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[L’ULTIMO GLADIATORE]

Russell Crowe, è a suo agio nell'impersonare un'enorme varietà di emozioni: da una dolcezza disarmante, fino una brutalità minacciosa e palpabile. Tale qualità appartiene solo ai grandi attori. Russell Crowe mette in mostra inoltre una virilità di vecchio stampo, rara a trovarsi, oggi, nel cinema americano e anche altrove. Ci viene in mente, per assonanza, Kirk Douglas nel film “Spartacus”, il capolavoro di Stanley Kubrick (1960) capace di vincere 4 Oscar e un Golden Globe. La mascolinità è la stessa.

Russell Ira Crowe è nato il 7 aprile 1964 a Wellington, in Nuova Zelanda, da Jocelyn Yvonne (Wemyss) e John Alexander Crowe, i quali si occupavano di set cinematografici. Suo nonno materno, Stanley Wemyss, era un direttore della fotografia. Gli antenati di Crowe avevano provenienze gallesi (in Galles nacque suo nonno paterno, a Wrexham), inglesi, irlandesi, scozzesi, norvegesi, svedesi, italiane e maori (una delle bisnonne materne di Crowe, Erana Putiputi Hayes Heihi, era maori).

La famiglia di Crowe si trasferì in Australia quando lui era un bambino, stabilendosi a Sydney, e Russell Crowe venne contagiato presto dalla recitazione. Iniziato come un bambino protagonista in un programma televisivo australiano locale, la sua prima grande occasione arrivò con due film: Skinheads (1992), che gli è valso la notorietà in tutta la comunità cinematografica australiana; e “Tutto ciò che siamo” (1994), che lo fece conoscere nei circuiti americani. Sharon Stone ha sentito parlare di lui per via di Skinheads (1992) e lo voleva per il suo film “Pronti a morire” (1995). Le riprese di “Tutto ciò che siamo” (1994) erano già iniziate e si dice che Sharon abbia aspettato di avere il suo pistolero-Crowe per il suo film. Con Pronti a morire (1995) alle spalle, gli venne offerto subito dopo “Virtuality” (1995), con Denzel Washington, dove Russell impersonava un Virtual Serial Killer. “LA Confidential” (1997), il terzo film americano di Russell, gli ha portato la fama e l'attenzione negli Stati Uniti. Ha poi girato il suo primo film con The Walt Disney Company, “Mistery, Alaska” (1999). Sono quindi arrivati i trionfi con “Il gladiatore” (2000), per il quale ha vinto l'Oscar come miglior attore, e “A Beautiful Mind” (2001).

[Le fotografie]

Russel Crowe fotografato da Martin Schoeller.

Russel Crowe fotografato da Annie Leibovitz sul set del film Les Miserables (2012)

[Il fotografo, Martin Schoeller]

(Fonte: sito dell'autore)

Martin Schoeller (tedesco, nato nel 1968) è uno dei più importanti fotografi ritrattisti contemporanei al mondo. È noto soprattutto per i suoi ritratti ravvicinati.

Cresciuto in Germania, Schoeller è stato profondamente influenzato dagli innumerevoli ritratti dei poveri, della classe operaia e della borghesia di August Sander, nonché da Bernd e Hilla Becher, che hanno generato una scuola di tipologia fotografica nota come Becher-Schüler. I ritratti ravvicinati di Schoeller enfatizzano, in egual misura, i tratti del viso dei suoi soggetti - leader mondiali e gruppi locali, star del cinema e senzatetto, atleti e artisti - livellandoli in modo intrinsecamente democratico.

Schoeller ha studiato fotografia alla Lette Verein e si è trasferito a New York a metà degli anni '90, dove ha iniziato la sua carriera. Producendo ritratti di persone incontrate per strada, il suo lavoro ha presto ottenuto riconoscimenti per il suo forte impatto visivo e dal 1998 ha contribuito a pubblicazioni su: National Geographic, The New Yorker, Vanity Fair, TIME, The New York Times Magazine, Rolling Stone e GQ.

Il lavoro di Martin è apparso in molte importanti campagne pubblicitarie che vanno da prodotti farmaceutici, automobili e intrattenimento. Il suo lavoro ha vinto molti premi, ma più recentemente ha ricevuto elogi per la sua immagine di Colin Kaepernick nella campagna Nike "Just do it", che ha vinto una prestigiosa matita nera D&AD e il Grand Prix a Cannes. Alcuni altri clienti pubblicitari includono: KIA, Chevron, Allstate, HBO, Coca-Cola, AT&T, Mercedes, DreamWorks, Southwest Airlines, GE e Johnnie Walker.

I ritratti di Schoeller sono esposti e collezionati a livello internazionale, apparendo in mostre personali in Europa e negli Stati Uniti, nonché parte della collezione permanente della National Portrait Gallery, Smithsonian Institution, Washington, DC. Martin vive e lavora a New York City.

[Annie Leibovitz, una conferma]

Annie Leibovitz dimostra ancora una volta di essere una fotografa di contesti. Forse ha ragione Ferdinando Scianna (nel libro “In viaggio con Veronica”) quando dice che lei non è una ritrattista pura, ma un’autrice che combina con abilità personaggio e scena. Non è un caso che proprio la Leibovitz abbia messo in fotografia tutte le fiabe raccontate da Walt Disney. Il ritratto di Russel Crowe che vediamo proviene da alcuni scatti che ritraggono i protagonisti del film Les Miserables, l’adattamento cinematografico del grande spettacolo teatrale di Broadway. La pellicola è diretta da Tom Hooper (premio Oscar per Il Discorso del Re). Il film è basato sull'omonimo musical tratto dal celebre romanzo (I Miserabili) che Victor Hugo scrisse nel 1862.

[La fotografa, Annie Leibovitz]

Annie Leibovitz nasce il 2 ottobre 1949 a Waterbury, nel Connecticut. Era uno dei sei figli di Sam, un tenente dell’aviazione, e Marilyn Leibovitz, un’istruttrice di danza moderna. Ha viaggiato gli USA in lungo e in largo e forse, al finestrino della Station Vagon paterna ha sviluppato quella sensibilità fotografica che oggi conosciamo. Grande appassionata di Avedon, nel 1967 si iscrive al San Francisco Art Institute, dove ha sviluppato l’amore per la fotografia .

Nel 1970 si presenta alla rivista rivista Rolling Stone. Impressionato dal suo portfolio, l’editore non esita ad assumerla. Nel giro di due anni, Annie ne ha 23, è capo fotografo. Nel 1975 la rivista le ha offerto l'opportunità di accompagnare la band dei Rolling Stones nel loro tour internazionale. Nel 1983 la Leibovitz lascia Rolling Stone per la rivista Vanity Fair, dove diventerà autrice di molte copertine di personaggi celebri; ricordiamo, tra questi, Demi Moore in dolce attesa e Whoopi Goldberg semisommersa in una vasca da bagno piena di latte.

Durante la fine degli anni 1980, la Leibovitz ha iniziato a lavorare su una serie di campagne pubblicitarie di alto profilo. Tra queste quella per l’American Express "Abbonamento", per la quale ha ritratto celebrità del calibro di Tom Selleck e Luciano Pavarotti.

Annie è considerata una delle migliori fotografe americane, particolarmente per quanto attiene al ritratto. Nel 1999 ha pubblicato il libro Women, che è stata accompagnato da un saggio dell’amica Susan Sontag. Nella pubblicazione Leibovitz ha presentato una serie d’immagini femminili: dai Giudici della Corte Suprema, fino alle showgirl dello spettacolo.

Di Annie ricordiamo la fotografia dove John Lennon (completamente nudo) è avvinghiato a sua moglie Yoko Ono. Si tratta dell'ultimo ritratto dedicato all’ex Beatles. E’ L'8 dicembre 1981. Poche ore dopo la posa per questa fotografia, Lennon fece due passi fuori dalla sua residenza a New York. Lì è stato colpito a morte da Stalker Mark David Chapman.

Nel gennaio del 1981 (22 gennaio), l'immagine è apparsa sulla copertina della rivista Rolling Stone. Anni dopo la Leibovitz ha raccontato che quando Lennon ha visto il primo test Polaroid delle riprese, si era espresso così: "Hai catturato esattamente il nostro rapporto".

Anche Lavazza ha affidato un lavoro importante alla fotografa statunitense, la campagna pubblicitaria che il brand italiano del caffè ha lanciato, nel 2009, in 15 paesi. Si trattava di fotografare cinque top model italiane per il calendario The Italian Espresso Experience 2009. Eva Riccobono, Elettra Rossellini Wiedemann, Alessia Piovan, Gilda Sansone e Kate Ballo, sono diventate le protagoniste del viaggio paradossale che la fotografa americana ha intrapreso sfruttando i “luoghi comuni” dell’italianità: quelli che hanno reso famoso il Made in Italy in tutto il mondo. Annie ha mescolato, con ironia e classe, i luoghi famosi, la moda, i set cinematografici, le belle donne, gli spaghetti e le immancabili tazzine di caffè. La Leibovitz ha messo in scena la nostra Italia, ben consapevole che gli stessi italiani amano la teatralità, il divertimento e la bella vita.

Un’altra campagna famosa portata avanti da Annie è quella relativa alle fiabe Disney. La stessa doveva reclamizzare i parchi divertimenti. Lei ha usato la sua capacità di ritrarre le celebrità.

Annie Leibovitz continua a essere richiesta come fotografa ritrattista, per ritrarre le celebrità di oggi.

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