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IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO

23 dicembre 1966 – Il film “Il buono, il brutto, il cattivo” viene proiettato per la prima volta in pubblico. Considerato uno dei più celebri western della storia del cinema, il film rappresenta la conclusione della “trilogia del dollaro” di Sergio Leone, preceduto da “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più”.
Le scene sono state girate in Spagna, tra Castiglia e León e l'Andalusia, ma anche a Durango in Messico e negli studi Elios Film a Roma.
La scena del duello finale a tre, tra i protagonisti, è diventata famosa nella storia del cinema: ricca di primi piani, dettagli, inquadrature strette sugli occhi. La sequenza è risultata straordinaria grazie alla musica firmata da Ennio Morricone.
Non “arrivano i nostri”, in questa pellicola, ma s’intrecciano tre vite, che col tempo, e negli anni, hanno confuso la nostra interpretazione; estetica a parte (il bello è facilmente identificabile), chi è realmente il cattivo? E perché? Crescendo, abbiamo costruito in noi stessi altre idee, alle volte fuorvianti; e qui sta la forza del film, l’ambiguità stessa testimonia come la guerra (quella di Secessione) o le ripetute vendette portino poco lontano.

La pellicola termina con il brutto che insulta il bello mentre si allontana a cavallo, sulla musica che incalza. La lezione non è servita nemmeno a loro e si potrebbe iniziare d’accapo. Ottima l’interpretazione dei tre protagonisti: Tuco, il Brutto (Eli Wallach); Joe, il Buono (Clint Eastwood); e Sentenza, il Cattivo (Lee van Cliff).

Il film, la trama o quasi

La storia è ambientata nella seconda metà del 1800, durante la guerra di secessione americana; tre uomini vivono ai margini della società e della legge: Tuco, il Brutto (Eli Wallach), Joe, il Buono (Clint Eastwood) e Sentenza, il Cattivo (Lee van Cliff).
Tuco è un bandito e viene catturato da un cacciatore di taglie, Joe, che prima lo consegna alle autorità e poi lo salva dall'esecuzione; i due si mettono d'accordo così per ripetere la truffa e intascare la taglia, ma il Buono viene meno al patto e abbandona il Brutto nel deserto, che organizza così la sua vendetta.
Nel frattempo Sentenza è da tempo sulle tracce di una grande quantità d'oro nascosta dal temibile Bill Carson al sicuro dentro una tomba. Per uno scherzo del destino, i tre uomini, senza nessuna reciproca fiducia e accomunati solo dal risentimento, sono costretti loro malgrado a mettersi insieme sulle tracce del bottino, spinti dalla necessità e legati da un destino beffardo, sorvegliandosi l'un l'altro giorno e notte. Da soli non avrebbero raggiunto il loro scopo. Affronteranno svariate avventure per arrivare al cimitero, dove si sfideranno in un ultimo scontro risolutivo per impossessarsi del tesoro.

Il fotografo, Tazio Secchiaroli

Tazio Secchiaroli (1925 – 1998) è stato una figura importante del reportage di casa nostra, in un’Italia che stava cambiando; identificato con troppa semplicità quale “paparazzo” della Dolce Vita di Fellini (ne ispirò il film, su sceneggiatura di Ennio Flaiano).
Tazio Secchiaroli nasce a Roma nel 1925, e la sua carriera di fotografo inizia quasi per caso, nel 1943, mentre lavora come fattorino a Cinecittà. È qui infatti che da semplice spettatore comincia ad alimentare la sua passione per la fotografia, per quell’arte capace di interrompere il flusso continuo del tempo consegnando alla memoria attimi di una vita qualunque semplice e profonda insieme.
Nel 1944 diventa così fotografo ambulante, "scattino" riprendendo per le strade di Roma i soldati americani ed i turisti, alla ricerca di facce anonime, sorridenti ed incredibilmente affascinanti. Nel 1951 approda all'Agenzia Vedo di Adolfo Porry Pastore, uno dei padri del fotogiornalismo italiano, dal quale apprende "tutti i trucchi del mestiere", acquistando così la sicurezza sufficiente per decidere di dedicarsi completamente alla fotografia.
Nel 1955 fonda insieme a Sergio Spinelli, la "Roma Press Photos". Una scelta coraggiosa che si rivela da subito un ottimo investimento. È la strada giusta per il successo, un successo che consacrerà Secchiaroli tra i nomi più noti della fotografia.
Secchiaroli è stato comunque un personaggio complesso e variegato. Non deve essere confuso col gossip, ma considerato quale interprete di una certa Italia: quella della bella vita, del moralismo, degli scandali.

Le fotografie

Clint Eastwood in una scena del film
Tazio Secchiaroli. Clint Eastwood e Sergio Leone sul set di “Per un pugno di dollari” (1964).

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