungo e in largo per i suoi incarichi, producendo migliaia di fotografie circa una moltitudine di soggetti. I suoi scatti d'azione di eventi sportivi e teatrali, in particolare di ballerini, hanno riscontrato grande attenzione e sono stati tra i primi nel loro genere. Le sue innovazioni come ricercatore dell'illuminazione gli avevano permesso di ritrarre la meccanica della cinetica umana in un modo completamente nuovo, che consentiva di scattare più immagini in un singolo fotogramma, essenzialmente la fotografia stop-motion pionieristica . Queste opere hanno fornito una comprensione più profonda del movimento e della grazia del corpo a un pubblico generico. Mili ha anche lavorato alla realizzazione di ritratti memorabili di celebrità e artisti, che nel 1949 lo hanno portato a incontrare Pablo Picasso.
Pablo Picasso e Gjon Mili
Nel 1949 Gjon Mili fu inviato da Life Magazine a casa di Pablo Picasso a Vallaruis, nel sud della Francia, per una sessione fotografica. Originariamente l’artista avrebbe concesso a Mili solo 15 minuti del suo tempo. Tuttavia, dopo che il fotografo ha mostrato a Picasso le sue immagini della famosa pattinatrice sul ghiaccio, Carol Lynne, che volteggia e salta con le luci attaccate ai suoi pattini, il pittore ne è rimasto sbalordito e dopo la sessione iniziale di 15 minuti si è aperto a ulteriori collaborazioni. In effetti, Gjon Mili ha collaborato con Pablo Picasso in cinque sessioni fotografiche aggiuntive per creare oltre trenta immagini iconiche di Picasso che sembra disegnare con la luce.
Utilizzando una piccola lampadina elettrica portatile, Mili ha fotografato l'artista in una stanza buia, con due fotocamere: una posizionata di lato, l'altra di fronte. Lasciando aperti gli otturatori delle fotocamere, Mili è stato in grado di catturare la luce di Picasso che si muoveva nell'aria, delineando le forme e figure. Quando le immagini furono mostrate al Museum of Modern Art di New York City, nel 1950, Picasso poté vedere per la prima volta i disegni da lui e creati con Mili, invisibili a occhio nudo nel momento del loro concepimento: solo lo sviluppo del processo fotografico li aveva alla vita. Questa serie divenne nota come i Light Drawings di Picasso, schizzi effimeri che sopravvivono grazie al potere della fotografia innovativa e giocosa di Mili.
Mili è anche noto per aver diretto il cortometraggio Jammin' the Blues (1944), che ha documentato le esibizioni di Lester Young e Red Callender fortemente illuminate, su uno sfondo nero, a oggi considerato un punto di riferimento nel modo in cui i musicisti dovrebbero essere filmati. Negli anni '40 Mili è stato assistente del fotografo Edward Weston.
Le fotografie
Il ballerino Gene Kelly mostra il suo grande “jetee” da balletto in questo studio stroboscopico. Fotorafia di Gjon Mili.
L'artista Pablo Picasso usa la torcia per disegnare una luce nell'aria. Fotografia di Gjon Mili