SALUTIAMO WILLIAM KLEIN
Solo poche parole, perché non ci piace parlare dei fotografi in occasione della loro scomparsa. Con William Klein facciamo un’eccezione, per il fatto di averlo amato tanto. In fotografia, di lui ci piaceva la rabbia, l’anticonformismo, la capacità di intrudere la scena, la sperimentazione. E' stato anche scultore, pittore e regista, sempre controcorrente, coerente con se stesso. Aveva 96 anni, William Klein, ed è stato capace di rivoluzionare la fotografia, durante una lunga carriera lo ha visto partecipe anche nella moda. Oggi, ricordandolo, abbiamo un motivo in più per sfogliare il suo libro su Roma. Lo ringraziamo per quanto ci ha fatto vedere.
Roma, il libro di William Klein. Edizioni Contrasto
Stiamo parlando di un volume che ha fatto la storia della fotografia. Siamo nel 1956. William Klein arriva a Roma. Dovrebbe collaborare con Fellini sul set di “Le notti di Cabria”. I tempi si allungano; Klein è in città, assieme al regista romagnolo, ma anche in compagnia di Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Ennio Flaiano e altri scrittori e artisti dell’avanguardia italiana. Ne nasce una visione unica della capitale: brillante, vivace, moderna, di certo lontana da quella che potrebbe scaturire con una narrazione neo realistica dell’urbe. Il volume esce nel 1959 ed è una delle pubblicazioni più illustri del fotografo.
Il fotografo William Klein
William Klein nasce New York nel 1928, figlio di una famiglia ebrea. Trascorse la sua infanzia nella Grande Mela. Fin da ragazzino, si comportava da anticonformista, rifiutando la cultura di massa; ed era brillante, amante dell’arte. A 14 anni, con 3 anni d’anticipo, si iscrisse al City College e a 18 ha combattuto in Europa con l’esercito americano.
Nel 1948 s’iscrive alla Sorbona di Parigi. In quegli anni sposa Jeanne Florin e decide di stabilirsi nella capitale francese, dove sperimenta scultura e pittura. Nel ‘52 è a Milano dove dirige due spettacoli teatrali al “Piccolo”, e contemporaneamente collabora con l’architetto Angelo Mangiarotti. Nello stesso anno inizia a scrivere per la rivista di architettura “Domus”. Sono gli anni dell’incontro col mezzo fotografico. S’ispira a Moholy-Nagy e inizia a giustapporre pittura astratta e fotografia.
Le immagini che riuscì a ottenere gli fecero ricevere un'offerta di lavoro da parte di Alexander Liberman, a Vogue, così tornò a New York. Siamo nel 1954. Mentre si occupava di fotografia di moda per Liberman, Klein lavorò a quello che sarebbe diventato il suo libro fotografico più importante, “Life Is Good and Good for You a New York”. Klein ha ricevuto il Premio Nadar nel 1957 per quel libro, e ne ha prodotti altri tre, sempre relativi a delle città: Roma (1958), Mosca (1962) e Tokyo (1964). Poco dopo aver terminato il suo contratto con Vogue nel 1965, smise di fare fotografie, tornò a Parigi e si dedicò al cinema. Tra i suoi numerosi film ci sono “Cassius the Great”, “Muhammad Ali the Greatest” e “The Little Richard Story”. Klein ha ripreso a fotografare part-time nel 1978.
La fotografia Klein degli anni '50 era insolita per l'epoca: immagini sgranate, sfocate e ad alto contrasto, caratteristiche generalmente considerate come difetti nella comunità fotografica popolare. Klein non solo ha accettato, ma ha coltivato questo suo modo di operare, utilizzando una fotocamera 35 millimetri, una pellicola lenta e un obiettivo grandangolare: sia per la sua fotografia di moda, che per il lavoro personale. Il suo approccio ha creato un precedente per tanti fotografi degli anni '60, il cui lavoro si basa su molte delle sue innovazioni.
Una curiosità: Klein scattò molte delle sue foto proprio con una macchina fotografica comprata da Cartier Bresson, mostrando quanto in fotografia autori differenti possano dare risultati completamente diversi utilizzando lo stesso mezzo.
William Klein ci ha lasciato il 10 settembre 2022.
Le fotografie
William Klein, Red Light and Vespa, Roma 1956
William Klein, Gun 1, New York, 1955