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[MERYL STREEP, LA PIU’ BRAVA]

E’ difficile parlare di un’attrice così brava, senza cadere nel banale. Molti dei film da lei interpretati vengono ricordati per la sua presenza, con delle scene diventate iconiche. Un esempio? La mia Africa, al fianco di Robert Redford, quando lei vola su una distesa di fenicotteri rosa a bordo di un piccolo velivolo, pilotato proprio dal bel Robert. Anche dei film minori hanno messo in evidenza le capacità di Meryl. E’ il caso di Innamorarsi (1984), interpretato con Robert De Niro: una storia d’amore, con un lieto film da immaginare. Della pellicola ci piace ricordare la colonna sonora, di Dave Grusin: incalzante e ritmata, con un po’ di jazz bianco della “Grande Mela”. Siamo a New York, alla vigilia di Natale. Un uomo e una donna, entrambi sposati, si scambiano per sbaglio i libri comprati da Rizzoli per i rispettivi coniugi. Dopo un incontro sul treno che li portava a casa, i due scoprono di amarsi. Il film regge, e bene, per la forza degli attori. Per finire, la Streep ha stupito anche nel musical: in “Mamma mia!” fa ascoltare una voce niente male. Applausi.

[Le fotografie]

Meryl Streep. Ph. Mary Ellen Mark per Vogue British, 1995.

Meryl Streep. Ph. Henry Wolf, 1970.

[Meryl Streep, la vita e i film]

Considerata da molti critici la più grande attrice vivente, Meryl Streep è stata nominata per l'Oscar ben 21 volte, vincendone tre. Meryl è nata Mary Louise Streep il 22 giugno 1949 a Summit, nel New Jersey, da Mary Wolf (Wilkinson), un'artista, e Harry William Streep Jr., un dirigente farmaceutico.

Le prime ambizioni esecutive di Meryl erano orientate all'opera. Si è interessata alla recitazione mentre era una studentessa universitaria e, dopo la laurea, si è iscritta alla Yale School of Drama. Ha recitato in modo eccezionale nel suo primo ruolo cinematografico, “Giulia” (1977), e l'anno successivo è stata nominata per il suo primo Oscar per la sua recitazione ne “Il cacciatore” (1978). Ha continuato a vincere la prestigiosa statuetta per le sue interpretazioni in “Kramer contro Kramer” (1979) e “La scelta di Sophie” (1982), in cui ha interpretato uno straziante ritratto di una madre detenuta in un campo di sterminio nazista.

Perfezionista, meticolosa e scrupolosa nella preparazione per i suoi ruoli, Meryl ha prodotto una serie d’interpretazioni molto acclamate nel decennio successivo in grandi film come Silkwood (1983); La mia Africa (1985); Ironweed (1987); e Un grido nella notte (1988). La sua carriera ha subito un rallentamento all'inizio degli anni '90, a causa della sua incapacità di trovare parti adatte; ma è tornata in vetta nel 1995 con la sua interpretazione dell'amante sposata di Clint Eastwood in “I ponti di Madison County” (1995) e come figlia non riconoscente in “La stanza di Marvin” (1996). Nel 1998 è stata la produttrice esecutiva del commovente “Un passo verso il domani” (1997).

Vogliamo ricordare Meryl Streep in “Mamma Mia!”, un film del 2008 diretto da Phyllida Lloyd. Si tratta di un adattamento cinematografico dell'omonimo musical, basato sulle musiche del gruppo svedese ABBA. Le qualità canore dell’attrice hanno destato la sorpresa in molti spettatori. Ottima è stata anche la recitazione di Meryl in “Il diavolo veste Prada” (The Devil Wears Prada), un film del 2006 diretto da David Frankel, il cui soggetto era tratto dall'omonimo romanzo di Lauren Weisberger.

[La fotografa, Mary Ellen Mark]

Mary Ellen Mark ha scattato prevalentemente in bianco e nero ed è stata autrice d’innumerevoli immagini iconiche: dai giovani senzatetto a Seattle, fino alle prostitute a Bombay. Qualunque sia stato il soggetto prescelto, la fotografa non ha avuto difficoltà a riceverne la dovuta risonanza dopo gli scatti. Il suo lavoro è andato avanti per oltre quarant’anni. "Fotografare il mondo così com'è”, diceva sempre. “Non c'è niente di più interessante della realtà". Lei s’immergeva nella vita dei suoi soggetti, a volte dedicando intere settimane per ottenere lo scatto perfetto.

Il pubblico italiano la ricorderà per le foto di Fellini, durante la lavorazione di Satyricon; ed è stata tra i primi fotografi a realizzare un reportage sull'attività caritativa e umanitaria di Madre Teresa di Calcutta, sulla quale ha pubblicato un libro nel 1985. Sedici collezioni dei suoi lavori sono state esposte in varie gallerie e musei del mondo.

Nata a Filadelfia il 20 marzo 1940, ha studiato pittura e storia dell'arte alla Pennsylvania University, dove si è poi specializzata in fotogiornalismo (1964). Ha iniziato la carriera di fotografa dopo avere pubblicato un reportage sulla droga, a Londra, nella rivista "Look" (1968). Nella prima metà degli anni Sessanta Mark ha viaggiato in Turchia, Inghilterra, Germania, Grecia, Italia e Spagna. Nel 1966 si stabilisce a New York, dove per diversi anni fotograferà le dimostrazioni pacifiste contro la guerra in Vietnam, i movimenti di liberazione delle donne, la cultura omosessuale, sviluppando una sensibilità "lontana dalla società tradizionale, orientata verso le frange della popolazione più travagliata". Come Mark stessa ha avuto modo di affermare: "Sono interessata alle persone borderline”. “Provo affinità per coloro che non sono riusciti a realizzarsi nella nostra società”. “Quello che voglio fare più di ogni altra cosa è riconoscere la loro esistenza".

Mark è stata, infine, fotografa di scena nel mondo della cinematografia, su vari set, tra cui "Apocalypse Now" (1979)

La fotografa muore a New York il 25 maggio 2015.

[Il fotografo, Henry Wolf]

Henry Wolf è stato graphic designer, fotografo e art director. Diceva: "Mi piace il lavoro, per risolvere i problemi. La pubblicità può essere divertente come non mai, perché i problemi sono molteplici e non ricorrenti, come invece accade nell’editoria”.

Henry Wolf è nato a Vienna, il 23 maggio 1925. Ha appreso la fotografia “di classe” conoscendo Alexey Brodovitch (Harper Bazaar). E’ stato art director della rivista Esquire e il direttore artistico di Harper Bazzar Harper. Nel 1965 assume la direzione artistica della McCann Erickson. Nel 1971, ha lanciato la Henry Wolf production, uno studio specializzato in fotografia, cinema e design. Henry Wolf era anche un fotografo spesso chiamato a ritrarre i talenti e le celebrità del suo tempo. Teniamo conto che, mentre era a Harper Bazaar, poteva mobilitare fotografi leggendari come Robert Frank, Richard Avedon, Hiro, e Saul Leiter.

La fotografia di Wolf, forse non così distintiva come quella dei grandi, era ricca e tecnicamente impeccabile.

Verso la fine del 1960 Henry Wolf ha prodotto una serie di pubblicità per Olivetti, che ha affrontato nella maniera che gli era più congeniale: l'uso delle celebrità e la decontestualizzazione dell’utilizzo. Per la “Studio 45”, Wolf ha assunto per un insolito ruolo di testimonial Twiggy insieme a Duke Ellington.

Henry Wolf è deceduto il 14 febbraio 2005 all'età di ottant’anni.

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