Skip to main content

MUHAMMAD ALI, IL CAMPIONE

Ci rivolgiamo a una notizia databile giorni addietro. Un accadimento importante aveva tolto spazio alla nascita di Cassius Clay (nato il 17 gennaio), un campione da celebrare per il senso che ha avuto nella storia dello sport. Abbiamo già palato di lui, anche fotograficamente; ma sempre a livello marginale, senza interessarci alla sua vita, certamente non banale.

Danzava sul ring, Cassius Clay, con un atteggiamento anche strafottente. La sua figura imponente contrastava con l’agilità che era in grado di manifestare. Lo si poteva definire “spaccone”, ma c’era dell’altro. Avrà modo di dimostrare le sue qualità durante l’esistenza intera: sempre difficile, anche quando le luci della ribalta lo illuminavano per intero.

Muhammad Ali è stato un campione di boxe dei pesi massimi con un impressionante record di 56 vittorie. Lui era anche un filantropo, universalmente considerato uno dei più grandi atleti del 20° secolo. Ha conquistato una medaglia d'oro olimpica nel 1960 ed è diventato campione mondiale di boxe dei pesi massimi nel 1964.

Dopo l’allontanamento dal ring per aver rifiutato la chiamata alle armi, Ali ha riconquistato il titolo dei pesi massimi altre due volte negli anni '70, vincendo i famosi incontri contro Joe Frazier e George Foreman. Gli venne diagnosticato il morbo di Parkinson nel 1984. Nella sua vita ha dedicato gran parte del tempo alla filantropia, guadagnandosi la Presidential Medal of Freedom nel 2005.

Muhammad Ali, note biografiche

Ali è nato il 17 gennaio 1942 a Louisville, nel Kentucky. Il suo nome di nascita era Cassius Marcellus Clay Jr. In tenera età, il giovane Clay ha dimostrato di non aver paura di nessun incontro, dentro o fuori dal ring. Cresciuto nel sud segregato, ha sperimentato in prima persona il pregiudizio razziale e la discriminazione.

All'età di 12 anni, Clay ha scoperto il suo talento per la boxe per uno strano scherzo del destino. Dopo che la sua bicicletta era stata rubata, Clay ha detto a un agente di polizia, Joe Martin, che voleva picchiare il ladro. «Beh, è meglio che impari a combattere prima di iniziare a sfidare le persone», gli disse l’agente in quel momento. Oltre ad essere un agente di polizia, Martin allenava giovani pugili in una palestra locale. Clay ha iniziato a lavorare con Martin per imparare a combattere e presto ha iniziato la sua carriera di pugile.

Nel 1960, Clay conquistò un posto nella squadra olimpica di boxe degli Stati Uniti e si recò a Roma, in Italia, per competere. Lui era una figura imponente sul ring, ma divenne anche noto per la sua velocità fulminea e il gioco di gambe fantasioso. In finale ha sconfitto Zbigniew Pietrzkowski, pugile polacco, vincendo così la medaglia d'oro olimpica dei pesi massimi leggeri.

Clay si converte all’Islam nel 1964. Arruolato nell'esercito nell'aprile 1967, si rifiutò di prestare servizio sulla base del fatto che era un ministro musulmano praticante con convinzioni religiose che gli impedivano di combattere. È stato arrestato per aver commesso un crimine e quasi immediatamente privato del titolo mondiale e della licenza di boxe.
Fu dichiarato colpevole di aver violato le leggi sul servizio selettivo e condannato a cinque anni di prigione nel giugno 1967, ma rimase libero mentre faceva appello alla sua condanna.
Nel frattempo, incapace di competere professionalmente, Ali ha perso più di tre anni importanti della sua carriera atletica. Ali tornò sul ring nel 1970 con una vittoria su Jerry Quarry e la Corte Suprema degli Stati Uniti alla fine annullò la condanna nel giugno 1971.

Ali è stato sposato quattro volte e ha avuto nove figli, inclusi i due che ha avuto al di fuori del matrimonio. Nel 1984, annunciò di avere il morbo di Parkinson, una condizione neurologica degenerativa. Nonostante la progressione della malattia e l'insorgere della stenosi spinale, è rimasto attivo nella vita pubblica. Ali ha raccolto fondi per il Muhammad Ali Parkinson Center a Phoenix, in Arizona. Ed era presente per celebrare l'inaugurazione del primo presidente afroamericano nel gennaio 2009, quando Barack Obama ha prestato giuramento.

Alcuni anni prima della sua morte, Ali è stato operato per stenosi spinale, una condizione che causava il restringimento della colonna vertebrale, che limitava la sua mobilità e la capacità di comunicare.
Ali è morto il 3 giugno 2016 a Phoenix, in Arizona, dopo essere stato ricoverato in ospedale per quello che, secondo quanto riferito, era un problema respiratorio. Aveva 74 anni.

Muhammad Ali e il fotografo

Nel 1966 il fotografo tedesco Thomas Hoepker riceve l’incarico dalla rivista Stern di realizzare un servizio sul campione di pugilato Cassius Clay, che da poco ha cambiato il suo nome in Muhammad Ali.
Il risultato è una serie di scatti intimi e spontanei in cui il fotografo racconta l’ascesa di Ali sullo sfondo di un paese, gli Stati Uniti, orfano di John Fitzgerald Kennedy e travolto dalle tensioni razziali e dalla lotta per i diritti civili guidata da Martin Luther King.

Hoepker conosceva già gli Stati Uniti. Nel 1963, sempre su richiesta di Stern, aveva scoperto il paese da est a ovest, e si era lasciato presto alle spalle la fascinazione per le architetture delle grandi metropoli per mostrare invece una società più complessa, commovente e bizzarra. Da questo primo viaggio era nato “Heartland”, uno dei primi esempi di fotogiornalismo interpretato in maniera personale.

Thomas Hoepker, creatore d’immagini

“Non sono un artista, sono un creatore d’immagini”, così si è definito Thomas Hoepker. Lo abbiamo citato due volte: in occasione dell’11 settembre e parlando di Cassius Clay. A osservare le sue fotografie, emerge una capacità di raccontare, come vuole il reportage tradizionale. A ciò va aggiunto un uso del colore, oltre al B/N, attento ed elegante, che lui ha convertito nel suo lavoro senza rimpianti o indugi. L’ingresso nella televisione, un nuovo media per un fotografo della sua generazione, completa il quadro descrittivo circa la carriera e le attitudini di Thomas Hoepker, un “non artista” (come dice lui) aperto al nuovo con la curiosità di chi vuole esserci.

Thomas Hoepker, la vita

Thomas Hoepker nasce a Monaco di Baviera il 10 giugno 1936. ha studiato storia dell'arte e archeologia, poi ha lavorato come fotografo per Münchner Illustrierte e Kristall tra il 1960 e il 1963, reportage da tutto il mondo. È entrato a far parte della rivista Stern come fotoreporter nel 1964.

Magnum ha iniziato a distribuire le fotografie d'archivio di Hoepker nel 1964. Ha lavorato come cameraman e produttore di film documentari per la televisione tedesca nel 1972, e dal 1974 ha collaborato con sua moglie, la giornalista Eva Windmoeller, prima nella Germania dell'Est e poi a New York, dove si è trasferito a lavorare come corrispondente per Stern nel 1976. Dal 1978 al 1981 Hoepker è stato direttore della fotografia per l'edizione americana di Geo.

Hoepker ha lavorato come art director per Stern ad Amburgo tra il 1987 e il 1989, quando è diventato un membro a pieno titolo di Magnum. Specializzato in reportage e servizi a colori, ha ricevuto il prestigioso Kulturpreis della Deutsche Gesellschaft für Photographie nel 1968. Tra i molti altri premi per il suo lavoro, ne ha ricevuto uno nel 1999 dal Ministero degli aiuti esteri tedesco per la morte in un campo di grano, un film sul Guatemala.

Hoepker è stato presidente di Magnum Photos dal 2003 al 2006. Una mostra retrospettiva, che mostra 230 immagini di cinquant'anni di lavoro, ha girato la Germania e altre parti d'Europa nel 2007.

(Fonte sito Magnum)

Le fotografie

Muhammad Ali a Londra, 1966. (Thomas Hoepker)
Muhammad Ali a Chicago. (Thomas Hoepker)

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...