[CALIFORNIANA, MA NON TROPPO]
E’ solare, Kate Hudson, dal sorriso convincente. Non esplode fisicamente sullo schermo, ma interpreta la trama con quella simpatia che l’ha sempre distinta, qualsiasi fosse la parte che doveva affrontare. Inizia dal basso, ma con l’etica del lavoro e il buon talento vecchio stile la giovane attrice è diventata cover girl di Vanity Fair in soli tre anni. Inoltre, ha fatto tutto da sola, senza sfruttare il successo della mamma Goldie Hawn, famosissima attrice. Non incarna il modello californiano che ci si potrebbe attendere, ma vince per semplicità e impegno. Una bella favola.
Kate Hudson è nata il 19 aprile 1979 a Los Angeles, in California, da Goldie Hawn e Bill Hudson, comico, attore e cantante. È stata cresciuta da sua madre e dal di lei fidanzato di lunga data, l'attore Kurt Russell, che considera suo padre.
A detta di tutti, Hudson era un'artista nata: da bambina ballava e cantava in ogni occasione. Dopo il diploma di scuola superiore, la sua famiglia sperava si fosse iscritta alla la New York University, ma Kate ha deciso di tuffarsi nel mondo della recitazione professionale. Ha fatto il suo debutto sul grande schermo in “Desert Blue” (1998). I suoi due film successivi sono stati: “200 Cigarettes” (1999) e “Gossip” (2000). La più grande occasione per la Hudson è arrivata con il ruolo di Penny Lane in “Quasi famosi” (2000).
Negli anni successivi l’abbiamo vista in “Come farsi lasciare in 10 giorni” con Matthew Mc Conaughey e nel thriller The Skeleton Key, con Gena Rowlands. Nel 2009 debutta nel musical, interpretando Stephanie in Nine di Rob Marshall. Nel film recita al fianco di un cast importante, che comprende Daniel Day-Lewis, Marion Cotillard, Penélope Cruz, Nicole Kidman, Judi Dench e Sophia Loren. Nel film interpreta il brano Cinema Italiano, candidata al Golden Globe 2010 come miglior canzone originale.
Nel 2016 è protagonista del calendario Campari, immortalata dal fotografo Michelangelo di Battista. Nello stesso anno reciterà, per la prima volta, al fianco del suo patrigno (Kurt Russel). Il film è Deepwater - Inferno sull'Oceano.
[Le fotografie]
Kate Hudson by Mark Seliger
Kate Hudson by Timothy White
[Il fotografo, Mark Seliger]
Mark Seliger è nato ad Amarillo in Texas nel 1959, dove è vissuto con i suoi genitori, Maurice e Carol Lee, con i suoi due fratelli e una sorella, fino al 1964, quando si sono trasferiti a Houston. Il primo interesse di Seliger per la fotografia è iniziato quando suo fratello Frank gli ha promesso la sua macchina fotografica se avesse ottenuto un successo nella Little League di baseball. Tutto è andato bene e la fotocamera è diventata sua. La camera oscura divenne il suo primo amore, dove iniziò a sperimentare con la stampa e lo sviluppo nel bagno di famiglia.
Mark ha frequentato la High School for Performing & Visual Arts di Houston e, da lì, i suoi studi sono proseguiti presso la East Texas State University e lo hanno portato ad approfondire la storia della fotografia documentaria.
Mark si è trasferito a New York nel 1984. Nel 1987 ha iniziato a lavorare per Rolling Stone, dal 1992 come capo fotografo. Durante la sua permanenza nel magazine, Seliger ha prodotto oltre 125 copertine, iniziando anche un rapporto di collaborazione a lungo termine con il Design Director Fred Woodward, col quale ha continuato a lavorare con GQ. Insieme hanno co-diretto numerosi video musicali, per artisti come Willie Nelson, Lenny Kravitz ed Elvis Costello. Nel 2011, ha co-fondato uno spazio espositivo senza scopo di lucro per la fotografia chiamato 401 Projects, che ha presentato esposizioni per James Nachtwey, Eugene Richards, Albert Watson, Platon e altri. Conduce anche uno spettacolo su Reserve Channel di You Tube, che si concentra su conversazioni sincere tra fotografi affermati come Platon, Mary Ellen Mark, Martin Schoeller, Bob Gruen, ecc. e celebrità interessate alla fotografia (Dylan McDermott , Helena Christensen, Judd Apatow).
Seliger continua il suo amore per la camera oscura utilizzando il processo al platino e palladio per creare stampe di grande formato, e le sue fotografie sono state esposte in molti musei e gallerie. Ha pubblicato numerosi libri, tra cui: On Christopher Street: Transgender Stories (Rizzoli, 2016), Listen (Rizzoli, 2010), Mark Seliger: The Music Book (teNeues, 2008), In My Stairwell (Rizzoli, 2005), Lenny Kravitz /Mark Seliger (Arena, 2001), Physiognomy (Bullfinch, 1999) e When They Came to Take My Father – Voices from the Holocaust (Arcade, 1996).
Nel 2001, Seliger si è trasferito da Rolling Stone a Condé Nast. Scatta spesso per Vanity Fair, Elle, GQ, Vogue Italia, L'Uomo Vogue e Vogue Germania.
[Il fotografo, Timothy White]
Timothy White è un fotografo americano di celebrità che vanno da Harrison Ford, Brad Pitt, Nicolas Cage, Will Smith, Queen Latifah e Julia Roberts a Eric Clapton, Outkast e Keith Richards. Vive e lavora a Los Angeles.
Dopo essersi diplomato alla Rhode Island School of Design nel 1979, White si è trasferito a New York, dove ha iniziato la sua carriera come fotografo. Sebbene inizialmente si sia concentrato sullo scatto di ritratti per giovani musicisti e attori, i suoi viaggi in Sud America, distribuiti in quattro anni, gli avrebbero regalato i primi grandi successi. Rolling Stone gli affida l’incarico di fotografare Yoko Ono e da allora ha contribuito alle copertine di riviste come Vanity Fair, Rolling Stone, Esquire e Playboy, oltre a centinaia di locandine di film. Il suo lavoro è stato visto anche sulle copertine degli album di musicisti come Bruce Springsteen, Aretha Franklin e Jon Bon Jovi. White ha ricevuto premi come “L’International Photographer of the Year" e un posto nella New Jersey Hall of Fame. Sono stati pubblicati diversi libri circa il suo lavoro: Timothy White: Portraits (edito da Rizzoli); Indian Larry (pubblicato da Merrell); e Pinup di Hollywood (Harper Collins). White ha anche diretto video musicali, spot televisivi e importanti campagne pubblicitarie. Il Newark Museum ha aperto la sua galleria nell'estate del 2003 con un'installazione retrospettiva del suo lavoro.
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