[NASCE LA MERCEDES]
Tanti avvenimenti sono accaduti oggi. Torna alla mente il mondiale dell''82: il 23 giugno di quell'anno, con l’1-1 contro l'esordiente Camerun, gli azzurri di Bearzot passano il turno, iniziando i sordina la cavalcata verso il trionfo di Spagna. Lutto nel mondo della fotografia, invece, il 23 giugno del 2004: muore nella sua auto Helmut Newton, celebre per l'erotismo patinato dei suoi soggetti femminili. Arriviamo alle auto. Il 23 giugno 1902: La casa automobilistica tedesca Daimler-Motoren-Gesellschaft registra il marchio commerciale Mercedes. La prima Mercedes era veloce e può essere considerata la prima vera automobile moderna. Mercedes è un nome di donna, ovviamente, e si riferisce alla figlia di Emil Jellinek, importatore Daimler a Nizza. Il brand ha sempre rappresentato il prestigio e anche il desiderio di molti.
[Le fotografie]
Mercedes-Benz 300 SL Gullwing e Sophia Loren. Ph. Federico Patellani
Nelle fotografie vediamo una Mercedes-Benz 300 SL Gullwing e Sophia Loren: due bellezze iconiche nello stesso fotogramma. L’attrice possedeva quel modello di macchina, che se esistesse ancora oggi vedrebbe duplicato il suo valore.
Siamo alla fine degli anni ’50. La Mercedes 300 SL Gullwing fu prodotta tra il 1954 e il 1957. Era spinta da un motore benzina a iniezione diretta da 3 litri con 215 CV, con un cambio manuale a 4 marce. La velocità massima superava i 250 km/h.
[Federico Patellani, narratore d’Italia]
Abbiamo incontrato spesso Federico Patellani quale autore delle immagini che accompagnavano altre notizie. Sensibile e colto narratore, ha accompagnato la storia dell’Italia del dopoguerra: dal referendum monarchia-repubblica alla ripresa economica, portando alla ribalta la vita culturale di un paese in movimento. Si è anche occupato di cronaca e cinema, approdando, a fine carriera, alla fotografia di viaggio. Le sue immagini godono di una bellezza riconoscibile, spontanea; frutto di un’intelligenza acuta e della passione necessaria. Alcune vivono di una complessità visuale facile da cogliere, perché figlia di un formalismo spontaneo, quasi istintivo. Si respirano, le fotografie di Patellani, e meritano uno sguardo attento, fatto anche di tempo. Assaggiare non basterebbe.
Federico Patellani è stato una personalità di spicco del nostro fotogiornalismo. Lui nasce a Monza il 1° dicembre 1911; frequenta i circoli culturali milanesi, forte degli studi classici e di una laurea in legge. Inizia a fotografare nel 1935, durante le operazioni militari in Africa (era ufficiale del genio). Le sue immagini verranno pubblicate da un quotidiano milanese e da quel momento Patellani farà della fotografia la propria professione. Collaborerà a lungo col periodico “Tempo” di Alberto Mondadori, per il quale, nel 1940, documenterà le operazioni militari in Jugoslavia. Nel 1941, come richiamato, fotograferà la campagna di Russia, nel 1943 la Milano bombardata.
Nel 1946, Patellani torna al Tempo; collaborerà poi con le testate “Epoca” e “Oggi”. Le sue immagini raccontano l’Italia del dopoguerra: il boom economico, le industrie, i mutamenti sociali. A rileggerle, si riconosce l’entusiasmo intellettuale dell’autore, quello che ripesca di continuo nella sua Milano, ombelico dei cambiamenti e patria dell’editoria nascente. Rivolgerà il suo sguardo anche all’estero, soprattutto dopo aver fondato una propria agenzia.
Nel 1953 è aiuto regista di Alberto Lattuada per il film “La Lupa”, mentre nel 1959, su “Epoca”, pubblica una serie di servizi dal titolo Paradiso Nero realizzati, con l’aiuto del figlio Aldo, durante un lungo viaggio dal Congo Belga al Kenya. A partire dallo stesso anno Patellani collabora con vari periodici come “La Domenica del Corriere”, “Successo”, “Storia Illustrata”, “Atlante”, producendo numerosi servizi in tutto il mondo.
Intelligenza e passione, queste sono le impronte riconoscibili nelle fotografie di Patellani. Per ogni immagine, quasi stacca una reliquia di realtà, restituendoci una complessità semplice, popolata di personaggi riconoscibili, fortemente caratterizzati, quasi filmici. A lui va il merito di aver guardato altrove, in altre discipline e anche oltre confine, all’estero; questo senza rimanere confinato nel bianco e nero dolciastro dell’Italia migliore.
L’ultimo reportage è datato 1976 e riguarda il Ceylon.
Patellani morirà a Milano nel 1977.
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