IL POETA DEGLI EPITAFFI
Poesia nella poesia, questo ci accade d’incontrare quando prendiamo in mano il libro di Edgar Lee Masters o ascoltiamo l’LP di Fabrizio De Andrè. Nella nostra esperienza, culturalmente blasfema, i due lavori si sommano, quasi esaltandosi a vicenda. Tutto inizia da “La Collina”: il brano introduttivo dell’album, così come la prima poesia del libro di Masters. Si tratta di un volo sul cimitero di Spoon River: uno sguardo sull’umanità lì sepolta. C’è di tutto, dai morti accidentali sul lavoro, a quelli uccisi per rissa; compaiono donne morte per amore oppure di aborto, o ancora uccise in un bordello dalle “carezze di un animale”.
Di volta in volta riconosciamo l’emozione che respiriamo dentro, anche con un po’ d’orgoglio: quasi che l’ascolto o la lettura rappresentino un privilegio raro, dovuto a una scoperta originale. Riponiamo il volume nella biblioteca con la dovuta cura, in un posto dove lo si possa trovare con facilità. Ci saranno altre occasioni per tirarlo fuori, quando il cuore chiama l’emozione di un luogo immobile e veritiero, quale quello del cimitero di Spoon River.
Edgar Lee Masters è nato a Garnett, Kansas, il 23 agosto 1868. Subito dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì a Lewistown, Illinois, una città vicino a Springfield dove Masters crebbe. La sua giovinezza è stata segnata dalle lotte finanziarie di suo padre e dalla riluttanza del genitore a sostenere gli interessi letterari del figlio. Edgar Lee Masters fu ammesso all'albo degli avvocati nel 1891 e si trasferì a Chicago nel 1892. Lì ha gradualmente costruito uno studio legale di successo. Nel 1898, Masters ha pubblicato la sua prima raccolta, A Book of Verses (Way & Williams), e sposò Helen Jenkins. I suoi primi libri, alcuni dei quali pubblicati sotto pseudonimi, hanno mostrato forti influenze dai poeti romantici inglesi.
Tra il 1914 e il 1915 pubblicò “l'Antologia di Spoon River”(Spoon River Anthology), una raccolta di poesie in versi liberi. Ogni poesia racconta, in forma di epitaffio, la vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River, sepolti nel cimitero locale. Il nome del paese deriva da quello di un fiume realmente esistente, che scorre vicino a Lewistown, città di residenza di Masters. Ciò che contraddistingue i personaggi di Masters è che, essendo per la maggior parte deceduti, non hanno più nulla da perdere e quindi possono “raccontarsi”, confessando con assoluta sincerità i loro peccati, le loro ambizioni, i propri amori.
Masters non avrebbe mai eguagliato il successo di Spoon River Anthology. Ha pubblicato altri trentanove libri, inclusi romanzi, opere teatrali, raccolte di poesie e biografie di Mark Twain, Walt Whitman e Lincoln. Nel 1917 Masters lasciò la sua famiglia; lui e la moglie avrebbero divorziato nel 1923. Nel 1920, si trasferì da Chicago a New York City, dove si ritirò al Chelsea Hotel per scrivere. Nel 1926 sposò Ellen Coyne, trent'anni più giovane di lui. Nei suoi ultimi anni, ricevette numerosi premi basati sui suoi precedenti successi, tra cui un Poetry Society of America Award, lo Shelley Memorial Award, una borsa di studio dell'American Academy of Arts and Letters e l'Academy Fellowship nel 1946. Morì il 5 marzo 1950 in una casa di convalescenza a Filadelfia.
E’ sepolto nel cimitero Oakland di Petersburg.
Fabrizio De André ha inciso un LP liberamente tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Si tratta di “Non al denaro non all’amore né al cielo”, pubblicato nel 1971. Il successo dell’opera del poeta dell’Illinois, qui da noi, lo si deve però alla traduzione di Fernanda Pivano, fermamente voluta da Cesare Pavese, portata a termine già durante il periodo fascista (Einaudi, 1943). E’ per questa ragione che pubblichiamo nuovamente una fotografia che ritrae la letterata proprio assieme al cantautore genovese.
Il fotografo Guido Harari, note biografiche
Guido Harari nasce al Cairo (Egitto) nel 1952. Nei primi anni Settanta avvia la duplice professione di fotografo e di critico musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico, sino ad allora senza precedenti in Italia. Dagli anni Novanta il suo raggio d'azione contempla anche l'immagine pubblicitaria, il ritratto istituzionale, il reportage a sfondo sociale. Dal 1994 sono membro dell'Agenzia Contrasto. Ha firmato copertine di dischi per Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Kate Bush, Vinicio Capossela, Paolo Conte, David Crosby, Pino Daniele, Bob Dylan, Ivano Fossati, BB King, Ute Lemper, Ligabue, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, PFM, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds e Frank Zappa, fotografato in chiave semiseria per una storica copertina de «L’Uomo Vogue». È stato per vent’anni uno dei fotografi personali di Fabrizio De André. Ha al suo attivo numerose mostre e libri illustrati tra cui Fabrizio De André. E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, Mondadori, 2004), Vasco! (Edel, 2006), Wall Of Sound (2007), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007).
Di lui ha detto Lou Reed: "Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido”. “So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento”. “Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti vengono generalmente ignorate dagli altri fotografi”. “Considero Guido un amico, non un semplice fotografo".
Le fotografie
La copertina del libro “L’Antologia di Spoon River”
Fabrizio De André con Fernanda Pivano, Teatro Smeraldo Milano 1997. Photo © Guido Harari