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E’ LUI TONY MANERO

Il 18 febbraio 1954 nasce John Travolta, il Tony Manero del film "Saturday Night Fever". Forse siamo riduttivi, ma l’attore del New Jersey induce la memoria a ricordare quel lontano 1978, quando per andare a vedere “La Febbre” occorreva fare la fila.

Ricapitoliamo. Il film racconta la storia di Tony Manero commesso in un negozio di giorno, in una periferia che non offre speranze, e re della pista da ballo di sera. La pellicola ebbe un successo straordinario. La colonna sonora, composta per lo più dai celebri brani dei Bee Gees (tra cui Stayin' Alive), vendette oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo, diventando una delle colonne sonore più vendute di tutti i tempi (a quel tempo, prima della pubblicazione di Thriller di Michael Jackson, era anche l'album discografico più venduto di sempre in assoluto). Tra i brani del soundtrack ricordiamo anche “Disco Inferno”, dei Trammps, uno dei brani “Disco” più celebri dell’epoca.

A rivedere "Saturday Night Fever" oggi, non si rimane meravigliati; e ci si stupisce del successo che ha avuto (attenzione, è un’opinione). Di certo ha consacrato John Travolta, che ne esce bene. Vestito di bianco, mentre balla sotto le luci della discoteca, riesce a far reggere il personaggio. Cos’è successo allora nel ’78? La musica era un prodotto da acquistare o farsi registrare dagli amici. Morale, la sua eco arrivava prima dell’originale. E nel film in questione i Bee Gees hanno avuto un ruolo forte.
John Travolta, subito dopo, ha cavalcato la tigre recitando in Greese, che proponeva una colonna sonora più datata, almeno nel costrutto; poi ha frequentato altri lidi e rinnovati generi filmici, uscendone sempre bene, anche quando i chili hanno fatto dimenticare le movenze di Tony Manero. Resta il fatto che quel personaggio l’ha lanciato nell’olimpo del cinema, tant’è vero che, guardandoci a ritroso nel tempo, ricordiamo più lui che la trama del film della “Febbre”.

John Travolta, note biografiche

John Joseph Travolta è nato a Englewood, New Jersey, il 18 febbraio 1954. Suo padre, di origini italiane, possedeva un'officina di riparazione di pneumatici chiamata Travolta Tyres a Hillsdale, New Jersey. Sua madre, di origini irlandesi, lei stessa attrice e ballerina, l’ha iscritto a una scuola di recitazione a New York, dove ha studiato canto, danza e recitazione. A 16 anni ha ottenuto il suo primo lavoro professionale in una produzione estiva del musical "Bye Bye Birdie". A 16 anni, dopo aver lasciato la scuola, e si è trasferito a New York, dove ha lavorato regolarmente in spot televisivi. Due anni dopo sale, sul palcoscenico dei teatri dell'off Broadway con lo spettacolo "Rain", poi entra nel cast di "Bye Bye Birdie" per unirsi alla compagnia teatrale di "Grease", grazie alla quale gira l'intera America.

Ha recitato in numerosi film di successo, ottenendo le sue prime nomination all'Oscar e al Golden Globe per il suo ruolo ne “La febbre del sabato sera” (1977), che ha lanciato il fenomeno della discoteca negli anni '70. Ha continuato a recitare nella versione per il grande schermo del musical “Grease” (1978) e in Urban Cowboy (1980), che ha anche influenzato le tendenze della cultura popolare. Altri crediti cinematografici includono i thriller di Brian De Palma “Carrie - Lo sguardo di Satana” (1976) e “Blow Out” (1981), così come la commedia di successo di Amy Heckerling “Senti chi parla” (1989). Travolta ha recitato in “Phenomenon” (1996) e si è distinto come attore d'azione nel film di John Woo “Nome in codice: Broken Arrow” (1996). Ha anche recitato in “Due facce di un assassino” (1997) accanto a Nicolas Cage, in La figlia del generale (1999), con Madeleine Stowe, e al fianco di Scarlett Johansson nel film “Una canzone per Bobby Long” (2004), che è stato proiettato al Festival di Venezia, dove Travolta ha ottenuto critiche entusiastiche.

Travolta è stato premiato due volte con una nomination all'Oscar, l'ultima per la sua avvincente interpretazione di un sicario filosofico in Pulp Fiction (1994) di Quentin Tarantino.

John detiene 11 brevetti di volo per jet. Ha volato con il 707 a New Orleans dopo il disastro dell'uragano del 2005, portando cibo e forniture mediche; e nel 2010 ad Haiti dopo il terremoto, trasportando rifornimenti, medici e volontari.

Annie Leibovitz, note biografiche

Annie Leibovitz nasce il 2 ottobre 1949 a Waterbury, nel Connecticut. Era uno dei sei figli di Sam, un tenente dell’aviazione, e Marilyn Leibovitz, un’istruttrice di danza moderna. Ha viaggiato gli USA in lungo e in largo e forse, al finestrino della Station Vagon paterna ha sviluppato quella sensibilità fotografica che oggi conosciamo. Grande appassionata di Avedon, nel 1967 si iscrive al San Francisco Art Institute, dove ha sviluppato l’amore per la fotografia . Nel 1970 si presenta alla rivista rivista Rolling Stone. Impressionato dal suo portfolio, l’editore non esita ad assumerla. Nel giro di due anni, Annie ne ha 23, è capo fotografo. Nel 1975 la rivista le ha offerto l'opportunità di accompagnare la band dei Rolling Stones nel loro tour internazionale.
Nel 1983 la Leibovitz lascia Rolling Stone per la rivista Vanity Fair, dove diventerà autrice di molte copertine di personaggi celebri; ricordiamo, tra questi, Demi Moore in dolce attesa e Whoopi Goldberg semisommersa in una vasca da bagno piena di latte.
Durante la fine degli anni 1980, la Leibovitz ha iniziato a lavorare su una serie di campagne pubblicitarie di alto profilo. Tra queste quella per l’American Express "Abbonamento", per la quale ha ritratto celebrità del calibro di Tom Selleck e Luciano Pavarotti.
Annie è considerata una delle migliori fotografe americane, particolarmente per quanto attiene al ritratto. Nel 1999 ha pubblicato il libro Women, che è stata accompagnato da un saggio dell’amica Susan Sontag. Nella pubblicazione Leibovitz ha presentato una serie d’immagini femminili: dai Giudici della Corte Suprema, fino alle showgirl dello spettacolo.
Di Annie ricordiamo la fotografia dove John Lennon (completamente nudo) è avvinghiato a sua moglie Yoko Ono. Si tratta dell'ultimo ritratto dedicato all’ex Beatles. E’ L'8 dicembre 1981. Poche ore dopo la posa per questa fotografia, Lennon fece due passi fuori dalla sua residenza a New York. Lì è stato colpito a morte da Stalker Mark David Chapman.
Nel gennaio del 1981 (22 gennaio), l'immagine è apparsa sulla copertina della rivista Rolling Stone. Anni dopo la Leibovitz ha raccontato che quando Lennon ha visto il primo test Polaroid delle riprese, si era espresso così: "Hai catturato esattamente il nostro rapporto".
Anche Lavazza ha affidato un lavoro importante alla fotografa statunitense, la campagna pubblicitaria che il brand italiano del caffè ha lanciato, nel 2009, in 15 paesi. Si trattava di fotografare cinque top model italiane per il calendario The Italian Espresso Experience 2009. Eva Riccobono, Elettra Rossellini Wiedemann, Alessia Piovan, Gilda Sansone e Kate Ballo, sono diventate le protagoniste del viaggio paradossale che la fotografa americana ha intrapreso sfruttando i “luoghi comuni” dell’italianità: quelli che hanno reso famoso il Made in Italy in tutto il mondo. Annie ha mescolato, con ironia e classe, i luoghi famosi, la moda, i set cinematografici, le belle donne, gli spaghetti e le immancabili tazzine di caffè. La Leibovitz ha messo in scena la nostra Italia, ben consapevole che gli stessi italiani amano la teatralità, il divertimento e la bella vita.
Un’altra campagna famosa portata avanti da Annie è quella relativa alle fiabe Disney. La stessa doveva reclamizzare i parchi divertimenti. Lei ha usato la sua capacità di ritrarre le celebrità. Annie Leibovitz continua a essere richiesta come fotografa ritrattista, per ritrarre le celebrità di oggi.

Herb Ritts, equilibrio ed eleganza

Herbert Ritts Jr. nasce il 13 agosto 1952 a Los Angeles, in California. La sua famiglia è agiata e possono permettersi una villa vicino a quella di Steve McQueen. Ha iniziato la sua carriera fotografica alla fine degli anni '70 e si è guadagnato la reputazione di maestro dell'arte e della fotografia commerciale. Oltre a produrre ritratti e moda editoriale per Vogue, Vanity Fair, Interview e Rolling Stone, Ritts ha anche creato campagne pubblicitarie di successo per Calvin Klein, Chanel, Donna Karan, Gap, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Giorgio Armani, Levi's, Pirelli, Polo Ralph Lauren e Valentino, tra gli altri. A partire dal 1988 ha diretto numerosi video musicali e spot pubblicitari pluripremiati. La sua fotografia d'arte è stata oggetto di mostre in tutto il mondo, con opere che risiedono in molte importanti collezioni pubbliche e private.

Nella sua vita e nel suo lavoro, Herb Ritts è stato attratto da linee pulite e forme forti. Questa semplicità grafica ha permesso alle sue immagini di essere lette e sentite istantaneamente. Con i suoi lavori è riuscito nel tempo a cogliere e a rendere delle vere icone per i fan diverse star. Ritts prediligeva il B&W e la luce naturale, con la quale esaltava le curve del corpo. Il suo stile s’ispirava soprattutto alla bellezza classica, tinta però di glamour. Grazie a lui l'estetica maschile perde i canoni virili degli anni precedenti, assumendo toni erotici e ambigui.

Gli scatti celebri

Per Madonna firma la copertina del suo disco "True Blue" (1986); e proprio in quell’immagine mette in mostra il suo stile sempre alla ricerca di una naturalezza che vive tra equilibrio ed eleganza. Ritts è stato fotografo di scena in due film di successo degli anni Ottanta: "Flashdance" (1983) e "Cercasi Susan disperatamente" (1985). Per due volte la Pirelli gli commissiona il suo prestigiosissimo calendario: nel 1993 e nel 1998.

Un decesso prematuro

Herb Ritts si spegne nella sua Los Angeles quando è al culmine della carriera, a soli 50 anni, il 26 dicembre 2012. Le cause della morte sono legate a complicazioni derivate da una polmonite, conseguenza dell'AIDS all'inizio del 1989. Si spegne così uno dei grandi fotografi del ‘900: una leggenda nella fotografia come lo sono quelle star che lui ha contribuito a creare, con equilibrio ed eleganza.

Le fotografie

John Travolta, fotografato da Annie Leibovitz. Rolling Stone, The Year in Music & Entertainment 1980.
John Travolta, fotografato da Herb Ritts, 1985.

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