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STEPHANIE SEYMOUR, LA BELLEZZA E IL MISTERO

Un’altra Top Model, sembra un destino omologato: il fotografo e la modella, come vuole Blow up. In realtà, tutto parte molto prima; ma di mezzo c’è sempre stata la fotografia, come linguaggio e strumento di relazione. Che poi siano nate le dive del ‘900, poco importa. Lo voleva il mercato, la domanda, il gioco delle redazioni. E loro, le Top, si sono trovate nel mondo dorato del fashion, dove la consapevolezza cresceva con le copertine dei magazine famosi. Per quanto standardizzate, e ricercate, anche le modelle esprimevano una soggettività propria, spesso indagata dal fotografo che le voleva. Così arriviamo a Stephanie, bella anche lei, ma misteriosa: sempre. Ha vissuto una vita da fiaba, che è riuscita a macchiare con una condotta spesso disordinata, ma voluta con forza. Cover da in lato e Playboy (e i nudi) dall’altro, il tutto senza paura e nemmeno un rimpianto. Anche perché quel mistero è sempre rimasto invalicabile in ogni suo volto fotografato. Una qualità? Bah, forse solo una caratteristica, comunque singolare. Bene così.

Stephanie Seymour è nata il 23 luglio 1968 a San Diego, in California. Fin dalla prima adolescenza parve scontato che la giovane donna potesse diventare una modella, vista la bellezza e la statura. Dopo aver partecipato a un concorso di modelle sponsorizzato da Elite, Seymour ha attirato l'attenzione di John Casablancas (fondatore dell’agenzia) e si è trasferita a New York per lavorare con lui. Ne è nata anche una relazione amorosa, per la quale Casablancas ha lasciato sua moglie.

Stephanie ha avuto un grande successo, tra Victoria's Secret e i costumi da bagno di Sports Illustrated, ma lei voleva di più, quindi è arrivata a posare su Playboy nel 1991 (è accaduto altre volte). La pubblicazione ha accelerato la sua carriera, che l’ha portata ad apparire in diversi video musicali.

La notorietà è arrivata anche dalla sua condotta “da diva”, considerata selvaggia: il nudo su Playboy, storie di droga e feste sfrenate, un matrimonio di breve durata, una relazione con Warren Beatty, l’amore con la rock star Axl Rose (cantante dei Guns N' Roses), che si è poi concluso con accuse reciproche e cause legali. Va poi aggiunta una relazione con l'editore, produttore e padre di cinque figli, Peter Brant, che alla fine lasciò la moglie per sposare Seymour nel 1995. Dal 1989 al 1990 Stephanie era stata sposata con il chitarrista Tommy Andrews, dal quale nel 1990 ha avuto un figlio, Dylan Thomas Andrews.

Il fotografo, Herb Ritts

Herbert Ritts nasce il 13 agosto 1952 a Los Angeles, in California. La sua famiglia è agiata e possono permettersi una villa vicino a quella di Steve McQueen. Ha iniziato la sua carriera fotografica alla fine degli anni '70 e si è guadagnato la reputazione di maestro dell'arte e della fotografia commerciale. Oltre a produrre ritratti e moda editoriale per Vogue, Vanity Fair, Interview e Rolling Stone, Ritts ha anche creato campagne pubblicitarie di successo per Calvin Klein, Chanel, Donna Karan, Gap, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Giorgio Armani, Levi's, Pirelli, Polo Ralph Lauren e Valentino, tra gli altri. A partire dal 1988 ha diretto numerosi video musicali e spot pubblicitari pluripremiati. La sua fotografia d'arte è stata oggetto di mostre in tutto il mondo, con opere che risiedono in molte importanti collezioni pubbliche e private.

Nella sua vita e nel suo lavoro, Herb Ritts è stato attratto da linee pulite e forme forti. Questa semplicità grafica ha permesso alle sue immagini di essere lette e sentite istantaneamente. Con i suoi lavori è riuscito nel tempo a cogliere e a rendere delle vere icone per i fan diverse star. Ritts prediligeva il B&W e la luce naturale, con la quale esaltava le curve del corpo. Il suo stile s’ispirava soprattutto alla bellezza classica, tinta però di glamour.

Il fotografo, Richard Avedon

Parlare di Richard Avedon vuol dire riferirsi a uno dei fotografi più prolifici della seconda metà del XX secolo. Molti lo definiscono come il più importante fotografo di moda di tutti i tempi, ma noi (assieme a molti) gli abbiamo riconosciuto altri meriti, particolarmente nel ritratto. Al di là del genere comunque (fashion o portrait che sia), guardando a ritroso il lavoro del maestro, ne riconosciamo forza e coerenza, che andavano al di là delle singole interpretazioni. Di lui ci è sempre piaciuto il “potere”, quello buono; lo stesso che gli permetteva di lavorare sul soggetto con assiduità, senza limiti.

Richard Avedon è nato a New York City, figlio d’immigrati ebrei russi che possedevano un grande magazzino a Manhattan. In gioventù ha messo in mostra un’attitudine letteraria forte. Determinanti per lui sono stati gli studi con Alexey Brodovitch, presso il Laboratorio di Progettazione della New School for Social Research. La New York del tempo offriva tutto ciò che un giovane ambizioso potesse desiderare: teatro, cinema, musica, danza.

A noi piace pensare che Richard abbia vissuto la fotografia con intensità e profonda dedizione, sin dagli esordi: assorbendo tutto quanto potesse dalle lezioni di chi l’ha preceduto. E’ per questo che lui ha esplorato la fotografia in molte delle sue possibilità, anche tecniche. Determinanti, a tale proposito, sono stati i continui passaggi da una medio formato al banco ottico.

Assiduità e dedizione vogliono anche dire consapevolezza, considerazione di sé; e lì forse nasce quel potere forte che gli riconosciamo, esercitato di continuo sui propri soggetti. Molti sono stati gli elementi ispiratori per Avedon. Tra questi ricordiamo Martin Munkacsi, il pioniere della fotografia di moda in esterni. Il nostro però ha unito sapientemente l'esuberanza della fotografia outdoor con la tradizione statica dello studio, dimostrando così di aver assorbito le lezioni del mitico Edward Steichen.

Richard Avedon può contare una carriera lunga 60 anni, durante i quali ha ottenuto numerosi premi e per i quali è stato indicato da molti come il "re dei fotografi di moda". Avedon l’ha affrontata con uno stile senza precedenti. Per la prima volta l’approccio fotografico in una rivista di moda era fresco, anche divertente. Le immagini vivevano di una strana combinazione: erano costruite, ma allo stesso tempo mostravano un'aria di spontaneità mai vista prima. I lettori delle riviste rimasero stupiti quando videro un modello sui pattini da Place de la Concorde, ma la rivoluzione totale venne compiuta quando Avedon ritrasse un’elegante Dorothy Horan (Dovima) con un abito Dior, assieme a degli elefanti. La dissonanza tra la pelle ruvida dei pachidermi e la squisita grazia del modello si rivelò una vera bomba. Come dissero in molti: “La fotografia di moda non sarebbe stata mai la stessa”.

Avedon aveva trasformato una disciplina statica e monotona in un genere vivo. Tutte le componenti del set (i capelli, il trucco, i vestiti, il corpo) diventavano uno spettacolo. Questo non deve sorprenderci: Avedon amava il teatro quasi quanto la fotografia (come Josef Koudelka). Tra l’altro Richard aveva prodotto molte delle copertine della rivista Theater Arts: la teatralità veniva trasferita al mondo della moda.

La moda di Avedon influenza anche il cinema. Nel 1957 esce nelle sale Funny Face (Cenerentola a Parigi), diretto da Stanley Donovan per la Paramount Pictures. Il lungometraggio era interpretato da Fred Astaire e Audrey Hepburn. Il personaggio di Astaire era liberamente ispirato alla figura del fotografo Richard Avedon, le cui foto appaiono nel film.

Le fotografie

Herb Ritts, Stephanie 1989

Christian Dior degli anni '50. Stephanie Seymour, “La Passante Du Siecle”. Ph. Richard Avedon, aprile 1995.

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