[IL TERREMOTO DI SAN FRANCISCO]
18 Aprile 1906, un’onda violenta percorre la città, che diventa una coperta sbattuta dal vento. Sono le 5,12 del mattino. San Francisco viene ridotta in macerie, tutte ricoperte da un fumo nero, intenso e polveroso. Un terremoto di magnitudo 8.3 aveva sovvertito la metropoli, che dopo le scosse vide accendersi cinquanta incendi, difficili da domare. Con l’evento sismico si era interrotto l’approvvigionamento idrico, così san Francisco bruciò per tre giorni. Il bilancio finale spaventa ancora oggi: circa tremila le vittime (ma forse molte di più), cinquecento isolati rasi al suolo, quasi 30.000 edifici distrutti e 250.000 senzatetto.
[Le fotografie]
Il terremoto di San Francisco, Jack London 1906.
Ansel Adams, il noto fotografo, all’epoca aveva quattro anni. A causa delle scosse del terremoto, fu colpito da un muro del giardino e si ruppe il naso. L’accaduto finì per condizionargli l’infanzia: divenne un solitario, dal comportamento scolastico disdicevole.
Anche Enrico Caruso, il grande tenore napoletano (forse il più famoso del momento), venne coinvolto dall’evento sismico. La sera precedente aveva cantato nella “Carmen” alla Grand Opera House. Soggiornava presso il lussuosissimo Palace Hotel e il suo sonno fu interrotto di primo mattino. Ecco cosa disse tempo dopo: “Mi svegliai come su una nave in balia della tempesta, da tanto la mia stanza oscillava”. “Sembrava che il lampadario cercasse di toccare il soffitto, le sedie volavano”. Il Palace Hotel crollerà nel pomeriggio, ma miracolosamente Caruso si salva insieme ai suoi 54 bauli da viaggio. Prima di sera era già sul treno notturno in direzione New York.
Jack London e sua moglie sono a casa, avvolti nel sonno. Vivono a 40 miglia circa da San Francisco. Stanno costruendo una fattoria, dove avrebbero voluto abitare. Svegliati di soprassalto, escono per capacitarsi di cosa sia successo: la casa è distrutta. Guardando oltre l’orizzonte, vedono una colonna di fumo nero alzarsi nel cielo. San Francisco brucia e lo farà per 3 giorni e 3 notti.
Da quel momento inizia l’avventura dei due coniugi, un viaggio faticoso per documentare la devastazione della loro terra, tramite fotografie ed articoli sul Collier’s National Weekly. Il pezzo uscirà due settimane dopo l’accaduto, a maggio. London documenterà tutto con lucidità, quella tipica del suo giornalismo verità.
[Il fotografo, Jack London]
Jack London, scrittore, avventuriero, fotografo, nasce il 12 gennaio 1876. Cinquanta libri, 12mila fotografie, quarant’anni. Se si volesse riassumere una vita in cifre, quella di Jack London (1876-1916) racconterebbe una produzione sterminata in un arco di tempo brevissimo. Per le fotografie, il ritmo è ancora più serrato, dall’esordio del 1902 sui bassifondi di Londra, a quello sulla rivoluzione messicana del 1914, senza dimenticare le immagini del terremoto che distrusse San Francisco nel 1906.
Parlare di Jack London significa, in ogni caso, occuparsi di una leggenda. Conosciuto dai più quale autore del “Richiamo della Foresta” o di “Zanna Bianca”, lui, in realtà, ha goduto della fama dei grandi: quale scrittore prolifico, spesso in controtendenza (e quindi discusso), ma assolutamente affascinante e coinvolgente; un figlio di quell’America che tanto ha dato alla letteratura dei primi anni del ‘900 e ai sogni di molti giovani nel mondo.
Nella sua vita, Jack London è stato anche un avventuriero e un valente fotografo. Amava chiamare le sue immagini “documenti umani” e la fotocamera è stata la compagna inseparabile dei suoi reportage in tutto il mondo.
[Fotografia da leggere]
“Le strade dell’uomo”. Jack London - Edizioni Contrasto.
Parlare di Jack London significa occuparsi di una leggenda. Conosciuto dai più quale autore del “Richiamo della Foresta” o di “Zanna Bianca”, lui, in realtà, ha goduto della fama dei grandi: quale scrittore prolifico, spesso in controtendenza (e quindi discusso), ma assolutamente affascinante e coinvolgente; un figlio di quell’America che tanto ha dato alla letteratura dei primi anni del ‘900 e ai sogni di molti giovani nel mondo. Nella sua vita, Jack London è stato anche un avventuriero e un valente fotografo. Amava chiamare le sue immagini “documenti umani” e la fotocamera è stata la compagna inseparabile dei suoi reportage in tutto il mondo.
Le strade dell’uomo presenta un corpus importante delle sue fotografie, accompagnate da brani tratti da alcuni dei suoi capolavori di narrativa e giornalismo.
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