“SIGNORA IN GIALLO”, ADDIO
Non amiamo celebrare i decessi, soprattutto se appena avvenuti. Temiamo la retorica che già vive nei pensieri dopo la mancanza percepita. Del resto, il tempo che passa è scandito anche dalle dipartite delle celebrità, e questo tocca cuori e ricordi. Con Angela Lansbury facciamo un’eccezione, perché la sua fama è passata attraverso le fessure delle porte, in un periodo storico durante il quale le televisioni di giorno erano sempre accese. E poi, chi può dire di non aver mai visto almeno un episodio de “La Signora in Giallo”? Anche per caso? Le vicende di Jessica Fletcher, la scrittrice capace di risolvere omicidi complessi, ha abitato i palinsesti di casa nostra per trent’anni, tutti i giorni dell’anno. Sky, nell’Aprile del 2017, le aveva dedicato un intero canale, trasmettendo le sue avventure ventiquattro ore al giorno, durante l’intera settimana.
Angela Lansbury, era convincente nei panni della detective improvvisata, a cominciare dall’abbigliamento: tailleur di taglio classico e borsetta in tinta, con dentro tutto l’occorrente per indagare. C’era però dell’altro: i tempi recitativi erano perfetti, le pause, i momenti di riflessione scanditi da uno sguardo sbalordito. Nonostante la sceneggiatura delle puntate fosse curata a dovere, Angela vinceva soprattutto nei campi stretti, quando la macchina da presa indugiava su di lei.
Molti la ricorderanno in “Pomi d'ottone e manici di scopa”, un film del 1971 diretto da Robert Stevenson, prodotto dalla Walt Disney; o anche in “Assassinio sul Nilo”, una pellicola del 1978 diretto da John Guillermin, tratto dal romanzo “Poirot sul Nilo” di Agatha Christie. Le musiche originali di quest’ultimo film furono affidate a Nino Rota e il cast prevedeva Peter Ustinov e David Niven. Però, nel corso della sua lunghissima attività artistica iniziata da adolescente, Angela ha recitato al cinema e a teatro accanto a volti celebri come Ingrid Bergman e Judie Garland, Paul Newman e Orson Welles, Spencer Treacy e Warren Beatty, nonché insieme a tre grandi nomi del cinema italiano: come antagonista di Sophia Loren nella commedia rosa Olympia (1960) e come moglie di Vittorio De Sica e Raf Vallone, rispettivamente in Le avventure e gli amori di Moll Flanders e in Jean Harlow, la moglie che non sapeva amare, entrambi del 1965.
La Lansbury ha vinto un Oscar alla carriera nel 2014. Nata in Gran Bretagna da madre irlandese il 16 ottobre del 1925, è fuggita dall'Inghilterra durante la guerra; e a soli 17 anni si dedicava già al musical, mentre a 19 era già sotto contratto con la MGM a Hollywood dopo aver esordito un anno prima nel thriller “Angoscia”, al fianco di Ingrid Bergman.
Nonostante sia divenuta un’icona del cinema americano, Elisabetta II l'ha insignita del titolo di Dama della Regina. Non poteva gareggiare, in avvenenza, con le attrici del suo tempo e spesso le venivano affidati ruoli di donna matura, per nulla sexy; ma coraggio e tenacia l’hanno guidata attraverso una carriera prestigiosa, al fianco dei migliori registi e attori del momento. Ha anche saputo scegliere il momento giusto per cambiare rotta, passando in quella televisione che l’avrebbe consacrata a livello mondiale.
Il fotografo, Yousuf Karsh
E’ facile imbattersi nelle fotografie di Yousuf Karsh, fotografo ritrattista. Le sue immagini le possiamo riconoscere ovunque: sulle copertine dei libri, su banconote e francobolli, e, naturalmente, esposte nelle gallerie. Nel corso della sua lunga carriera (più di 65 anni), Karsh ha fotografato alcuni tra i più importanti leader del 20° secolo, con una tecnica di illuminazione della quale lui stesso è stato pioniere. Divenne particolarmente richiesto, al punto che il giornalista Perry pubblicò sul London Sunday una frase particolarmente esaustiva: “Quando i famosi cominciano a pensare all’immortalità, chiamano Karsh”. Osservare le sue immagini significa studiare, andare a lezione, far proprio un atteggiamento da tenersi di fronte al soggetto; oltre che, ovviamente, rendere percepibili (e riconoscibili) gli elementi essenziali di colui che si va a ritrarre.
I ritratti di Yousuf Karsh
Nei suoi ritratti eleganti delle figure di spicco del 20° secolo (Pablo Picasso, Georgia O'Keeffe, Winston Churchill, Audrey Hepburn, Jackie Kennedy, Muhammad Ali e Albert Einstein) il fotografo Yousuf Karsh ha catturato sia la personalità privata che il personaggio pubblico. Posando con cura e illuminando in modo sensibile i suoi soggetti, Karsh si è sforzato di evidenziare i tratti distintivi che trasmettessero un senso della loro individualità. Il momento decisivo per lui, quello nel quale avrebbe rilasciato l'otturatore della fotocamera, è emerso quando la maschera pubblica del suo soggetto si è sollevata, anche se solo per un attimo e di sfuggita. Karsh ha scritto: «Il fascino senza fine di queste persone per me risiede in quello che chiamo il loro potere interiore. Fa parte dell'inafferrabile segreto che si nasconde in tutti, ed è stato il lavoro della mia vita cercare di catturarlo su pellicola».
La vita di Yousuf Karsh
Yousuf Karsh, uno dei più importanti fotografi armeno-canadesi, era famoso per i suoi ritratti. Nasce a Mardin, una città nella parte orientale dell'Impero ottomano (Turchia) il 23 dicembre 1908. È cresciuto nell'era del genocidio armeno e, quando aveva 16 anni, i suoi genitori lo spinsero a vivere insieme a suo zio Georg Nakash, anche lui fotografo, a Sherbrooke, nel Quebec, in Canada. Karsh ha frequentato la scuola per un breve periodo, mentre aiutava suo zio con il lavoro in studio. Nakash vide sul campo le capacità di suo nipote e nel 1928 organizzò per lui uno stage sotto un grande ritrattista che viveva a Boston, di nome John Garo.
Nel 1931, per farsi un nome, Yousuf Karsh tornò in Canada e iniziò a lavorare con John Powl, nel suo studio, che poi ha rilevato pochi anni dopo. Nel 1936, ha esposto la sua prima mostra nella Drawing Room dell'hotel Château Laurier. Tempo dopo, trasferì lì il suo studio, dove visse e lavorò fino al 1992.
Karsh è stato scoperto dal primo ministro canadese, Mackenzie King, che ha presentato Karsh ai notabili in visita per le sedute di ritratto. Il suo lavoro iniziò a raccogliere consensi, ma la svolta arrivò quando ritrasse Winston Churchill, nel 1941 mentre Churchill pronunciava un'orazione alla Camera dei Comuni canadese a Ottawa. Questo è rimasto il uno dei ritratti più riprodotti nella storia.
La grande opera di Yousuf Karsh è esposta in numerosi stimati istituti e gallerie come collezione permanente. Pochi esempi sono il Museum of Modern Art di New York, il Metropolitan Museum of Art, la Bibliotheque nationale de France, il George Eastman House International Museum, la National Gallery of Canada e altri. Diverse biblioteche e vari registri in Canada conservano l'intera collezione, insieme ai negativi e ai documenti. Gli strumenti fotografici di Karsh sono stati donati al Canada Technology and Science Museum di Ottawa.
Yousuf Karsh muore il 13 luglio 2002, a Boston.
Le fotografie
Angela Lansbury nei panni della Signora in Giallo, in una scena del telefilm.
Angela Lansbury fotografata da Yousuf Karsh, 1946.