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ROMA IN FESTA

Il 29 giugno cade una delle festività più importanti per la città di Roma. Si tratta della giornata dei Santi Pietro e Paolo, che per la capitale italiana equivale alla festa del Santo Patrono. In Italia, il 29 giugno, fino al 1976, era un giorno festivo nazionale, derivante dal Concordato: quello del 1929, parte dei Patti Lateranensi; poi sostituito con l'Accordo di Villa Madama del 1984. La festività comunque era stata abrogata nel marzo 1977, rimanendo solo come festa patronale per la città di Roma.

Quella dei Santi Pietro e Paolo è una festività sentita dagli abitanti di Roma. Basta avere degli amici o colleghi nella capitale per comprenderne la partecipazione. Si tratta di un battesimo dell’estate e della buona stagione, che quest’anno pare addirittura esagerata.

E’ bello pensare a una Festa di Roma: il suo patrimonio artistico e culturale ne rafforza il valore, ma è bello pensare anche alla Dolce Vita, a via Veneto, a Vacanze Romane e ai tanti film che hanno preso vita in quella città.

Fotograficamente, abbiamo chiamato in causa due autori che hanno prodotto altrettanti libri dedicati all’urbe: Gianni Berengo Gardin e William Klein; visioni diverse derivanti da percorsi formativi dissimili, con approcci fotografici opposti.

Gianni Berengo Gardin, il libro Roma

Il volume, pubblicato in occasione della mostra al Casale di Santa Maria Nova, sull'Appia Antica, dal 29 settembre 2019 al 12 gennaio 2020, raccoglie l'omaggio che il grande reporter italiano ha voluto fare alla Capitale, uno straordinario e coinvolgente viaggio alle radici della Roma contemporanea. Gianni Berengo Gardin ha ritratto, dalla seconda metà degli anni Cinquanta ad oggi, tutta la società romana, dal sottoproletariato all'aristocrazia, dai borghesi agli operai: la potenza del suo sguardo ha colto attitudini e gesti, sintetizzando lo spirito della città. Il volume riporta anche un'intervista al fotografo, che rivela il suo legame antico con la Capitale: dal 1940 al 1947 Berengo Gardin visse a Roma gli anni dell'infanzia e della prima adolescenza, dove misurò i valori morali e civili declamati dal regime con i gesti quotidiani di una comunità che restò unita nel momento del tracollo. Un racconto senza immagini dove la memoria del fotografo ci riporta ad una stagione drammatica che ha fondato la Roma contemporanea. Dietro la città fotografata dall'autore si nasconde la lezione morale della Roma dell'infanzia.

Il fotografo Gianni Berengo Gardin

Gianni Berengo Gardin inizia a occuparsi di fotografia nel 1954. Nel 1965 lavora per Il Mondo di Mario Pannunzio. Negli anni a venire collabora con le maggiori testate nazionali e internazionali come Domus, Epoca, Le Figaro, L’Espresso, Time, Stern. Procter & Gamble e Olivetti più volte hanno usato le sue foto per promuovere la loro immagine. Berengo Gardin ha esposto le sue foto in centinaia di mostre in diverse parti del mondo: il Museum of Modern Art di New York, la George Eastman House di Rochester, la Biblioteca Nazionale di Parigi, gli Incontri Internazionali di Arles, il Mois de la Photo di Parigi. Nel 1991 una sua importante retrospettiva è stata ospitata dal Museo dell’Elysée a Losanna e nel 1994 le sue foto sono state incluse nella mostra dedicata all’Arte Italiana al Guggenheim Museum di New York. Ad Arles, durante gli Incontri Internazionali di Fotografia, ha ricevuto l’Oskar Barnack - Camera Group Award. Nel 2008 Gianni Berengo Gardin è stato premiato con un Lucie Award alla carriera. Lunedì 11 Maggio 2009 l’Università degli Studi di Milano gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Storia e Critica dell’Arte. Erano cinquant’anni che la Statale non conferiva un tale riconoscimento. L’ultimo era stato Eugenio Montale.

Gianni Berengo Gardin ha pubblicato oltre 250 libri fotografici.

Roma, William Klein. Edizioni Contrasto

Stiamo parlando di un volume che ha fatto la storia della fotografia. Siamo nel 1956. William Klein arriva a Roma. Dovrebbe collaborare con Fellini sul set di “Le notti di Cabria”. I tempi si allungano. Klein è in città, assieme al regista romagnolo, ma anche in compagnia di Pier Paolo Pasolini,Alberto Moravia, Ennio Flaiano e altri scrittori e artisti dell’avanguardia italiana. Ne nasce una visione unica della capitale: brillante, vivace, moderna, di certo lontana da quella che potrebbe scaturire con una narrazione neo realistica dell’urbe. Il volume esce nel 1959 ed è una delle pubblicazioni più illustri del fotografo.

Il fotografo William Klein

William Klein nasce New York nel 1928, figlio di una famiglia ebrea. Trascorse la sua infanzia a New York. Fin da ragazzino, si comportava da anticonformista, rifiutando la cultura di massa; ed era brillante, amante dell’arte. A 14 anni, con 3 anni d’anticipo, si iscrisse al City College e a 18 ha combattuto in Europa con l’esercito americano.

Nel 1948 s’iscrive alla Sorbona di Parigi. In quegli anni sposa Jeanne Florin e decide di stabilirsi nella capitale francese, dove sperimenta scultura e pittura. Nel ‘52 è a Milano dove dirige due spettacoli teatrali al “Piccolo”, e contemporaneamente collabora con l’architetto Angelo Mangiarotti. Nello stesso anno inizia a scrivere per la rivista di architettura “Domus”. Sono gli anni dell’incontro col mezzo fotografico. S’ispira a Moholy-Nagy e inizia a giustapporre pittura astratta e fotografia.

Le immagini che riuscì a ottenere gli fecero ricevere un'offerta di lavoro da parte di Alexander Liberman, a Vogue, così tornò a New York. Siamo nel 1954. Mentre si occupava di fotografia di moda per Liberman, Klein lavorò a quello che sarebbe diventato il suo libro fotografico più importante, “Life Is Good and Good for You a New York”. Klein ha ricevuto il Premio Nadar nel 1957 per quel libro, e ne ha prodotti altri tre, sempre relativi a delle città: Roma (1958), Mosca (1962) e Tokyo (1964). Poco dopo aver terminato il suo contratto con Vogue nel 1965, smise di fare fotografie, tornò a Parigi e si dedicò al cinema. Tra i suoi numerosi film ci sono “Cassius the Great”, “Muhammad Ali the Greatest” e The Little Richard Story. Klein ha ripreso a fotografare part-time nel 1978.

La fotografia Klein degli anni '50 era insolita per l'epoca: fotografie sgranate, sfocate e ad alto contrasto, caratteristiche generalmente considerate come difetti nella comunità fotografica popolare. Klein non solo ha accettato, ma ha coltivato questo suo modo di operare, utilizzando una fotocamera 35 millimetri, una pellicola lenta e un obiettivo grandangolare: sia per la sua fotografia di moda, che per il lavoro personale. Il suo approccio ha creato un precedente per molti fotografi degli anni '60, il cui lavoro si basa su molte delle sue innovazioni.

Una curiosità: Klein scatto' molte delle sue foto proprio con una macchina fotografica comprata da Cartier Bresson, mostrando quanto in fotografia autori differenti possano dare risultati completamente diversi utilizzando lo stesso mezzo.

Le fotografie

Roma, 1973. Gianni Berengo Gardin

Roma, 1956. Custode a Cinecittà. William Klein

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