[LUIGI VERONESI, UNO SPERIMENTATORE]
Non di sola fotografia parleremo oggi, perché Luigi Veronesi è sin dalla giovane età un vero e proprio sperimentatore: pittore, fotografo, scenografo, grafico, teorico della comunicazione visiva, docente di arti visive. A partire dal 1925, Veronesi inizia a interessarsi maggiormente alla fotografia, sotto l’influsso del padre padre, che è fotoamatore. Sono comunque le possibilità espressive dello strumento fotografico a guidare Veronesi, in particolare le elaborazioni di laboratorio con tecniche semplici, come quella del fotogramma a contatto. Viene rinnegata la fotografia documentaria, troppo ovvia per chi fa della sperimentazione il proprio credo.
[Le fotografie]
Luigi Veronesi, fotogramma 1939
Luigi Veronesi, fotogramma 1935
[La sperimentazione fotografica]
Nel 1937 Veronesi produce le sue prime solarizzazioni secondo l’effetto Sabbatier, che si ottiene riesponendo alla luce la pellicola o la carta mentre si trovano nel rivelatore. Questo scontorna le varie zone del chiaroscuro dell’immagine e nel contempo inverte le tonalità. Le ricerche di Veronesi, però, lo conducono ad analizzare anche i segni che possono essere ricondotti alla realtà, come quelli della corteccia di un albero, oppure un gruppo di pietre, che vengono decontestualizzati e condotti nella nuova dimensione che è propria dell’immagine.
Nel 1947, insieme ad altri artisti, fonda La Bussola, un’associazione di fotografi che ha lo scopo di promuovere una fotografia in quanto arte dal punto di vista professionale. Veronesi vuole promuovere la conoscenza e favorire lo sviluppo della cultura dell’immagine. Così, nel 1951, è tra i fondatori dell’Unione Fotografica, sodalizio milanese istituito da Pietro Donzelli.
Nel 1932, per la prima volta espone le sue opere pittoriche nella galleria del Milione a Milano e si reca a Parigi, sempre nello stesso anno, dove ha l’opportunità di conoscere artisti delle avanguardie del tempo. Due anni dopo, invece, entra a far parte del gruppo “Abstraction, création, art non figuratif” ed è l’unico capace di una reale rottura col passato, dopo l’ultima avvenuta con gli esperimenti futuristi.
Il lavoro di grafico e pittore, per Luigi Veronesi, rappresenta il settore storico del primo astrattismo italiano, tuttavia è la fotografia a essere sempre alla base delle sue inesauribili ricerche d’immagini, il che dimostra un’estrema vitalità e curiosità espressiva.
[La musica per Luigi Veronesi]
Dopo la guerra gli interessi di Veronesi si allargarono anche alla musica: cercò infatti di trasformare i rapporti matematici tra le note musicali in rapporti tonali fra colori in modo tale da realizzare una duplice realtà dell’opera d’arte. Per tali ricerche sulla percezione cromatica e sulla musica fu chiamato ad insegnare nella cattedra di Cromatologia e Composizione dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
[Luigi Veronesi, note biografiche]
(Fonte sito ufficiale)
Luigi Veronesi nasce a Milano il 28 maggio 1908. S’iscrive all'istituto tecnico, segue un corso per disegnatore tessile e studia pittura sotto la guida del professor Violante. Mentre approfondisce le sue cognizioni matematiche e fisiche che saranno fondamentali per comprendere l'insieme della sua opera, si avvicina agli artisti che gravitano attorno alla galleria milanese Il Milione dove, appena diciassettenne, espone per la prima volta opere influenzate da Sironi e Modigliani. Si avvicina, anche grazie all'amicizia con Léger conosciuto a Parigi, all'arte non figurativa aderendo nel 1934 al gruppo "Abstraction-Création" e contemporaneamente lavora con la rivista "Campo Grafico".
Evidenzia subito interessi molteplici: i lavori grafici lo porteranno a collaborare con le riviste "Casabella" e "Ferrania", la pittura astratta lo avvicina alla musica (alle sue "Quattordici variazioni di un tema pittorico" del 1939 si ispira Riccardo Malipiero con le "Quattordici variazioni di un tema musicale") mentre la fotografia comincia a emergere con tutta la sua forza espressiva. Molte sono le ricerche realizzate tra gli anni Trenta e Quaranta sia in bianco e nero che a colori sperimentando ogni genere di tecnica con una particolare attenzione ai fotogrammi. Nel 1947 entra a far parte del gruppo fotografico "La Bussola" e ne firma il manifesto programmatico, l'anno dopo del MAC ("Movimento Arte Concreta").
Negli anni Cinquanta e Sessanta riceve i primi importanti riconoscimenti (premi per le più diverse attività, partecipazioni a Biennali come quelle di Venezia e San Paolo, mostre personali in Italia e all'estero) e inizia la sua attività didattica all'Accademia di Belle Arti di Brera e poi alla Nuova Accademia di Milano.
Negli anni Ottanta e Novanta al rinnovato interesse per la fotografia si accostano interventi di arti applicate con affreschi, progetti di piazze, interventi grafici in esterni. Luigi Veronesi muore a Milano il 25 febbraio 1998.
Nota biografica tratta dal libro R. Mutti, L. Caramel, Luigi Veronesi: lo spazio sensibile, catalogo della mostra a cura di R. Mutti e T. Mangano, (Milano, Bel Vedere Fotografia, 2007) Mondadori Electa, Milano, 2007, p.117.
[Luigi Veronesi, un libro]
“Luigi Veronesi, lo spazio sensibile”, catalogo della mostra tenutasi a Milano tra l’8 novembre e il 9 dicembre 2007, di Roberto Mutti, Luciano Caramel, S. Piccolo
Sinossi
Artista complesso, capace di esprimersi con disinvoltura con i mezzi più diversi, dalla pittura alla grafica passando per il teatro e il disegno, Luigi Veronesi è stato anche un grandissimo fotografo. La sua ricerca si è soffermata sulle potenzialità espressive delle forme, sul ruolo del colore, sul senso dello spazio con esiti riconducibili alla poetica dell'astrattismo. Facendo il punto sulla produzione fotografica dell'artista milanese, questo volume ripercorre una strada che, dagli anni Trenta agli Ottanta, ha lasciato una traccia profonda nella storia della fotografia non solo italiana.
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