MICHELLE, LA SIMPATIA DELLA BELLEZZA
Michelle Hunziker deve la sua fama anche al gossip. E’ vero: lei è bella, scanzonata, vivace, sorridente, ma molto si è parlato del suo matrimonio con Eros Ramazzotti, celebrato il 24 aprile 1998 nella chiesa del Castello Odescalchi, a Bracciano. La coppia ha vissuto nell’immaginario dell’Italia dei rotocalchi, seguita anche dopo la separazione: considerata impossibile, come quella tra la Blasi e Totti. Del resto, il cantante, durante una trasmissione televisiva, avrebbe detto: «Michelle Hunziker è stata il mio grande amore».
Forse è la logica dello spettacolo, o anche della fama: lì l’amore non può reggere, perché si fatica a comprenderne l’aspetto conflittuale, la logica della battaglia quotidiana. Così si vaga altrove, dove talento e bellezza diventano contagiosi e disponibili, fino al sorgere delle prime contrarietà. Non c’è un finale da fiaba, nello spettacolo, e nemmeno il rimpianto per la sua mancanza. Rimane l’astrattezza, forse la finzione, di un mondo che parrebbe rinnovarsi, e che invece rimane omologato a dei dettami già visti. Del resto, il successo finisce per ubriacare, alterando valori e comportamenti. Però, forse è giusto così, e così deve essere: per loro, per noi, per i tanti che nei rotocalchi intravedono un sogno impossibile.
C’è poi la questione del torto o della ragione: di chi è la colpa della separazione? Quale ne è stata la ragione? Il popolo del gossip vive anche di questo, assimilando e costruendo paragoni; ma la vita continua, anche quella dello spettacolo; con un’eco che va oltre il sipario, che pure dovrà scendere. L’amore? Cosa per pochi umili e senza fiaba. Meglio così, giusto così.
Michelle Hunziker, note biografiche
Michelle Hunziker nasce il 24 gennaio 1977 a Lugano, da madre olandese e padre svizzero tedesco. E’ rimasta in Svizzera fino all'età di diciassette, diplomandosi in lingue straniere e dedicandosi alla danza moderna. Con la madre si è poi trasferita a Bologna, dove ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda; anche se il suo battesimo con il fashion avverrà nel regno dei grandi stilisti: Milano. Sarà il suo lato B a restituirle la notorietà, con una campagna d’intimo che tappezzò l’Italia tutta con delle maxi affissioni. Molti automobilisti, distratti dall’immagine, causarono degli incidenti.
In seguito, per Michelle arriva il cinema e recita in "Fammi stare sotto il letto", di Bruno Colella, con Rocco Papaleo e Giorgio Pasotti; e in "Alex l'ariete", un tentativo per lanciare Alberto Tomba come attore.
Nel 1996, con la trasmissione Rai "I cervelloni", condotta da Paolo Bonolis, Michelle debutta nel piccolo chermo. La sua vivacità, nonché la straordinaria bellezza, fanno subito colpo e così viene chiamata su Canale 5 per condurre la versione estiva di "Paperissima sprint". In seguito le verranno affidate le trasmissioni: "Colpo di fulmine", su Italia 1, "Nonsolomoda", rotocalco domenicale su Canale 5, fino ad arrivare allo spassoso Zelig. Claudio Bisio conierà per lei la rubrica “La sai l'Hunziker”, nella quale Michelle si esibirà con delle barzellette che nella circostanza la faranno risultare sempre più simpatica.
Grazie alla fama acquisita con Zelig Michelle Hunziker è approdata alla fiction in "La forza dell'amore", al fianco di Gianni Morandi.
L'estate 2003 ha visto la separazione di Michelle dal marito Eros Ramazzotti, dal quale ha avuto una figlia, Aurora.
A partire dal 2004 conduce insieme a Ezio Greggio il programma "Striscia la notizia"; e poi e "Paperissima" con Gerry Scotti (nel 2004, nel 2006 e nel 2008). Insieme a Pippo Baudo conduce il Festival di Sanremo 2007.
Nel 2007 arriva a teatro come protagonista con il musical "Cabaret", prima al Teatro della Luna di Milano poi al Teatro Sistina di Roma.
Nell'estate 2008, durante le riprese del film "Natale in crociera", un cine-panettone dove Michelle è tra i protagonisti, conosce il produttore Luigi De Laurentiis con il quale ha una relazione che dura due anni.
Nel 2009 viene chiamata dalla tv tedesca per condurre il programma tv "Wetten Dass...?", uno degli show più importanti in Germania, seguitissimo anche in Austria e Svizzera., dagli alti indici di ascolto.
Nel mese di ottobre 2013 dà alla luce la seconda figlia, Sole, nata dalla relazione con Tomaso Trussardi. La coppia si unisce in matrimonio a Milano un anno più tardi, il 10 ottobre 2014. La separazione arriva all'inizio del 2022.
Il fotografo Giovanni Gastel
Giovanni Gastel nasce a Milano il 27 dicembre 1955 da Giuseppe Gastel e Ida Visconti di Modrone, ultimo di sette figli. La sua carriera di fotografo inizia in un seminterrato a Milano verso la fine degli anni ’70, dove Gastel, giovanissimo, trascorre i suoi lunghi anni di apprendistato scattando foto ed imparando le tecniche base di un mestiere che l’avrebbe poi portato al successo. Tra il ’75-‘76 lavora per la prestigiosa casa d’aste londinese Christie’s, mettendo in pratica ciò che aveva appreso.
La svolta della sua carriera arriva nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda: dopo la pubblicazione della sua prima natura morta sulla rivista italiana “Annabella”, nel 1982, inizia a collaborare con Vogue Italia e, poi, grazie all’incontro con Flavio Lucchini -Direttore di Edimoda- e Gisella Borioli, con Mondo Uomo e Donna.
Tra gli anni ’80 e i ’90, la carriera di Gastel nel mondo della moda esplode parallelamente al boom del “Made in Italy”. In quegli anni, Gastel sviluppa campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane tra cui Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi, Krizia, Ferragamo e molte altre. Il successo nel suo paese lo porta anche a Parigi -dove negli anni ’90 lavora per marchi come Dior, Nina Ricci, Guerlain- nonché nel Regno Unito e in Spagna.
Sebbene la sua carriera inizia nel mondo della moda, Gastel (fotografo e, al contempo, anche poeta) capisce rapidamente che il suo impulso d’espressione necessita anche di progetti con fini prettamente artistici. La consacrazione artistica non tarda ad arrivare e, nel 1997, la Triennale di Milano gli dedica una personale curata dal grande critico d’arte, Germano Celant. La mostra lancia Gastel ai vertici dell’élite fotografica mondiale e il suo successo professionale si consolida così tanto che il suo nome che compare su riviste specializzate accanto a quello di mostri sacri della fotografia Italiana come Oliviero Toscani, Giampaolo Barbieri, Ferdinando Scianna e di leggende internazionali come Helmut Newton, Richard Avedon, Annie Leibovitz, Mario Testino e Jürgen Teller.
Il successo professionale apre le porte ad un altro lato del repertorio fotografico di Gastel che fino alla fine degli anni 2000 era rimasto inesplorato: il Ritratto. Negli ultimi anni, Gastel si scopre appassionato di questo ramo della fotografia e, come sempre ha fatto nella sua carriera, vi si immerge totalmente. Il suo lavoro culmina in una mostra al Museo Maxxi di Roma nell’anno 2020 con una selezione di 200 ritratti che ritraggono volti di persone del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo e della politica che lo stesso Gastel ha incontrato durante i suoi 40 anni di carriera. Alcuni dei ritratti degni di nota includono Barack Obama, Ettore Sottsass, Roberto Bolle e Marco Pannella.
Giovanni Gastel muore a Milano il 13 marzo 2021.
Michelle Hunziker, su Twitter, scriverà di lui: «Anima stupenda. Uomo sempre gioioso e sorridente. Grande fotografo e artista. Hai lasciato davvero il segno attraverso le tue magnifiche opere fotografiche. Ci mancherai...».
Massimo Sestini, la fotografia impossibile
Massimo Sestini è una notorietà nel suo genere. Lungo le pareti del suo studio, a Firenze, riconosciamo tante fotografie, ormai icone del nostro tempo, di fianco ai suoi backstage. Lo vediamo “appeso” a un elicottero, all’interno di un caccia della Marina Militare o immerso di fianco a un sommergibile. Questa volta, però, non ci lasciamo ingannare. Per quanto difficili (o impossibili) gli appostamenti di Massimo rappresentano punti di vista autoriali, scelti per raccontare: in profondità.
Lui si definisce paparazzo (termine del quale abusa), forse per via degli esordi. No, non è il termine a spaventarci (il capostipite dei paparazzi era tale solo perché padre, ma sempre di fretta, papà-razzo), bensì la linea di demarcazione che si sviluppa tra bene e male; tra la presunzione culturale e la stessa che, dall’altra parte, condanna senza tregua un’informazione anche “spinta”, ma sincera. Non siamo certo qui a decidere del dove collocare quella riga. Preferiamo guardare le fotografie, giudicandole per quello che sanno restituirci, scoprendo così come siano belle, buone ed efficaci. Ne esce un Sestini giornalista, con il cuore per la notizia; ma anche un altro: tecnologico, coraggioso, senza limiti, però fotografo vero, e per nulla spavaldo. Crediamo altresì che le sue “imprese” nascano anche dal desiderio di superarsi, per dedicare al soggetto la propria timida sensibilità; del resto molti dei suoi lavori sono strutturalmente unici, particolarmente quelli scattati in volo. Quando si è lassù, in uno “zenit personale”, si ha solo un’opportunità, che poi è la visione d’insieme. Gli altri accadimenti sono preclusi, lasciati ai terrestri; e Massimo può solo guardare, pensando a noi: con una preghiera tutta sua.
Massimo Sestini, note biografiche
Massimo Sestini è nato a Prato (Firenze) nel 1963. Le prime fotografie le scatta mentre è al liceo scientifico: concerti rock e le primissime foto rubate al mare, a Forte dei Marmi. Qui è istruttore di windsurf e si fa passare informazioni dai bagnini. Alla fine del liceo comincia a occuparsi di cronaca locale, passando dalla Nazione a una piccola agenzia fiorentina, la Fotocronache di Fulvio Frighi; collabora a un altro quotidiano, La Città. Pubblica i primi servizi. Non compie nessuno studio di fotografia, ma ricorda che qualcosa al liceo gli hanno insegnato. Comincia a occuparsi di grande cronaca e piazza i suoi primi scoop nel 1984. Riesce a fotografare Licio Gelli a Ginevra mentre viene scortato in carcere e il 23 dicembre1984 è il solo fotografo ad entrare nel vagone del Rapido 904 annientato da una bomba nella Galleria di San Benedetto Val di Sambro. Una sua foto sarà la cover di Stern.
Anche se sempre più attratto da avvenimenti internazionali non perde la passione per la cronaca della sua città: con l’apertura dell’edizione di Firenze de La Repubblica, nel 1988, comincia a presentarsi come il punto di riferimento per la copertura fotografica di città e regione: vince l’appalto fotografico per Repubblica. Lo terrà per una decina d’anni. Manterrà quindi a lungo una doppia funzione: fotografo e agente, coordinando il lavoro di reporter locali.
Inizia a lavorare sempre di più a livello internazionale e nel decennio successivo collabora con le principali agenzie fotografiche italiane (l’agenzia di Giovanni Liverani, l’Olympia di Walfrido Chiarini, Farabola, Contrasto), ottiene un contratto di fotografo staff dalla grande agenzia francese Gamma, che gli permetterà di essere presente ai grandi fatti, cerimonie internazionali, inizia la sua collaborazione con tutte le principali testate italiane.
E’ un decennio di attività formidabile. Da un lato apprende e insegna l’arte del paparazzo, collaborando tra gli altri con Riccardo Gerrmogli, Elio Zammuto. Bossi in canottiera, il funerale di Casiraghi nel 1990, il bikini di Lady D sono alcuni scatti celebri. E’ presente e scatta la foto esclusiva nei tragici avvenimenti italiani: l’incursione sulla Moby Prince in fiamme, le foto aeree degli attentati a Borsellino e Falcone.
La collaborazione con Epoca di Roberto Briglia e Carlo Verdelli lo spinge al reportage, al fotogiornalismo, in cui una tappa importante è “Italia Novanta”. La fotografia sportiva è un’altra sua passione. La “scuola” di Epoca gli insegna a collaborare da giornalista con i settimanali: diventa una presenza indispensabile per tutte le principali redazioni italiane: Panorama, Gente, Oggi, Sette, Il Venerdì, Espresso, Sorrisi e Canzoni.
Lavora per il Corriere della Sera. Sempre più organizza o improvvisa scatti aerei per cogliere la foto che nessun altro collega ha.
A partire dalla seconda metà degli anni Novanta decide di imparare a fare anche i posati, per affrontare i personaggi con un’altra creatività. Luci, preparazione del set, inventiva per accontentare lo stile e le esigenze dei committenti: si trova così a rivedere spesso i personaggi dello spettacolo e della politica che aveva paparazzato, da fotografo “ufficiale” inviato dai giornali. In questo modo aggiunge a quotidiani e settimanali i mensili nella sua esperienza di fotografo “di giornali”. In particolare Style e le testate del gruppo Class.
Massimo Sestini in trent’anni di carriera (se si considera il suo esordio a 16 anni) non ha mai partecipato a premi fotografici, non ha pubblicato libri, la sola mostra risale al liceo: “Un diciassettenne e il suo obbiettivo”, con le fotografie scattate ai concerti rock fiorentini. Massimo Sestini è sposato e ha una figlia.
Sestini è riuscito immediatamente a intuire le opportunità creative e tecnologiche dell'ingresso del digitale, anticipando uno stile e una gestione della produzione fotografica che sono poi divenuti uno standard nel mondo della comunicazione.
Le fotografie
Michelle Hunziker fotografata da Giovanni Gastel, Vanity Fair Italia Marzo 2012
Forte dei Marmi (LU), Michelle Hunziker nella sua villa al mare, immersa in 1500 rose rosse. 23 giugno 2015, Ph. Massimo Sestini.