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BUON NATALE
Due fotografie d'autore ci aiutano nelle parole. Si tratta di due immagini natalizie a firma Matteo Chinellato e Henri Cartier Bresson. Image Mag augura Buon Natale a tutti i lettori, agli appassionati di fotografia, ai curiosi, ma anche a molti altri: perché ogni persona fa parte di una storia da raccontare.
La Redazione di Image Mag.
Matteo Chinellato, “La laguna che non vedi”
Matteo nasce e vive a Venezia. S’intuisce come con la città abbia un approccio intimo, intenso, personale, da veneziano insomma. Il suo sguardo (fotografico, s’intende) spesso è carico d’affetto e, come tanti suoi colleghi, di frequente indaga sul senso di vivere lì, in una fiaba che si svela tutti i giorni e in ogni stagione. Siamo convinti come in lui abiti un “progetto Venezia”, un’idea fotografica che, come in un viaggio, propone l’oggi, ma nasconde il domani. Forse la costruzione del suo racconto sulla città lagunare durerà tutta la vita e a noi piace esserne partecipi anche nelle tappe intermedie, perché tutte significative e ricche di ricerca.
Matteo Chinellato, note biografiche
Matteo Chinellato nasce a Venezia il 24 luglio 1974. La sua passione per la fotografia prende vita attraverso il padre, restauratore d'arte, per il quale usa macchine fotografiche analogiche, documentando i restauri su dipinti e altri oggetti artistici che arrivano presso il laboratorio.
A circa 10 anni riceve in regalo una Mupi M6, con la quale inizia a scattare le prime fotografie. Verso il 1985, con la visita di Papa Giovanni Paolo II a Venezia, usa per la prima volta una Pentax MX con zoom e produce i primi lavori di "cronaca". Da quel momento la passione per la fotografia sarà totale.
Dopo essersi diplomato come Maestro d'Arte d'Oreficeria presso l'Istituto d'Arte di Venezia, s’iscrive all'Università in Beni Culturali, ma dopo soli due anni abbandona gli studi a causa del servizio di leva. In questi due anni di Università incontrerà un personaggio chiave della fotografia, quel prof. Italo Zannier che gli farà conoscere la Storia della Fotografia. Con lui resta ancora una solida amicizia.
Verso il 1997 inizia ad aiutare i suoi genitori fotografando quelle opere che arrivano continuamente presso il laboratorio di restauro, come documentazione fotografica del proseguimento dei lavori. Sarà anche il fotografo ufficiale durante l'allestimento delle mostre presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Nel 2009 passa dalla fotografia amatoriale a quella professionale, specializzandosi in micro-macro fotografia mineralogica-gemmologica, natura, aeronautica, cinema e cronaca. Accreditato a diversi eventi importanti di Venezia (Mostre del Cinema, America's Cup, Visita Pontificia etc.) diventa collaboratore di Getty Images, CorbisImages e PhotoShot, oltre che di varie testate come il Corriere della Sera - Veneto.
Nel 2014, con la collaborazione del prof. Zannier, espone la prima personale dedicata a Venezia, con un ottimo successo di pubblico. Diverse sue fotografie si trovano nelle collezioni private di vari famosi fotografi italiani. Nel settembre 2014 ha esposto la sua seconda personale dedicata alla Mostra del Cinema di Venezia e nel novembre 2014 una terza dedicata alla Grande Guerra.
www.chinellatophoto.it
Il fotografo Henri Cartier Bresson
Henri Cartier Bresson nasce a Chanteloup-en-Brie il 22 agosto 1908. Di lui abbiamo parlato spesso, dedicandogli addirittura il mese di agosto. Da molti viene considerato il padre del fotogiornalismo, ma noi (con un po’ di presunzione) preferiamo definirlo come l’inventore della fotografia moderna. Molti interpreti dello scatto si sono ispirati a lui come l’iniziatore di una nuova era e crediamo che tanti appassionati possano mettersi a ruota: con rispetto e ammirazione. Continuare a conoscerlo è comunque un piacere.
Henri Cartier-Bresson, la sua arte
Non si deve pensare che le sue fotografie siano frutto di fortunate casualità, infatti, oltre alla naturalezza, l’altro aspetto importante della sua ricerca è la composizione e la creazione di un ordine geometrico. Integrava nelle sue foto linee, curve e tutto ciò che potesse contribuire a rendere uno scatto poetico. D’altronde se Henri Cartier-Bresson non fosse diventato un fotografo probabilmente avrebbe fatto il pittore, dato che aveva frequentato lo studio dell’artista André Lhole proprio per studiare pittura.
L’incontro con la fotografia di Henri Cartier Bresson
L’incontro con la fotografia avvenne nel 1931, quando sfogliando una rivista vide una foto di Martin Munkacsi e ne rimase affascinato. L’anno dopo acquista la sua prima macchina fotografica Leica e inizia a viaggiare per l’Europa scattando fotografie.
Le sue immagini iniziano a comparire sulle riviste e vengono anche esposte, ma la sua creatività incontra anche il mondo del cinema e nel 1936 lavora come assistente alla regia di Jean Renoir (assieme a Luchino Visconti) per i film “La scampagnata” e ” La vita è nostra”. Inoltre, diventa lui stesso regista per due documentari sugli ospedali nella Spagna repubblicana e sulla vita dei soldati americani durante la guerra civile spagnola.
Quando inizia a scattare, quindi, Henri Cartier-Bresson ha appena 24 anni ed è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade: dalla pittura, dal cinema. “Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava.
Non capire nulla di fotografia significa, tra l’altro, non sviluppare personalmente i propri scatti: è un lavoro che lascia agli specialisti del settore. Non vuole apportare alcun miglioramento al negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel qui e ora, nella risposta immediata del soggetto.
Henri Cartier-Bresson, un libro
Henri Cartier-Bresson fu fatto prigioniero dai tedeschi nel 1940. Dopo due tentativi falliti, riuscì a fuggire nel 1943. Durante questo periodo, il Museum of Modern Art di New York, partendo dal presupposto che il fotografo fosse morto in guerra, ha iniziato la preparazione di quella che si pensava sarebbe stata un’esposizione postuma del suo lavoro. Quando riapparve, Cartier-Bresson fu felice di apprendere della mostra e decise di rivederla, curandola lui stesso.
Nel 1946 Cartier-Bresson si reca a New York con circa 300 stampe nella sua valigia, acquista un album (uno scrap book appunto), gli incolla le immagini, e lo porta ai curatori del MoMA. La mostra viene inaugurata il 4 Febbraio 1947.
Dopo la morte del fotografo (2004), la Fondation Henri Cartier-Bresson, finito il lavoro di ripristino, ha permesso di rendere pubblica quest’opera.
Henri Cartier-Bresson
Scrapbook
Ed. Thames & Hudson USA
Le fotografie
Venezia. Albero di Natale in piazza San Marco, 2021. Ph. Matteo Chinellato
Henri Cartier Bresson, Parigi 1968