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CAMILLO BENSO DI CAVOUR, UNA FOTOGRAFIA IN TRIBUNALE

Il 2 novembre 1852, Camillo Benso conte di Cavour viene nominato Presidente del Consiglio del regno sabaudo. Con quel ruolo, prosegue l'opera di modernizzazione del regno: l'apertura verso i mercati esteri dell'economia piemontese, la realizzazione di numerose opere di canalizzazione e l'allargamento della rete ferroviaria. L’innalzamento del prelievo fiscale e i progetti di laicizzazione dello stato suscitano un forte disappunto. Il 26 aprile 1855 Cavour è costretto a rassegnare le dimissioni, ma il Re è costretto il 3 maggio a richiamarlo alla guida del governo.

Oggi, però, non parleremo di politica, ma di una fotografia che ritrae il conte Camillo Benso, scattata a Parigi. Finirà in tribunale, come elemento probante di una causa sui diritti d’autore o giù di lì: una novità per il tempo.

Gli anni dal 1859 al 1862 furono un periodo chiave nella storia della fotografia: non solo per via delle denunce da parte di molti intellettuali francesi, che vedevano le immagini scattate come false e di poco conto; ma perché diventarono anche lo scenario del celebre caso Mayer e Pierson.

Nel 1844 Pierre-Louis Pierson iniziò a gestire uno studio a Parigi, specializzato in dagherrotipi colorati a mano. Nel 1855 Pierson strinse una partnership con i fratelli Léopold Ernest e Louis Frederic Mayer, anche loro fotografi con la medesima attività. I Mayer erano stati nominati "Fotografi di Sua Maestà l'Imperatore" da Napoleone III l'anno prima che Pierson si unisse a loro. Sebbene gli studi fossero rimasti a indirizzi separati, Pierson e i Mayers hanno iniziato a distribuire congiuntamente le loro immagini sotto il titolo "Mayer et Pierson" e insieme sono diventati i principali fotografi di società a Parigi. Le fotografie di Pierson del 1861 della famiglia e della corte di Napoleone III vendettero molto bene al pubblico, anche perché includevano immagini rivelatrici della contessa Castiglione, femme fatale, amante di Napoleone III e presunta spia italiana.

Attraverso la contessa, Mayer e Pierson conobbero suo cugino, lo statista italiano conte Camillo di Cavour, e lo fotografarono. Fu attorno a uno dei ritratti di Cavour che si svolse una delle battaglie legali più cruente dell'allora breve storia della fotografia. Nel gennaio 1862 Mayer e Pierson intentarono una causa contro le ditte rivali Thiebault e Betbéder per aver copiato la loro stampa di Cavour e contro Schwalbé per aver copiato il loro ritratto di Lord Palmerston. Il primo caso è stato il più controverso, perché l'immagine di Cavour venne ritoccata, con la figura dello statista ingrandita, la posa delle gambe cambiata e l'aggiunta di una scena di sfondo. Sebbene un tribunale di primo grado abbia deciso contro di loro, Mayer e Pierson hanno presentato ricorso. Il caso fu dibattuto e argomentato nuovamente non solo nei tribunali, ma anche tra intellettuali, artisti e nei salotti. Infine, il dagherrotipo di Cavour ha raggiunto la corte suprema francese, la Cour de Cassation. Betbéder e Schwalbé hanno affermato che le foto alterate non violavano i diritti d'autore e hanno anche prodotto una dichiarazione firmata da molti dei principali artisti dell'epoca in cui si confermava come la fotografia non fosse arte. Il processo venne combattuto come un moderno dramma giudiziario, con Mayer e l'avvocato di Pierson a produrre molte fotografie, confrontandole con dipinti famosi, equiparando così in modo convincente l’immagine scattata alla pittura. La decisione della Corte Suprema ha definito la fotografia come arte ai sensi della legge francese sul diritto d'autore.

Tuttavia, il dibattito continuava a infuriare. Molte successive decisioni dei tribunali di primo grado non hanno confermato la decisione della Corte suprema. Ci sarebbero voluti altri cinquant'anni prima che la fotografia fosse universalmente considerata una forma autoriale dell’espressione artistica.

La fotografia

Mayer & Pierson. Camillo Benso di Cavour, 1861

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