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UN ANGELO CON LA TROMBA

E’ il 13 maggio del 1988. Chet Baker è appena precipitato da una finestra del quarto piano del Prins Hendrik Hotel, l’albergo che aveva scelto per la sua permanenza ad Amsterdam, dove si trovava per una serie di concerti. Quella sera avrebbe dovuto suonare con il sassofonista Archie Shepp, ma lui non è mai arrivato di fronte al pubblico che lo aspettava.
Le ipotesi più accreditate per l’accaduto furono, fin dall’inizio, la caduta accidentale o il suicidio, ma non si potevano escludere un incidente dovuto a un’overdose di eroina o a un omicidio. Quale fosse la causa, la cosa certa era che il jazz aveva perso per sempre, e troppo presto, uno dei suoi interpreti più intensi e poetici, un artista che grazie alla musica era riuscito ad arginare, anche se solo parzialmente, l’irrequietezza che abitava lui.
Chet Baker è stato uno dei più grandi trombettisti della storia della musica jazz: migliore tra i bianchi, secondo (forse) solo a Miles Davis. Cantante dal timbro vocale accattivante, ha legato il suo nome al celebre brano "My funny Valentine".
Tossicodipendente per oltre trent'anni, ha condizionato tutta la sua vita (e la carriera) per via di quel problema. La musica riusciva a restituirgli un po’ di serenità, e questo deve bastarci. Del resto, non si può avere tutto.

Chet ha frequentato anche l'Italia, tenendo molti dei suoi migliori concerti; recita anche in diversi film di casa nostra, chiamato da registi come Nanni Loy, Lucio Fulci, Enzo Nasso ed Elio Petri.
Dal 1975 risiede qui da noi. In molti all’inizio degli anni '80 lo incontrano a Roma, nel quartiere Monte Mario. Altri lo riconoscono mentre suona per strada, in via del Corso, purtroppo per soddisfare la propria tossicodipendenza. Era un angelo con la tromba per quanti sono riusciti ad ascoltarlo.

Chet Baker, note biografiche

Nato Chesney Henry Baker Jr. il 23 dicembre 1929 a Yale, Oklahoma, Chet Baker era figlio di Vera Baker e Chesney H. Baker Sr. La famiglia si trasferì in California intorno al 1939. Un paio di anni dopo, nel periodo in cui gli Stati Uniti entrarono nella seconda guerra mondiale, il giovane Chet iniziò a suonare il corno. Inizialmente suo padre gli aveva regalato un trombone, ma era troppo grande per lui, così fu sostituito con una tromba. Ascoltava i trombettisti alla radio, imparando a orecchio a suonare come loro, ma si esibiva anche con la sua banda del liceo. Baker si arruolò nell'esercito degli Stati Uniti nel 1946 e fu inviato a Berlino, in Germania, dove si esibì nella banda militare. Mentre era sotto le armi ha ascoltato jazz sulla rete radiofonica delle forze armate e in seguito ha detto che il suo modo di suonare si è modificato in quel periodo ascoltando il trombettista Dizzy Gillespie. Quando Baker tornò alla vita civile, frequentò brevemente l'El Camino College in California. Sposò Charlaine nel 1950, ma il matrimonio finì senza figli. Nel 1952 fece un'audizione per la leggenda del jazz Charlie Parker a Los Angeles e suonò per un po' nella sua band. Nello stesso anno si unì al Gerry Mulligan Quartet e divenne rapidamente una star. Ben presto stava guidando il suo gruppo. Ha registrato molto durante gli anni '50, spesso cantando con una voce seducente che completava il suo bell'aspetto, oltre a suonare la tromba. È apparso in un film di guerra intitolato “Bombardamento alta quota”, nel 1955. Molti credono che, se non fosse stato per la sua dipendenza dalla droga e per i suoi problemi legali concomitanti, sarebbe potuto diventare una star del cinema. Così com'era, è apparso solo in pochi film, tra cui un paio in Italia.
Nel 1956 sposò Halema, una bellissima donna pachistana che appare in alcune delle famose fotografie di Baker scattate da William Claxton. Hanno avuto un figlio, Chesney Aftab Baker, nel 1957 ("Aftab" è più o meno equivalente a "Junior" nella patria di Halema). Nel 1959 Baker andò a suonare e lasciò Halema e Chesney Aftab con lo scultore americano Peter Broome a Parigi. Baker ha incontrato un'attrice inglese, Carol Baker, in Italia intorno al 1961. Sposati nel 1964 e, sebbene si fossero separati negli anni '70, non hanno mai divorziato. Insieme hanno avuto due figli e una figlia, Dean Baker, Paul Baker e Melissa (alias Missy Baker).
Il 13 maggio 1988, verso le 3 del mattino, Baker cadde dalla finestra di una camera d'albergo ad Amsterdam, nei Paesi Bassi. La sua morte sembra essere stata accidentale. L'eroina è stata trovata nel suo sangue e sia l'eroina che la cocaina sono state rinvenute nella sua stanza, che era chiusa a chiave dall'interno. Il suo corpo fu rimandato in California e sepolto accanto a suo padre. Gli sopravvissero sua madre Vera, la moglie Carol e quattro figli.

Bruce Weber, il fotografo

Bruce Weber nasce il 29 marzo 1946. Lui cresce in Pennsylvania. Suo padre era un appassionato di fotografia, che si dedicava all’hobby preferito ogni domenica. Nel 1966 si trasferisce a New York, dove per vivere farà anche il modello: un esperienza non priva di significato, perché vedere cosa accadeva dall’altra parte dell’obiettivo rappresenterà per lui uno strumento di apprendimento importante.
Ad avviarlo alla fotografia (e all’approfondimento) saranno due grandi del periodo: Richard Avedon e Diane Arbus.
Inizierà a lavorare per la moda tra gli anni ’70 e ’80: il periodo è quello dello sfarzo, delle immagini patinate, del lusso, dei belli e dei famosi. Bruce rinnegherà tutto questo, trasferendo alle sue immagini una spontaneità nuova per i tempi. La sua poetica restituirà, a chi guarda, serenità e giocosità.
Weber è conosciuto per aver creato l'immagine di Ralph Lauren, Calvin Klein, Abercrombie and Fitch; ma anche per diversi progetti sociali.
Ama profondamente la pellicola, pur nell’era digitale. Non vede di buon grado le fotografie ritoccate, perché apprezza i segni della vita. Ecco cosa ha detto a proposito: «Amo vedere le cicatrici che la vita ha segnato sul volto di un individuo, perché credo che se sei sopravvissuto a qualcosa, la vita è una vittoria e io apprezzo la bellezza della sopravvivenza».

Bruce Weber, un film con Chet Baker

pChet Baker era un genio del jazz, bello e dannato, morto ad Amsterdam con una miscela di cocaina ed eroina nel sangue. Un film, girato poco prima di morire, lo ritrae immerso nella sua musica, illuminato dal bianco e nero del fotografo Bruce Weber. Quel film, Let's get Lost è il ritratto emozionante e commovente del talento del trombettista americano che aveva suonato con Charlie Parker e assieme a Gerry Mulligan, per poi cominciare anche a cantare, mettendo i brividi con My Funny Valentine.
Let's get lost è stato ripresentato in una splendida versione restaurata alla Mostra del Cinema di Venezia 2013.

Il fotografo William Claxton

Il fotografo americano William Claxton era noto soprattutto per i suoi ritratti in bianco e nero di musicisti jazz e star di Hollywood. La sua abilità è stata quella di combinare le proprie passioni con il mezzo prescelto, compilando un resoconto culturale della vita negli Stati Uniti dagli anni '50 agli anni '90.

Claxton è nato e cresciuto in una casa confortevole a Pasadena, in California, il 12 ottobre 1927. Si è iscritto all'UCLA (l'Università della California, Los Angeles) per studiare psicologia. Aveva già iniziato a fotografare come hobby e la sua robusta fotocamera Speed Graphic da 4x6 pollici lo accompagnava di continuo laddove il jazz prendeva vita, anche nelle cantine più buie. Nel 1952 ebbe la fortuna, nel leggendario club Haig, di incontrare Dick Bock, fondatore dell'etichetta Pacific Jazz, che lo assunse come art director e fotografo.
Abbandonati gli studi, William si concentrò sul suo stile fotografico, quello che aveva ereditato dagli anni Quaranta. "La maggior parte della fotografia jazz prima di me mostrava musicisti sudati, con facce luccicanti, in piccoli bar bui e fumosi”. “Quello era il jazz per la maggior parte delle persone”. “Essendo sulla costa occidentale, volevo far emergere il fatto che i musicisti vivevano in ottima salute, consapevoli dell'ambiente”. “Quindi ho iniziato a metterli in spiaggia o in montagna o sulla strada nelle loro decappottabili.

Condivideva con McQueen la passione per le auto veloci e questo l’ha portato a scattare la celebre immagine dell'attore che guida la sua Jaguar decappottabile lungo Mulholland Drive a Los Angeles, scrutando oltre il bordo dei suoi occhiali da sole (1962). Quella fotografia ha rappresentato un allontanamento dal lavoro precedente di Claxton, per indirizzarlo verso la ritrattistica delle celebrità di Hollywood.

Claxton è entrato nel colore per la fotografia di moda, che ha iniziato all'inizio degli anni '60, complice sua moglie Moffitt. Nel 1991, le sue immagini di moda sono state raccolte in The Rudi Gernreich Book, pubblicato da Benedikt Taschen, che ha descritto Claxton come "... un grande fotografo che ha toccato la vita dei suoi amici attraverso generosità, fascino e gentilezza". In nessun ambito, tuttavia, il rapporto con i suoi soggetti è più chiaro di quello evocato dalle immagini del primo amore di Claxton, quello per la musica. Nel suo libro Young Chet (1993), scrisse: «Il jazz è improvvisazione musicale, è l'arte del momento. Nella registrazione del jazz, l'ispirazione e l'inventiva di questo momento è resa permanente dalla tecnologia, dando piacere molti anni dopo la prestazione».

Le fotografie di Claxton sono state pubblicate su: Time, Life, Vogue, Paris Match e Interview; nonché in più di una dozzina di libri d'arte di grande formato. Ha tenuto decine di mostre e il suo lavoro è conservato nella collezione del Museum of Modern Art di New York. William James Claxton, fotografo, è morto l'11 ottobre 2008.

Le fotografie

Chet Baker “Let’s Get Lost”, 1988. Ph. Bruce Weber
Helima and Chet Baker, Redondo Beach, 1955. Ph. William Claxton

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