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IL SECOLO DI ZEFFIRELLI

E’ un caso che Franco Zeffirelli porti quel cognome. Lui era nato al di fuori del matrimonio, quindi non poteva fregiarsi del cognome materno, né di quello paterno. Alaide Garosi Cipriani, la madre, pensò agli zeffiretti cantati da Ilia nell’Idomeneo di Mozart, ma l’impiegato dell’anagrafe lesse “zeffirelli” e così fu.

I titoli e onorificenze di Zeffirelli sono molteplici. Può vantare cinque David di Donatello, due candidature all’Oscar, il titolo di baronetto del Regno di Gran Bretagna. Con all’attivo un vasto numero di regie e sceneggiature di film e opere liriche, Zeffirelli si colloca nella scena mondiale come un artista riconosciuto e imponente. Si è formato inizialmente con Luchino Visconti, ma poi ha continuato a sperimentare, senza mai abbandonare lo sguardo verso il nuovo. Persone a lui vicine, raccontano che mentre discuteva di una scenografia era capace di abbozzarne un’altra dello spettacolo che lo avrebbe visto protagonista.

E’ stato spesso discusso, Zeffirelli, come del resto capita ai grandi; ma nessuno ha alzato la mano quando, all’indomani della tragedia dell’alluvione del 1966, Zeffirelli fu tra i primi, col fango fino alla cintola, a girare immagini drammatiche della devastazione della sua città, rendendo un gran servizio all’informazione per far capire cosa davvero stesse succedendo nel capoluogo toscano. Quei fotogrammi, con la voce commossa di Richard Burton , divennero "Per Firenze", il film documentario col quale fu rivelata la dimensione della catastrofe.

Quello che ricordiamo dei lavori di Zeffirelli è il senso estetico, particolarmente efficace nella lirica a teatro. A tale proposito, ricorderemo del regista le aperture degli Anni Santi, in televisione. Li si riconosceva la sua impronta, nonostante il mezzo.
Lui ha comunque espresso (ed esportato) un italianità vera, non omologata, nobile addirittura; certamente al di fuori dei luoghi comuni.

Franco Zeffirelli, note biografiche

Franco Zeffirelli è nato a Firenze il 12 febbraio 1923. Sua madre morì quando era ancora un bambino e fu allevato da una zia e da una signora inglese, il cui amore per Shakespeare e per l'Opera ha segnato il giovanissimo Zeffirelli per tutta la sua vita.
Nella sua adolescenza combatté con i partigiani italiani e quando la guerra finì iniziò a studiare all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Molto presto attratto dal teatro, entra a far parte di un gruppo teatrale come attore, iniziando poi a disegnare scenografie e costumi di varie produzioni.
Il grande cambiamento nella carriera di Zeffirelli è avvenuto incontrando Luchino Visconti, uno dei più grandi registi di cinema, opera e teatro di questo secolo. Ne diventa assistente e lavora al suo fianco per più di dieci anni. Franco Zeffirelli è oggi uno dei registi italiani più conosciuti al mondo. La sua attività spazia dal Cinema, al Teatro, all'Opera.

Innumerevoli sono state le sue produzioni operistiche nei maggiori teatri del mondo, con la partecipazione di artisti come Maria Callas, Luciano Pavarotti, Herbert Von Karajan, Leonard Bernstein, Carlos Kleiber, solo per citarne alcuni. Indimenticabili sono le sue produzioni di Aida (1963) (Leotyn Price, Carlo Bergonzi, Fiorenza Cossotto e Nicolai Ghiaurov) e Bohéme (1963) (Mirella Freni e Gianni Raimondi) alla Scala di Milano; di Tosca (1964) al Covent Garden ( Maria Callas, Renato Cioni, Tito Gobbi) e Turandot (Teatro La Scala - 1983), con Placido Domingo e Katia Ricciarelli. Ricordiamo anche Tosca all'Opera di Roma (2000), con Luciano Pavarotti; e poi, Il Falstaff (direttore di Leonard Bernstein), Don Giovanni e Traviata al Metropolitan Opera di New York, ma anche Carmen, Il Trovatore, Aida e Madama Butterfly (tutti con Daniel Oren alla direzione) all'Arena di Verona, nonché Aida al National Teatro di Tokio. Due straordinarie sperimentazioni a Busseto con le minuscole produzioni di Aida e La Traviata che continuano ad avere ampia fama internazionale. Nel 2004 il Busseto Aida è stato portato a Mosca, al Bolshoi e nel 2005 è stato prodotto a Mosca anche il Busseto Traviata, prima di essere portato a Tel Aviv nel novembre 2005 dove I Pagliacci erano già stati prodotti nel gennaio dello stesso anno. Nel gennaio 2006 il Teatro dell'Opera di Roma ha messo in scena il Don Giovanni ed è stata messa in scena un'Aida per l'apertura della stagione alla Scala. Nel 2007 ha presentato una Traviata al Teatro dell'Opera di Roma e una nuova Tosca nel gennaio 2008. Ha portato i suoi Pagliacci anche a Mosca nel settembre 2007, a Firenze nel gennaio 2009 e a Roma nel maggio 2009. L'Arena di Verona apre la stagione 2009 con una rinnovata produzione di “Carmen” e nel 2010 (stagione dell'Arena nel segno di Zeffirelli) con la Turandot a cui seguono Aida, Madama Butterfly, Carmen e Il Trovatore.
Nel 2011 una nuova Turandot celebra l'apertura della Royal Opera House di Muscat nel Sultanato dell'Oman. Nel 2012 per la prima volta all'Arena di Verona, Zeffirelli ha presentato il “Don Giovanni” di Mozart che ha inaugurato la stagione inaugurale dell'Arena.

Nel cinema il suo nome è legato a grandi successi internazionali come: La bisbetica domata, con Elizabeth Taylor e Richard Burton nel 1966; Romeo e Giulietta nel 1969, con Leonard Whiting e Olivia Hussey; Fratello Sole, Sorella Luna nel 1971, con Alec Guiness e Graham Faulkner; Il Campione nel 1980, con John Voight e Faye Dunaway; Amore senza fine 1981, con Brooke Shields e Martin Hewitt; Il giovane Toscanini 1988, con Elizabeth Taylor e Thomas Howell; Amleto nel 1991, con Mel Gibson e Glenn Close; Un tè con Mussolini nel 1995, con Judy Dench e Joan Plowright; e il suo ultimo film, Callas Forever 2002, con Funny Ardant e Jermy Irons.
Per la televisione è stato l'autore di Gesù di Nazareth (1976/1977) visto da oltre un miliardo e mezzo di persone nel mondo. Ha inoltre realizzato diversi documentari come Mundial '90, sul calcio storico fiorentino nel 1990, Toscana nel 1991 e Roma nel 2009.
Le scelte artistiche di Franco Zeffirelli sono sottolineate da una costante devozione ai classici, in particolare Shakespeare, che ha spesso trasposto nel mondo del cinema. Da ricordare anche le sue trasposizioni cinematografiche delle opere Cavalleria Rusticana e Pagliacci (1981), Traviata (1982) e Otello (1986) che hanno contribuito ad avvicinare il pubblico giovane all'Opera. Zeffirelli ha anche diretto grandi celebrazioni della Chiesa cattolica, come l'apertura dell'Anno Santo nel 1974 e nel 1983 e il grande concerto celebrativo per il bicentenario di Beethoven voluto da Papa Paolo VI (1970).

Franco Zeffirelli muore 15 giugno 2019 a Roma

(Fonte: Fondazione Franco Zeffirelli)

Il fotografo, Ron Galella

Ron Galella è stato soprannominato "Paparazzo Extraordinaire" da Newsweek e salutato come il "Padrino dei paparazzi statunitensi" dalle riviste Time e Vanity Fair. La passione di Ron per la fotografia e il suo legame con i suoi soggetti hanno creato un'intimità risultante in un corpus di lavori che non ha eguali, stabilendo una nicchia unica nel fotogiornalismo d’intrattenimento.

La carriera quasi decennale di Ron abbraccia due generazioni, dal vecchio sistema degli studi di Hollywood (e quindi Charlie Chaplin, Ava Gardner, Gary Grant, Greta Garbo, John Wayne, Audrey Hepburn, Frank Sinatra, Liz Taylor, Bridget Bardot, Sophia Loren, Grace Kelly , Alfred Hitchcock, Federico Fellini, Bette David, Jimmy Cagney), agli anticonformisti degli anni '60 e '70: Marlon Brando, Steve McQueen, Richard Burton, Clint Eastwood, Jack Nicholson, Robert De Niro e Al Pacino.

Nato nel 1931 e cresciuto nel Bronx, Ron ha scattato milioni di fotografie a ogni tipo immaginabile di celebrità: film, televisione, musica, top model, moda, atleti, politici, magnati del business, artisti, autori e innovatori. Li ha fotografati tutti: da Elvis Presley, Duke Ellington, Louis Armstrong, Paul McCartney, Bob Dylan, Muhammad Ali, Joe Lewis, David Bowie, Michael Jackson, Diana Ross, Simon & Garfunkel, Jackie Onassis, Princess Diana, Lady Gaga e Taylor Swift.

Il lavoro di Ron ha superato la prova del tempo. Oggi le sue foto continuano a essere regolarmente pubblicate e trasmesse a livello globale su notiziari, riviste, libri e documentari. Le sue tanto ricercate stampe d'arte firmate sono raccolte in musei di tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art di New York e San Francisco, la Tate Modern di Londra e l'Helmut Newton Foundation Museum of Photography di Berlino. Le sue stampe, ambite da collezionisti privati, sono rappresentate da numerose gallerie in tutto il mondo. Non male per un ragazzo italoamericano di famiglia operaia cresciuto nel Bronx!

Grazie allo stile pionieristico di Galella e all'incessante etica del lavoro, sia i fan che i critici hanno potuto godere di una nuova strada per vedere le loro celebrità preferite. Laddove le foto in studio e le feste in posa erano diventate la norma e facilmente prodotte in serie, Galella ha sovvertito l'establishment fornendo immagini spontanee e non provate di momenti reali. Ron li ha davvero messi in mostra, catturati candidamente nello stile unico di Ron: alla sprovvista, l'approccio dei paparazzi.

Consapevolmente o meno, molte persone di ogni estrazione sociale, economica e culturale hanno familiarizzato con l'opera di Ron Galella. Durante gli oltre 50 anni di carriera di Galella, è stato in grado di catturare il glamour e la bellezza in un ambiente urbano quotidiano, perpetuando il mistero che circonda i suoi soggetti. Le strade erano il suo studio!

Galella è un'artista che ha sviluppato uno stile unico: pre-messa a fuoco della sua fotocamera a 6 piedi, impostata su f/8, tenuta vicino al petto. Tutto ciò ha assicurato un'interazione con il soggetto, creando una forte intimità.

Nel 2009 il governo della Basilicata, Italia, ha gentilmente onorato Ron, nominandolo cittadino onorario. Il padre, Vincenzo, era nato a Muro Lucano.

Ron Galella ci ha lasciato il 30 aprile 2022, a Montville, New Jersey.

Giorgio Lotti, note biografiche

Giorgio Lotti nasce a Milano nel 1937.

Inizia a lavorare nel 1957, collaborando come free-lance per alcuni quotidiani e settimanali quali “Milano Sera”, “La Notte”, “Il Mondo”, “Settimo giorno”, “Paris Match”. Nel 1964 entra nello staff di Epoca sotto la direzione di Nando Sampietro dove rimane fino al 1997, anno di chiusura del giornale. Ha lavorato fino al 2002 a Panorama.
Nel 1973, per un reportage fatto in Cina viene insignito, dalla University of Photojournalism, Columbia, del premio “The World Understanding Award”. Ha partecipato inoltre a numerose edizioni del Sicof a cura di Lanfranco Colombo. Nel 1995, nel corso del 16° Sicof viene premiato con l”Horus Sicof 1995” per il ruolo svolto nel campo della fotografia italiana; è stato poi premiato dalla città di Venezia per i suoi reportages sulla Serenissima.
Nel 1994, a Modena, riceve il prestigioso premio letterario “Città di Modena”.
Alcune immagini sono conservate nei musei americani, di Tokio, Pechino, al Royal Vìctoria Albert Museum di Londra, al Cabinet des Estampes di Parigi, al Centro Studi dell’università di Parma, alla Galleria Civica di Modena.
Negli ultimi dieci anni si è dedicato alla ricerca fotografica nel campo del colore e dell’arte.

Le fotografie

Zeffirelli scherza con il piccolo Richy Schroder, durante le riprese dal film “Il Campione”, 1979. Ph. Ron Galella
Giorgio Lotti. Franco Zeffirelli davanti alla Basilica di Santa Croce. Alluvione di Firenze, 4 novembre 1966.

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