FOTOGRAFIA DA LEGGERE …
Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da leggere”. Questa volta ci rivolgiamo a Georges Simenon, col suo libro “Il Mediterraneo in barca” (Adelphi, 7° edizione, 11 luglio 2019. Si tratta di un reportage scritto, dove si può comprendere cosa cercasse lo scrittore belga e come guardasse la realtà incontrata. Sappiamo che lui si dedicava anche alla fotografia, per cui è bello riconoscere la sua struttura narrativa, che poteva anche diventare immagine.
Maggio 1934, il giovane Georges Simenon salpa con una goletta per una crociera attraverso il Mediterraneo. Farà rotta verso la Tunisia, con tappe all’Isola d’Elba, Messina, Siracusa, Malta. Ne approfitta per scrivere dei lunghi reportage per un settimanale. Simenon naviga, guarda, raccoglie storie che poi racconta nei suoi articoli, e scatta anche fotografie. Navigli e approdi, e poi personaggi, tanti: marinai e suonatori ambulanti, giovani pescivendole carine quanto austere e pescatori baffuti.
Al di là del volume consigliato oggi, suggeriamo una lettura approfondita delle opere di Simenon, autore prolifico che scriveva almeno ottanta pagine al giorno. Anche Maigret potrebbe essere un modo per approcciare lo scrittore e il suo modo di raccontare. Le sue ambientazioni quasi ci fanno intravedere delle immagini, a Parigi come altrove.
Simenon e la fotografia
Quando iniziamo un libro di Simenon sappiamo che ne verremo gratificati, a fondo. Ci immergiamo nella lettura dei suoi romanzi quando abbiamo bisogno di quella scrittura lucida, priva di enfasi, che l’autore belga riesce a restituirci. Lungo le pagine ritroviamo sempre una sensibilità spiccata, unita a una spontaneità semplice, elementi confortevoli per trascorrere le serate con un libro tra le mani. Georges Simenon, oltre ad essere lo straordinario autore che tutti conosciamo, ha scattato più di duemila fotografie durante quei viaggi che lo hanno accompagnato in ogni angolo del mondo. Erano gli anni nei quali, accanto all’attività di giornalista e reporter, costruiva i suoi primi romanzi. Il volume che segnaliamo (Georges Simenon, Fotografie di viaggio) ci offre un’ampia selezione di queste immagini, per lo più inedite e mai esposte durante la vita dello scrittore. Le fotografie risalgono alla metà degli anni ‘30 e mettono in luce il desiderio di documentare le molte realtà del mondo, senza artifici, senza i filtri della retorica, con l’immediatezza di uno sguardo sempre curioso, esaltato dallo strumento. Oltre a ciò, le fotografie di Simenon non mettono in mostra niente di sensazionale: lui non compie alcuna ricerca estetica. I testi che le accompagnano contestualizzano i momenti, mostrando le tante analogie tra il linguaggio della scrittura e quello della fotografia. Più volte, nelle pagine di questa rivista, abbiamo usato le parole di E. Steichen per definire la fotografia. Lui diceva: “Missione della fotografia è raccontare l’uomo all’uomo e ogni uomo a se stesso”, a sottolineare come gli scatti debbano far parte di noi, della nostra vita, della narrazione che ci appartiene. Ebbene, gli istanti catturati da Simenon sono veri racconti per immagini, sia che si trattino di paesaggi, di persone o del ritratto di un unico personaggio colto nel breve volgere di un istante.
Viaggiatore e scrittore instancabile (si dice scrivesse ottanta pagine al giorno ovunque si trovasse), Simenon usava la fotografia anche come un blocco d’appunti, per ricordare e annotare ciò che lo meravigliava, in vista di un’eventuale trasposizione nei suoi romanzi. Certamente, lo abbiamo già detto, le sue immagini non rivelano alcun intento artistico, né particolari abilità tecniche: a volte sono sottoesposte, a volte i tagli non spiccano per originalità, così come molto spesso il bianco e nero risulta privo di corpo ed anche sfocato. Eppure le sue fotografie invitano all’attenzione: non sono mai banalmente turistiche o superficiali. Il Simenon viaggiatore non sceglieva mete all’insegna del bel monumento da non perdere e del panorama mozzafiato: preferiva vistare luoghi simili a quelli che l’avevano emozionato nella sua infanzia sulle rive della Mosa oppure paesi lontani dalle abituali rotte turistiche.
Georges Simenon non era un fotografo straordinario, almeno non uno di quelli da prendere ad esempio. Il trovarlo però tra gli utilizzatori dello strumento fotografico non può che farci piacere. Del resto, se abbiamo osservato le sue immagini, lo dobbiamo certamente alla fama che lo accompagna come letterato e narratore. Il suo è stato un solido lavoro di documentazione, che ci ha restituito, al pari di altri (Lartigue, ad esempio), un quadro veritiero di un’Europa che non c’è più, e anche di un mondo da osservare con rammarico e nostalgia. Nelle immagini, però, resta la forza di un uomo vitale, energico; che ha saputo mettere in pratica le tante esperienze cercate. In un certo senso ne siamo invidiosi, positivamente è ovvio. Un’ultima curiosità, anche questa fotografica. Simenon è stato il primo scrittore a inserire le fotografie nelle copertine dei suoi libri. Forse riprendendo questa decisione, Adelphi sta pubblicando la collana di Maigret con immagini d’autore sulla cover. Stiamo parlando di Bresson, Doisneau e altri di pari calibro.
Georges Simenon, note biografiche
Georges Simenon è nato a Liegi il 13 febbraio 1903. Nel 1919 iniziò a lavorare come giornalista per un quotidiano di Liegi e dopo il servizio militare pubblicò il suo primo romanzo sotto lo pseudonimo di Georges Sim. Tra il 1921 e il 1934 scrisse quasi 200 romanzi, che pubblicò con più di una dozzina di pseudonimi. Simenon si trasferì a Parigi nel 1924 e nel 1930 iniziò la famosa serie di romanzi polizieschi Maigret, che pubblicò con il proprio nome. Attraverso le dozzine di romanzi in cui appare, così come attraverso molti film e adattamenti televisivi degli stessi, l'ispettore Maigret, della questura di Parigi, è diventato famoso quanto Sherlock Holmes. Per molti critici, tuttavia, i migliori romanzi di Simenon sono quelli che esulano dalla serie di Maigret. Simenon è soprattutto un narratore; i suoi lettori sono immediatamente presi dal desiderio di sapere "cosa succede dopo" e dall'atmosfera avvincente. Simenon si ritirò dalla scrittura di narrativa nel 1974, dopo aver prodotto una serie di romanzi, racconti, diari e altre opere. Il premio Nobel André Gide l’ha definito "forse il più grande e genuino romanziere della letteratura francese di oggi".
Georges Simenon è deceduto a Losanna, in Svizzera, nel 1989.
La fotografia
Copertina del libro “Il Mediterraneo in barca”. Adelphi editore.