FOTOGRAFIA DA LEGGERE …
Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da leggere”. Questa volta incontriamo un lavoro originale, simpatico anche; che ci permette un’ulteriore riflessione sulla fotografia, se pure da un’angolazione differente dal solito: “Catturare Il Tempo, lentezza e rapidità nella fotografia”, di Diego Mormorio (Edizioni Postcard).
«Indietro non si torna», è ciò che parrebbe suggerirci, con una frase un po’ militaresca, la storia della fotografia; questo soprattutto se considerata dal punto di vista della genesi dell’immagine. Dal 1839, tanti sono stati i punti di non ritorno che hanno modificato il processo produttivo della nostra passione. Certo, il passaggio da analogico a digitale è stato uno di quei punti, ma già il dagherrotipo perse i favori dal 1855, con l’introduzione delle nuove tecniche al collodio umido e all'albumina, anche se utilizzato sino a fine ‘800. E poi, che dire dell’introduzione del rullino fotografico? Siamo nel 1888, o già di lì; e fu una rivoluzione.
Ecco quindi la prima riflessione suggerita dal libro, racchiusa in questa domanda: «Di cosa si occupa la fotografia?». Luce a parte, da scrivere o leggere, fotografare significa portare avanti una pratica relazionale che si occupa di tempo. Su questo presupposto, Diego Mormorio ha costruito una storia della fotografia basandosi sulla durata del click. Anche in questo ambito l’evoluzione è stata incredibile, soprattutto se pensiamo al primo scatto di Joseph Nicéphore Niépce: “Veduta dalla finestra a Le Gras” (1826), otto ore di posa.
Molto è cambiato anche di recente. I sessantenni ricorderanno come le fotocamere a loro disposizione, belle a ricordarsi (tipo Canon FTb o Pentax K1000), permettevano come tempo rapido 1/1000 di secondo. Allora lo scatto tipo era 1/125 di secondo, diaframma f/5,6; f/8 o f/11, a seconda della luce. Ne è passata di acqua sotto i ponti, anche perché oggi gli ISO (non più ASA o DIN) consentono molto. Nulla è eterno, rassegniamoci. Leggiamo il libro di Mormorio e facciamocene una ragione.
Sinossi del libro
Dall’antica Grecia in poi, la nostra cultura vive nell’angoscia di vedere scomparire tutto: dai più intimi affetti a tutti gli oggetti; instancabile, come il peggiore dei mostri, il tempo ci appare come il fagocitatore di tutto. Con la fotografia, l’Occidente ha arginato una parte di questa angoscia che deriva dal nichilismo sul quale si fonda. La fotografia ha dato all’individuo occidentale la possibilità di creare un frammento di eternità, senza dovere abbandonare la convinzione che niente è eterno.
Con questo libro, ampliato di ben settanta pagine rispetto alla prima edizione e con una nuova cover, Diego Mormorio torna ad affrontare il tema della storia della fotografia attraverso i tempi di posa — un approccio insolito e originale che ha affascinato i lettori delle due precedenti edizioni.
Un’intensa carrellata d’immagini guida il lettore dall’origine greca della fotografia, fino alle immagini a illuminazione stroboscopica di Edgerton, alle sperimentazioni di Gjon Mili, passando per il suggestivo mondo del primo reportage, realizzato nel 1843 da David Octavius Hill e Robert Adamson, nel villaggio di pescatori di Newhaven, ora parte di Edimburgo.
Diego Mormorio, note biografiche e altre pubblicazioni
Diego Mormorio, storico, critico della fotografia e saggista. Diego Mormorio è nato a Caracas da genitori siciliani. Si occupa soprattutto dei rapporti tra la fotografia, la cultura filosofica e quella letteraria. Da alcuni anni s’interessa particolarmente al tema della rappresentazione della bellezza e della natura, con particolare attenzione al paesaggio.
Tra i suoi libri ricordiamo: “Gli scrittori e la fotografia” (Editori Riuniti, 1988), “Storia della fotografia” (1996), “L’isola dei siciliani” (1995), “Vestiti, lo stile degli italiani in un secolo di fotografie” (Laterza, 1999), “La lunga vacanza del barone Gloeden” (2002), “La regina nuda, delazioni e congiure nella Roma dell’ultimo Papa Re” (Il Saggiatore 2006), “W Garibaldo, tre racconti garibaldini” (2007), “Meditazione e fotografia, ovvero vedendo e ascoltando passare l’attimo” (Contrasto, 2008).
Ha curato decine di mostre per enti pubblici e privati, introdotto numerosi cataloghi e libri fotografici di autori italiani e stranieri, collaborato a diversi quotidiani e riviste nazionali. Come docente ha insegnato Storia della Fotografia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo (DAMS), all’Istituto Europeo di Design di Roma e alla Scuola Superiore per Restauratori dei materiali cartacei di San Casciano dei Bagni.
Nell’anno accademico 2008/2009 ha insegnato Storia della Fotografia Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Napoli e in quello 2009/2010 è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha diretto la galleria Acta International di Roma. È stato redattore della rivista Photo Italia e photo editor nei quotidiani Il Messaggero e L’Informazione.
La fotografia
Copertina del libro "Catturare Il Tempo, lentezza e rapidità nella fotografia”,
di Diego Mormorio (Edizioni Postcard).