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[VIENE FONDATA L’ALFA]

Non potevamo dimenticarci dell’Alfa Romeo, questo dopo aver celebrato la Mercedes ieri. Sì perché il 24 giugno 1910 viene registrata ufficialmente la ragione sociale A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili), che diventerà Alfa Romeo. Il marchio del biscione diventerà un simbolo dell’automobilista sportivo, quello che si contrapponeva al “lancista”, più affezionato a Flavia e Fulvia. Altri tempi, quando, dopo l’inizio del boom economico, s’iniziava a scegliere, mettendo in mostra gusti e personalità, o anche sogni; sì perché quella Giulietta rossa Spider ha fatto ingolosire tanti. E poi come dimenticare la “Duetto” del film il Laureato? Insomma, l’Alfa Romeo ha reso iconici i ricordi di molti: a iniziare dal rombo, per finire al ricciolo di fumo che usciva dallo scappamento in fase di rilascio. L’Alfa era così.

[le fotografie]

Come ieri per Mercedes, anche oggi ci rivolgiamo a Federico Patellani.

Sophia Loren 1955. Ph. Federico Patellani.

“La Dolce Vita in Giulietta Sprint”. Ph. Federico Patellani, 1954.

[La storia di un marchio]

(Fonte Museo Storico Alfa Romeo)

La Società Italiana Automobili Darraq nasce nel 1906. La prima sede è a Napoli, ma ben presto si sposta a Milano, nel quartiere Portello, allora ancora periferico. L’entusiasmo e le grandi ambizioni iniziali vengono temporaneamente frenate nel 1909, con l’arrivo di una profonda crisi economica.

Il cavalier Ugo Stella, amministratore delegato della Società, promuove la costituzione di una nuova azienda tentando di risollevare le sorti della fabbrica. Il 24 giugno 1910 viene registrata ufficialmente la nuova ragione sociale, A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili). In quel momento Giuseppe Merosi aveva già preparato il progetto di quella che sarebbe stata la prima storica vettura del Marchio: la 24 HP.

Nonostante il successo delle prime vetture, A.L.F.A. non riesce a decollare dal punto di vista finanziario. All’inizio della Prima Guerra Mondiale una mancata commessa statale ne provoca lo scioglimento anticipato, che viene affidato alla Banca Italiana di Sconto (Bis).

Nel frattempo il giovane imprenditore napoletano Nicola Romeo, grazie anche ai capitali della stessa Bis, aveva fondato la Società Ing. Nicola Romeo & C, costruendo proprio vicino al Portello una piccola fabbrica che ottiene nel 1915 un’importante commessa per la produzione di proiettili. L’officina Romeo però non ha le dimensioni adeguate per portare a compimento questa commessa, ma poco lontano ci sono le strutture che A.L.F.A. ha da poco messo in liquidazione. La Bis acquisisce le azioni del Biscione e il controllo viene affidato alla Nicola Romeo & C.

La crescita diventa inarrestabile e nel febbraio 1918 gli investitori decidono di rendere pubblica la società. Il nome diventa Società Anonima Italiana Nicola Romeo & C., ovvero Alfa Romeo.

Durante la Guerra la produzione automobilistica non viene nemmeno presa in considerazione da Romeo e lo stesso Merosi viene spostato alle Officine Ferroviarie di Napoli. Solo alla fine del 1919, al termine della Guerra, riprende la produzione di auto, dapprima con l’assemblaggio di parti in stock, poi con la progettazione di nuovi modelli. È l’inizio di una nuova epoca.

[Il fotografo Federico Patellani]

Federico Patellani nasce a Monza il 1° dicembre 1911; frequenta i circoli culturali milanesi, forte degli studi classici e di una laurea in legge. Inizia a fotografare nel 1935, durante le operazioni militari in Africa (era ufficiale del genio). Le sue immagini verranno pubblicate da un quotidiano milanese e da quel momento Patellani farà della fotografia la propria professione. Collaborerà a lungo col periodico “Tempo” di Alberto Mondadori, per il quale, nel 1940, documenterà le operazioni militari in Jugoslavia. Nel 1941, come richiamato, fotograferà la campagna di Russia, nel 1943 la Milano bombardata.

Nel 1946, Patellani torna al Tempo; collaborerà poi con le testate “Epoca” e “Oggi”. Le sue immagini raccontano l’Italia del dopoguerra: il boom economico, le industrie, i mutamenti sociali. A rileggerle, si riconosce l’entusiasmo intellettuale dell’autore, quello che ripesca di continuo nella sua Milano, ombelico dei cambiamenti e patria dell’editoria nascente. Rivolgerà il suo sguardo anche all’estero, soprattutto dopo aver fondato una propria agenzia.

Nel 1953 è aiuto regista di Alberto Lattuada per il film “La Lupa”, mentre nel 1959, su “Epoca”, pubblica una serie di servizi dal titolo Paradiso Nero realizzati, con l’aiuto del figlio Aldo, durante un lungo viaggio dal Congo Belga al Kenya. A partire dallo stesso anno Patellani collabora con vari periodici come “La Domenica del Corriere”, “Successo”, “Storia Illustrata”, “Atlante”, producendo numerosi servizi in tutto il mondo.

Intelligenza e passione, queste sono le impronte riconoscibili nelle fotografie di Patellani. Per ogni immagine, quasi stacca una reliquia di realtà, restituendoci una complessità semplice, popolata di personaggi riconoscibili, fortemente caratterizzati, quasi filmici. A lui va il merito di aver guardato altrove, in altre discipline e anche oltre confine, all’estero; questo senza rimanere confinato nel bianco e nero dolciastro dell’Italia migliore. L’ultimo reportage è datato 1976 e riguarda il Ceylon.

Patellani morirà a Milano nel 1977.

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