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GAE AULENTI, ARCHITETTO INTELLETTUALE

A Milano c’è una piazza intitolata a suo nome. E’ adiacente al quartiere Garibaldi, al centro del complesso della Unicredit Tower: circolare, grande, moderna, dotata di pensiline fotovoltaiche per fornire energia alle tre torri che la sovrastano. Sarebbe piaciuta a Gae Aulenti? Forse, anche se lei guardava oltre, con uno sguardo internazionale. Diceva: «Per me era fondamentale partire per Buenos Aires e prendermi il tempo per passare dalla Bolivia di Che Guevara. Conoscere Parigi significava conoscere l'Europa... Non mi sono mai fermata».

La Aulenti era in primo luogo un intellettuale. I suoi progetti traevano ispirazione da un lavoro di ricerca letteraria, storica, artistica e persino musicale. Per questa ragione era in grado di modernizzare delicatamente, col garbo necessario, gettando un ponte tra i valori del passato e le potenzialità del futuro.

Oltre alle creazioni d’arredo, il suo lavoro l’ha portata a esprimersi in varie direzioni. Collabora anche con l’industria. Nel 1966 per Olivetti crea degli showroom fra cui Olivetti Shop (1966, Parigi, Francia). Nel 1968 per la fabbrica di automobili Fiat disegna allestimenti per esibizioni, stand commerciali e showroom; tra questi, quello di Zurigo, di Bruxelles in Belgio e di Torino.

Gae Aulenti, note biografiche

Gae Aulenti era un architetto, artista d’installazione, lighting e interior designer. È nata a Palazzolo della Stella, Udine in Italia. Aulenti ha studiato architettura al Politecnico di Milano, laureandosi nel 1953.
Tra il 1954 e il 1962 Aulenti lavora come grafico e redattore alla rivista Casabella-Continuità, diretta da diretta da Ernesto Nathan Rogers. In seguito ha anche lavorato nel consiglio direttivo della rivista “Lotus International”. All'inizio degli anni '60 Gae Aulenti fu coinvolta in una serie di progetti e insieme a ciò diede anche ampi contributi nel campo dell'insegnamento: dapprima alla Scuola di Architettura di Venezia dal 1960 al 1962 e successivamente dal 1964-67 presso la Scuola di Architettura di Milano. Oltre all'architettura, Aulenti è diventata famosa grazie alle sue creazioni di design per arredamento, per le quali ha vinto il premio della Triennale di Milano. Lei stessa ha descritto la sua strategia per il design di mobili, con queste parole: «Miro a creare mobili che appaiano in una stanza come edifici su uno skyline e ricordino allo spettatore l'interazione tra oggetti di design e spazio architettonico».
D'altra parte, durante la progettazione degli edifici, l'obiettivo principale di Aulenti è sempre stato quello di ripristinare i vecchi valori architettonici e fonderli con gli ambienti esistenti. Pertanto, la fusione delle tecniche architettoniche tradizionali con i requisiti dei tempi attuali è stata la principale area di interesse durante la sua carriera. Il suo lavoro è sempre stato fonte d'ispirazione per le giovani generazioni e la critica ha sempre mostrato grande interesse per i suoi progetti. Il contributo di Gae Aulenti in questo campo ha contribuito a cambiare la visione generale dell'architettura e ha dato alle città un profilo del tutto nuovo. Ha sempre cercato di disegnare la vera anima degli spazi senza scendere a compromessi con funzionalità ed estetica. Nelle sue stesse parole ha sempre spiegato che il suo lavoro è profondamente intrecciato con il loro dominio circostante. I principali contributi architettonici di Aulenti consistevano principalmente in grandi musei.
Insieme al design di mobili e all'architettura, Aulenti ha lavorato anche come scenografo. Ha sempre cercato di creare forme che possano innescare le esperienze sensuali degli utenti e formare connessioni esperienziali con gli spazi e non solo creare esperienze ma anche indurre nuove serie di eventi e incontri.

Alcuni dei principali contributi di Aulenti sono:

Piazza Cadorna a Milano (2000)
Il Museo Nazionale d'Arte della Catalogna a Barcellona (1985-2004)
Palazzo Branciforte a Palermo (2012)
Il restauro del teatro La Fenice di Venezia (dopo che un devastante incendio lo colpì nel 1996)
La galleria principale del Musee d'Orsay

Aulenti cadde vittima di una malattia cronica e morì il 31 ottobre 2012, a Milano, poco dopo aver ricevuto il premio della Triennale di Milano il 16 ottobre, poche settimane prima del suo 85° compleanno.

Il fotografo Aldo Ballo

Aldo Ballo, nasce a Sciacca, in Sicilia nel 1928 ma si trasferisce a Milano per studiare architettura. Qui incontra Marirosa Toscani, figlia di Fedele (sorella di Oliviero). La ragazza lavora presso lo studio del padre “Rotofoto”. Abbandonati gli studi universitari, i due giovani si dedicano alla fotografia e dal 1953 aprono lo studio fotografico Ballo+Ballo, a Brera, che diventa un importante punto di riferimento dei più importanti designer. L’atelier si trasferisce in via Santa Croce e poi in via Tristano Calco. I Ballo si specializzano in immagini industriali di design. Fotografano per Castiglioni, Sottsass, Olivetti, Artemide, Zanotta, B&B, FLOS, Guzzini.
Collaborano con importanti riviste come Abitare, Ottagono, Stile ed Industria, House & Garden e Casa Vogue. Lo Studio Ballo lavora anche con la Rinascente negli anni 1955-1971 e in particolare con il Centro di Design creato da Augusto Morello e diretto da Mario Cristiani. Aldo Ballo sostiene: «Io non faccio foto d’arte, foto da chiodo, qui si fa fotografia industriale, si va dentro l’oggetto: interpretare l’oggetto, restituirgli l’anima».
Dopo la scomparsa di Aldo nel 1994, Marirosa Toscani Ballo ha proseguito l’attività. Aldo Ballo ha fotografato alcune opere di Alik Cavaliere, uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea del secondo Novecento.

(Fonte: Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte)

Le fotografie

Gae Aulenti, 1960. Foto Aldo Ballo
Gae e Tavolo con Ruote, foto Aldo Ballo

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