DALLA TELEVISIONE AL CINEMA
Non è una fiaba, quella di Lucy Liu, o almeno così sembrerebbe. La bellezza non l’ha di certo aiutata, anche se esteticamente piace. Diciamo che in lei è emersa una caparbietà mai doma e una spinta culturale forte (parla numerose lingue), oltre a una capacità interpretativa personale e intensa. L’avvocato che Lucy incarnava in Ally McBeal, una serie TV, è stato creato appositamente per lei.
C’è dell’altro, però, l’attrice è di origine cinese ed è riconoscibile nell’aspetto, ma non si è appoggiata unicamente su quella caratteristica, creando un personaggio nuovo, occidentale quasi, certo non omologato. Anche questo è un merito.
Per parlare di Lucy Liu, incontriamo volentieri David Bailey, un fotografo che ha interpretato a fondo la rivoluzione culturale che divenne nota come The Swinging Sixties. Lui immortalò il nuovo, in un periodo nel quale cresceva l’interesse della gente per la moda e le celebrità. Il mondo della musica pop stava attraversando un profondo cambiamento, il cui eco, per forza e intensità, arriva ancora oggi. Ritrovare l’autore inglese ci fa piacere, anche perché c’è coerenza con il suo soggetto: nuovo a suo modo, distante dai modelli omologati, e vero nella sua originalità.
Lucy Liu, note biografiche
Lucy Liu è nata a New York City il 2 dicembre 1968, da genitori immigrati. Sua madre, Cecilia, biochimica, è di Pechino e suo padre, Tom Liu, ingegnere civile, è di Shanghai.
Col diploma alla Stuyvesant High School (1986) si è iscritta alla New York University, trasferendosi poi all'Università del Michigan dopo il suo primo anno. Si è laureata con una in lingue e culture asiatiche, riuscendo a ottenere una formazione aggiuntiva in danza, voce, belle arti e recitazione. Spinta dal desiderio di recitare, si è trasferita a Los Angeles, dividendo il suo tempo tra audizioni e lavori saltuari. Alla fine ha ottenuto un'apparizione come cameriera in Beverly Hills, 90210 (1990). Quella performance le ha portato fortuna, così sono arrivati E.R. - Medici in prima linea (1994) e X-Files (1993).
È apparsa per la prima volta sul grande schermo nel ruolo di una ex fidanzata in Jerry Maguire (1996). Ha poi recitato in alcune parti secondarie, prima di approdare alla sua grande occasione: la serie TV Ally McBeal (1997). Lo scrittore-produttore David E. Kelley le ha confezionato una parte tutta per lei, quella dell'avvocato irascibile Ling Woo. Lucy ha dato vita a quel personaggio con una personalità tutta sua, così è stata ingaggiata come membro regolare del cast.
La vittoria di "Ally" ha dato una spinta alla sua carriera cinematografica: nel 1999, è stata scelta nel film d'azione con Mel Gibson “Payback - La rivincita di Porter” e come autostoppista in “Incontriamoci a Las Vegas”. L'anno successivo le ha portato ruoli ancora più importanti: prima come la principessa Pei Pei in “Pallottole cinesi” (2000) di Jackie Chan, poi come parte del trio anticrimine “Charlie's Angels” (2000), ruolo che ha replicato nel 2003 in “Charlie's Angels - Più che mai”.
Sempre nel 2003, Lucy Liu presta il volto alla cattiva O-Ren Ishii nella pellicola di Quentin Tarantino "Kill Bill", che le vale recensioni positive dalla critica. Nel 2005 torna sul grande schermo con "Domino", di Tony Scott, e con "3 needles" (dove veste i panni di una ragazza cinese sieropositiva), mentre l'anno seguente è con Morgan Freeman in "Slevin - Patto criminale", per la regia di Paul McGuigan.
Lontana dallo schermo, Lucy Liu si tiene occupata con un mix eclettico di hobby. Pratica l'arte marziale Kali-Eskrima-Silat (combattimento con coltello e bastone), sci, arrampicate su roccia, cavalca e suona la fisarmonica. Nel 1993, ha esposto una collezione di opere d'arte multimediali alla Cast Iron Gallery di SoHo (New York). Lucy non dedica molto tempo alle relazioni affettive, come dice lei stessa: «Quel lato della mia vita si mantiene ordinato».
Il fotografo Antoine Verglas
Antoine Verglas è nato a Parigi (1962). Ha iniziato la sua carriera dall'altra parte dell’obiettivo, lavorando come conduttore in un popolare programma televisivo francese. Nel 1990, si trasferisce a New York, dove inizia la sua carriera di fotografo, con coraggio e dedizione. Ha prodotto una serie d’immagini, per la francese Elle, nelle quali presentava alcune delle top model emergenti nelle loro abitazioni (Stephanie Seymore, Linda Evangelista, Naomi, Claudia Shiffer e Cindy Crawford e altre). Ne è nato uno stile, che ha permesso a Verglas di lavorare per le migliori riviste di moda del mondo: Elle, Esquire, GQ, Maxim, Sports Illustrated e Vogue.
Il fotografo David Bailey
«Se nascevi nell’East End londinese degli anni trenta non avevi molta scelta. Potevi diventare un pugile, un ladro d’auto o al limite un musicista». A dirlo è stato David Bailey, quasi a giustificare le sue origini modeste. Quel ragazzo si è poi fatto da solo e i suoi scatti hanno animato il mondo della moda, contribuendo alla nascita di quella che è stata definita Swinging London, un insieme di tendenze che si svilupparono a Londra negli anni ’60. Musica, moda, fotografia e cinema subirono le sue influenze, ecco quindi: i Beatles, la minigonna di Mary Quant e modelle come Twiggy e Jean Shrimpton (poi moglie del fotografo). Bailey divenne famoso come i soggetti che ritrasse, perché interprete e autore del loro lancio.
David Bailey è nato a Londra il 2 gennaio 1938 ed è ampiamente considerato uno dei più grandi fotografi, particolarmente per quanto attiene il ritratto di celebrità e la moda. Le origini di Bailey sono modeste e si dice abbia indossato scarpe di cartone durante l’infanzia.
L'interesse di Bailey per le arti potrebbe essere iniziato fin dalla tenera età, quando frequentava spesso le sale cinematografiche. Sua madre portava la famiglia al cinema quasi tutte le sere, perché costava meno che riscaldare la casa. Gli piaceva anche scattare foto usando una vecchia Brownie che aveva sua madre.
Bailey e la sua famiglia continuarono a vivere a Londra anche durante la Seconda Guerra Mondiale.
Bailey era ben lungi dall'essere un allievo eccezionale. La sua frequenza scolastica, durante i suoi anni più formativi, fu continuamente interrotta dalla campagna di bombardamenti tedeschi. Inoltre, a lui venne successivamente diagnosticata la dislessia, una condizione sconosciuta all'epoca. I malati di quella patologia erano generalmente considerati studenti a bassa intelligenza e spesso venivano ignorati dai loro insegnanti.
Legalmente, sarebbe dovuto rimanere a scuola fino all'età di 15 anni, cosa che fece. Ha poi trascorso tre anni portando avanti lavori senza prospettive. Nel 1956 fu arruolato nella Royal Air Force in base alla legislazione obbligatoria sul servizio nazionale e nel 1957 fu inviato a Singapore. Durante questo periodo, ha ampliato il suo interesse per la fotografia, acquistando una fotocamera Rolleiflex e interessandosi a Henri Cartier Bresson.
Nel 1958, quando il suo incarico militare volse al termine, Bailey decise di diventare un fotografo professionista. Voleva iscriversi al London College of Printing, ma la sua domanda venne respinta a causa dei suoi scarsi risultati accademici.
Nel 1959, Bailey riuscì a ottenere un lavoro con John French, un importante fotografo di moda e ritrattista dell'epoca. L'anno successivo ha ottenuto un contratto con l'edizione britannica della rivista Vogue, iniziando a costruirsi una solida reputazione come libero professionista.
L'arrivo di Bailey sulla scena fotografica ha coinciso con la rivoluzione culturale che divenne nota come The Swinging Sixties. Crebbe l’interesse del pubblico per la moda e le celebrità. Il mondo della musica pop stava attraversando un profondo cambiamento e il mondo ha visto sorgere la prima top model in assoluto, Jean Shrimpton, la cui fama era in parte attribuibile alle immagini sorprendenti che Bailey aveva prodotto con lei.
Bailey è diventato famoso quanto le star e le celebrità che ha fotografato. Si muoveva negli stessi ambienti dei principali attori e attrici del periodo ed era amico personale di membri della famiglia reale e di molti dei nomi più importanti dello spettacolo e del cinema.
Nel corso degli anni '60 e '70, Bailey ha attirato l'attenzione della stampa dopo una serie di matrimoni di alto profilo con Jean Shrimpton, Catherine Deneuve e Marie Helvin.
La sua “Box of Pin-Ups”, una serie di stampe pubblicate nel 1964, mostra chiaramente il mondo in cui si era trasferito. Presentava ritratti di Mick Jagger, Shrimpton, The Beatles, Andy Warhol, i famigerati Kray Twins e molti altri volti famosi.
Nel 1981 ha realizzato la fotografia di copertina del 33 giri “Strada facendo”, di Claudio Baglioni.
Bailey lavora ancora come fotografo e ha anche diretto documentari e spot pubblicitari. Ha sviluppato un interesse per la pittura, esponendo anche le sue opere.
Bailey ha ricevuto il titolo di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico dalla regina Elisabetta II e nel 2016 un premio alla carriera dall'International Center of Photography di New York. Le fotografie dell'autore sono conservate nelle collezioni della National Portrait Gallery e del Victoria and Albert Museum di Londra. Bailey attualmente vive e lavora a Londra come fotografo. Ha anche diretto documentari e spot pubblicitari, indirizzando i suoi interessi persino verso la pittura.
Nel 1966 fu realizzato il film Blow up di Michelangelo Antonioni. Argomento del film erano il lavoro e gli amori di un fotografo di moda londinese, il cui personaggio era ampiamente basato su David Bailey.
Le fotografie
Lucy Liu fotografata da Antoine Verglas per MAXIM, 2002.
Lucy Liu fotografata da David Bailey.