DU GUST IS MEGL CHE ‘UAN
Siamo nel 1994. Lo spot si svolge in spiaggia, in piena estate. In sottofondo si sente Miriam Makeba che canta “Pata Pata”. Un ragazzo si avvicina a due belle pin up in costume, per corteggiarle. Descrive il proprio gelato (un Maxibon) e pronuncia la frase poi diventata un tormentone: « Du gust is megl che ‘uan». Nel ricordare quella pubblicità commettiamo un errore, perché Stefano Accorsi è molto di più del testimonial di un prodotto. Certo è che sin da allora quasi s’intuivano i fermenti di una carriera poi diventata luminosa, comunque partita tempo prima già col cinema e il teatro (un suo amore). In ogni caso lo spot del Maxibon non era poi così banale, dietro alla macchina da presa c’era Daniele Lucchetti, un affermato regista.
Stefano Accorsi è riuscito in poco tempo a liberarsi dell’immagine da ragazzo vacanziero, ma ha fatto molto di più. Con gli anni, è stato capace di staccarsi da dosso lo stereotipo dell'uomo che non vuole responsabilità. I suoi primi film lo etichettavano come un giovane adulto che non vuole crescere, un personaggio molto vicino al pubblico e che quindi l’ha fatto crescere. Il suo ultimo cinema è più difficile, ma l’apprezzamento della critica è arrivato ugualmente.
Dell’attore bolognese vogliamo citare un libro: “Album Stefano Accorsi”, la vita, la carriera e le passioni di un grande uomo del cinema italiano (Gruppo Editoriale, 2021). Stefano Accorsi, racconta nel volume (anche fotografico) la nascita della carriera e i momenti più significativi della sua biografia, dove si fondono vita privata e professionale. Una storia di passione, capacità e caparbietà che prende vita anche con il contributo di grandi fotografi come Gianmarco Chieregato, Enrico De Luigi, Luca Babini, Massimo Sestini e Oliviero Toscani.
Del libro riportiamo la copertina
Stefano Accorsi, note biografiche
Stefano Accorsi nesce il 2 marzo 1971 a Bologna. Dopo gli studi liceali, nel 1990 recita per Pupi Avati nel film "Fratelli e Sorelle", con Franco Nero e Anna Bonaiuto. Lui se la cava benissimo. In seguito, si iscrive alla Scuola di Teatro di Bologna, dove si diploma nel 1993. Entra nella Compagnia del Teatro Stabile dell'Arena di Bologna, recitando in diversi spettacoli classici.
Nel 1995 gira da protagonista "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", diretto da Enza Negroni. L'anno dopo è ancora a teatro, con "Naja" di Angelo Longoni, storia poi portata anche sugli schermi. Nell'estate del 1997 recita nel ruolo di Gigi, protagonista de "I piccoli maestri", chiamato da Daniele Luchetti.
Nel 1998 è protagonista del pluripremiato film "Radiofreccia", opera prima diretta da Luciano Ligabue (David di Donatello, Premio Amidei e Ciak d'Oro quale migliore attore protagonista). Nello stesso anno recita nel film "Ormai è fatta" di Enzo Monteleone e in "Capitani d'Aprile", ambientato in Portogallo.
I successi proseguono nel 1999, quando interpreta l'avvocato Raffaele Della Valle in "Un uomo perbene" diretto da Maurizio Zaccaro, film ispirato ai drammatici eventi legati al "caso Tortora".
Nel 2000 lo vediamo al fianco di Nanni Moretti ne "La stanza del figlio"; poi con Mario Monicelli nel film-tv per RaiUno, "Come quando fuori piove". In seguito Ferzan Ozpetek lo vuole con Margherita Buy in "Le fate ignoranti"; poi è con Gabriele Muccino ne "L'ultimo bacio", con Martina Stella.
A livello sentimentale, Stefano Accorsi, dopo la fine della sua storia con Giovanna Mezzogiorno, si fidanza con la top-model Laetitia Casta, dalla quale ha avuto due figli. La coppia si è sciolta nel 2013. La sua compagna è diventata in seguito Bianca Vitali, con la quale si sposerà. I due avranno un figlio.
Nel 2016 è protagonista del film "Veloce come il vento". Due anni più tardi ritrova Luciano Ligabue, per il suo terzo film, "Made in Italy" (2018): qui Stefano Accorsi è protagonista assieme e Kasia Smutniak. Nel 2020 recita in "Lasciami andare", film di Stefano Mordini ambientato a Venezia, con Serena Rossi e Valeria Golino.L'anno seguente esce "Marilyn ha gli occhi neri", di Simone Godano, in cui Stefano è protagonista assieme a Miriam Leone.
Il fotografo Giovanni Gastel
Giovanni Gastel nasce a Milano il 27 dicembre 1955 da Giuseppe Gastel e Ida Visconti di Modrone, ultimo di sette figli. La sua carriera di fotografo inizia in un seminterrato a Milano verso la fine degli anni ’70, dove Gastel, giovanissimo, trascorre i suoi lunghi anni di apprendistato scattando foto ed imparando le tecniche base di un mestiere che l’avrebbe poi portato al successo. Tra il ’75-‘76 lavora per la prestigiosa casa d’aste londinese Christie’s, mettendo in pratica ciò che aveva appreso.
La svolta della sua carriera arriva nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda: dopo la pubblicazione della sua prima natura morta sulla rivista italiana “Annabella”, nel 1982, inizia a collaborare con Vogue Italia e, poi, grazie all’incontro con Flavio Lucchini -Direttore di Edimoda- e Gisella Borioli, con Mondo Uomo e Donna.
Tra gli anni ’80 e i ’90, la carriera di Gastel nel mondo della moda esplode parallelamente al boom del “Made in Italy”. In quegli anni, Gastel sviluppa campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane tra cui Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi, Krizia, Ferragamo e molte altre. Il successo nel suo paese lo porta anche a Parigi -dove negli anni ’90 lavora per marchi come Dior, Nina Ricci, Guerlain- nonché nel Regno Unito e in Spagna.
Sebbene la sua carriera inizia nel mondo della moda, Gastel (fotografo e, al contempo, anche poeta) capisce rapidamente che il suo impulso d’espressione necessita anche di progetti con fini prettamente artistici. La consacrazione artistica non tarda ad arrivare e, nel 1997, la Triennale di Milano gli dedica una personale curata dal grande critico d’arte, Germano Celant. La mostra lancia Gastel ai vertici dell’élite fotografica mondiale e il suo successo professionale si consolida così tanto che il suo nome che compare su riviste specializzate accanto a quello di mostri sacri della fotografia Italiana come Oliviero Toscani, Giampaolo Barbieri, Ferdinando Scianna e di leggende internazionali come Helmut Newton, Richard Avedon, Annie Leibovitz, Mario Testino e Jürgen Teller.
Il successo professionale apre le porte ad un altro lato del repertorio fotografico di Gastel che fino alla fine degli anni 2000 era rimasto inesplorato: il Ritratto. Negli ultimi anni, Gastel si scopre appassionato di questo ramo della fotografia e, come sempre ha fatto nella sua carriera, vi si immerge totalmente. Il suo lavoro culmina in una mostra al Museo Maxxi di Roma nell’anno 2020 con una selezione di 200 ritratti che ritraggono volti di persone del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo e della politica che lo stesso Gastel ha incontrato durante i suoi 40 anni di carriera. Alcuni dei ritratti degni di nota includono Barack Obama, Ettore Sottsass, Roberto Bolle e Marco Pannella.
Oliviero Toscani, un incontro
Super Studio, via Tortona. Maggio 2014
Incontriamo Oliviero Toscani presso il Superstudio, a Milano. Un taxi lo aspetta per portarlo a Malpensa. L’indomani scatterà a Parigi. Conosciamo così, da vicino e in poco tempo, il più grande comunicatore di oggi. Molti lo ricordano per le immagini forti, di rottura: quelle che hanno suscitato polemiche e inciso sulla comunicazione; tanti si rammentano di lui per l’era Benetton, quella di Fabrica e Colors, altri ancora lo apprezzano per gli inizi e l’impegno continuo. Oliviero Toscani ha creato un linguaggio nuovo, ecco tutto: esplicito, reale, consapevole. Se spesso lo si definisce sovversivo, è perché risulta difficile seguirlo; abituati come siamo alle consuetudini e alle posizioni di comodo. La stessa fotografia, con lui, perde molti dei suoi paradigmi, di forma soprattutto: un bel fondo bianco e dentro ciò che diviene; anzi, un limbo illuminato e all’interno quanto sappiamo sia accaduto, ma che non vogliamo vedere.
Se affrontiamo Toscani con una logica nuova, tutto diventa più chiaro. Lui non commenta i fatti, li mostra: senza false ipocrisie o prese di parte. I media, oggi, ci spingono all’opinione duale, con un sound che convince; Toscani ci invita all’analisi, quella profonda e conoscitiva. “C’è un’ignoranza delle persone colte!”, ci dice; e noi intuiamo come questa sia figlia della presupponenza, della logica che si conforma; gettando sentenze, per giunta. Eppure l’AIDS non è il diavolo che diventa peccato, e l’anoressia vive nei modelli (mentali) e non nei comportamenti. Questioni d’opinione? No, la differenza sta nei presupposti. L’impegno, per Toscani, è un valore staminale, da assumersi con responsabilità. Da lì in poi parte la creatività, quella che non vive di sola fantasia (astratta), essendo dedicata a raggiungere un risultato tangibile; con una lauta assunzione di rischi da parte di chi la porta avanti.
Ecco, sì: il nostro non ha avuto paura, mai. La sua carriera ha rappresentato una scommessa continua, volta al futuro peraltro. Siamo sicuri che in molti cercheranno di imitarlo, disobbedendo a un assioma alla Toscani: “Il già fatto non è creatività”. E poi, forse verrebbe a mancare il coraggio necessario: quello per guardare a occhi aperti ciò che non si vuol vedere.
Oliviero Toscani, note biografiche
Oliviero Toscani, figlio del primo fotoreporter del Corriere Della Sera, è nato a Milano nel 1942 e ha studiato fotografia e grafica all’Università Delle Arti di Zurigo dal 1961 al 1965.
Conosciuto internazionalmente come la forza creativa dietro i più famosi giornali e marchi del mondo, creatore di immagini corporate e campagne pubblicitarie attraverso gli anni per Esprit, Chanel, Robe di Kappa, Fiorucci, Prenatal, Jesus, Inter, Snai, Toyota, Ministero del Lavoro, della Salute, Artemide, Woolworth e altri.
Tra gli ultimi progetti: la collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Salute, con la Regione Calabria, con la Fondazione Umberto Veronesi, e alcune campagne d’interesse e impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, alla violenza contro le donne, e contro il randagismo.
Come fotografo di moda ha collaborato e collabora tuttora per giornali come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern, Liberation e molti altri nelle edizioni di tutto il mondo. Dal 1982 al 2000, ha creato l’immagine, l’identità, la strategia di comunicazione e la presenza online di United Colors of Benetton, trasformandolo in uno dei marchi più conosciuti al mondo. Nel 1990 ha ideato e diretto Colors, il primo giornale globale al mondo, e nel 1993 ha concepito e diretto Fabrica, centro di ricerca di creatività nella comunicazione moderna.
Dal 1999 al 2000 è stato direttore creativo del mensile Talk Miramax a New York diretto da Tina Brown. Toscani è stato uno dei fondatori dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, ha insegnato comunicazione visiva in svariate università e ha scritto diversi libri sulla comunicazione.
Dopo quasi cinque decadi d’innovazione editoriale, pubblicità, film e televisione, ora si interessa di creatività della comunicazione applicata ai vari media, producendo, con il suo studio, progetti editoriali, libri, programmi televisivi, mostre ed esposizioni.
Dal 2007 Oliviero Toscani inizia Razza Umana, progetto di fotografia e video sulle diverse morfologie e condizioni umane, per rappresentare tutte le espressioni, le caratteristiche fisiche, somatiche, sociali e culturali dell’umanità, toccando più di 100 comuni italiani, lo Stato di Israele, la Palestina, il Giappone e per le Nazioni Unite, il Guatemala.
Da quasi trent’anni è impegnato al progetto: Nuovo Paesaggio Italiano, progetto contro il degrado dell’Italia. Il lavoro di Toscani è stato esposto alla Biennale di Venezia, a San Paolo del Brasile, alla Triennale di Milano e nei musei d’arte moderna e contemporanea di tutto il mondo.
Ha vinto numerosi premi come quattro Leoni d’Oro, il Gran Premio dell’UNESCO, due volte il Gran Premio d’Affichage, e numerosi premi degli Art Directors Club di tutto il mondo.
È stato vincitore del premio “creative hero” della Saatchi & Saatchi. L’Accademia di Belle Arti di Urbino gli conferisce il premio Il Sogno di Piero e riceve dall’Accademia delle Belle Arti di Firenze il titolo di Accademico d’Onore.
Oliviero Toscani è socio onorario del Comitato Leonardo e della European Academy of Sciences and Arts.
Le fotografie
Stefano Accorsi fotografato da Giovanni Gastel
Stefano Accorsi in una fotografia di Oliviero Toscani, copertina del libro “Album Stefano Accorsi”.