SI INAUGURA LA TORRE EIFFEL
Ne abbiamo parlato nel 2020, con poche righe. Oggi ci occuperemo del monumento parigino in maniera trasversale, partendo da angolazioni differenti e non unicamente fotografiche. La Torre Eiffel venne inaugurata il 31 marzo 1889, per l’Esposizione Universale che avrebbe aperto nel Maggio dello stesso anno. Alta 324 metri, rimase l'edificio più alto al mondo fino al 1930, quando fu superata dal Chrysler Building di New York.
Nel progetto iniziale, la Torre Eiffel doveva essere una struttura senza un utilizzo preciso, come molte altre realizzate per le Esposizioni: il contratto prevedeva che fosse demolita al massimo 20 anni dopo la sua realizzazione. La struttura era però diventata molto conosciuta, i parigini si erano abituati alla sua presenza e grazie alla sua altezza dava un ottimo servizio come ripetitore per le comunicazioni radio. Sulla base di queste considerazioni, le autorità parigine decisero di mantenere in piedi la Torre Eiffel.
Ci piace ricordare come il progettista (Gustav Eiffel) avesse previsto, al terzo livello, un appartamento per ospitare le persone illustri. Lì dormì anche Edison che, nell’Esposizione Universale del 1889, nella capitale francese, portò il suo fonografo.
Da una struttura effimera, ecco nascere un simbolo: naturale quindi che la bandiera francese fosse issata alla sommità della torre subito dopo la liberazione, durante la seconda guerra mondiale.
Resta l’importanza dell’opera monumentale, che in tutte le fotografie conserva il suo impatto: come opportunità e non solo alla stregua di un elemento connotante.
Molti fotografi hanno inserito la torre di Parigi nelle loro opere. A memoria, ci vengono in mente: Horvat, Erwitt, Doisneau, Kertész; ma poi ci accorgiamo come pure Burri, Bresson, List, Capa, Majoli, Riboud, Parr, abbiano fotografato il monumento anche solo come contesto. Oggi scopriremo come anche una fotografa importante (Ilse Bing) si sia occupata dell’emblema francese, con un’immagine diventata la copertina di un libro firmato George Simenon. Non poteva mancare il cinema, e qui ci divertiremo.
La Torre Eiffel e “French Kiss”
A occuparsi della torre parigina ricordiamo il film “French Kiss” (1995), con Meg Ryan, Kevin Kline e Jean Reno, diretto da Lawrence Kasdan. La pellicola si guarda volentieri, romantica per i romantici, con tanta Francia da respirare e pure molta Parigi. Lei, la fidanzatina, vola dal Canada alla capitale transalpina per riconquistare il fidanzato. Incontrerà invece un poco di buono, ma tra i due scoccherà la scintilla per il lieto fine. Meg detta il tempo delle sequenze, anche con i gesti. Orgogliosa quanto basta, vivrà con cipiglio le sue disavventure, cedendo solo al richiamo del cuore.
Il film si appoggia su una colonna sonora fatta di brani famosi e riconoscibili, alcuni made in Italy: “Via con me” e “Chi siamo noi”, di Paolo Conte, e “Feels Like a Woman” di Zucchero Fornaciari. In chiusura, troneggia “La vie en rose”, cantata da Louis Armstrong. L’epicentro della trama, però, rimane nella mani di Meg, indiscutibilmente a suo agio nel ruolo che le appartiene, di diritto. Fidanzatine così non ne esistono più.
Nei piani sequenza della pellicola compare spesso, simbolicamente, la Torre Eiffel, ma Meg non riesce a vederla. In quei momenti non è ancora francese, ma alla ricerca di quell’amore che non esiste più.
La fotografa Ilse Bing, note di vita
"Ho sentito che la fotocamera è diventata un'estensione dei miei occhi e si è mossa con me", ha detto una volta la fotografa Ilse Bing. Una delle sue fotografie più note, un autoritratto allo specchio, sembra illustrare questo pensiero. Mostra sia una vista frontale di Bing che scruta da dietro la sua fotocamera, sia una vista di profilo, che ci consente di vedere più del suo viso e della sua fotocamera. Questa immagine, che mette in risalto la piccola macchina fotografica su un treppiede, è diventata un'icona della fotografia modernista. Quella piccola fotocamera, che Bing sosteneva essere una Leica, rivoluzionò il modo in cui i fotografi potevano scattare. La fotografa presto divenne nota come la "Regina della Leica".
Bing ha iniziato la sua carriera come fotoreporter a Francoforte. Nel 1930, ispirata dal lavoro della fotografa parigina Florence Henri, fece i bagagli e si trasferì nella capitale francese. La carriera di Bing è fiorita lì: ha lavorato come freelance per pubblicazioni come Le monde illustre, Regards, Paris Vogue, Vu e persino l'americano Harper's Bazaar. Bing si è anche affermata come un'importante artista d'avanguardia, sperimentando angoli, movimenti e tecniche di stampa in molte delle sue fotografie dei monumenti di Parigi, tra cui la Torre Eiffel, il Moulin Rouge e la fontana di Place de la Concorde. Bing ha detto: “Era un momento di esplorazione e scoperta”. “Si volevano mostrare le possibilità della fotocamera, irraggiungibili per nessun pennello”. “Abbiamo infranto ogni regola”. “Anche quello che abbiamo fotografato era nuovo: carta strappata, foglie morte, pozzanghere per strada; la gente pensava che fosse spazzatura!”. “Ma andare contro le regole ha aperto le porte a nuove possibilità”. Insieme ad altri contemporanei che infrangevano le regole, come Man Ray e Andre Kertesz, Bing espose il suo lavoro in gallerie all'avanguardia a Parigi e New York City, nonché nella prima mostra di fotografia del MoMA, Photography 1839-1937 (1937).
Nel 1940, quando i nazisti invasero la Francia, Bing e suo marito, entrambi ebrei, furono posti in campi d’internamento separati in Francia. Fortunatamente, con il supporto di un editore di Harper's Bazaar, sono stati in grado di ottenere i visti ed emigrare a New York l'anno successivo. Lì Bing continuò a fotografare, ma nel 1959 decise di abbandonare la fotografia: “Avevo bisogno di un altro mezzo, così mi sono rivolta alla poesia”. “Le mie poesie si chiamano istantanee senza macchina fotografica”. Quindi, ha concluso, "Sono sempre una fotografa, qualunque cosa faccia".
(Fonte MoMA)
Di Ilse Bing proponiamo una fotografia della Torre Eiffel, diventata una copertina di un giallo a firma George Simenon (Ed. Adelphi). Non dimentichiamo che lo scrittore belga era anche un valente fotografo, favorevole al fatto che le fotografie autorevoli potessero occupare la copertina dei suoi libri.
Le fotografie
Locandina del film “French Kiss”
La Torre Eiffel fotografata da Ilse Bing, copertina del giallo Maigret di George Simenon (Ed. Adelphi).