LA SARDEGNA DI MARIANNE
C’è un’Italia che non si vede, nascosta tra le usanze antiche in borghi a volte dimenticati. Per conoscerla, bisogna cercarla, con interesse. E’ il caso di Scanno, divenuto col tempo il paese dei fotografi. Hilde Lotz-Bauer, tedesca, è stata la prima fotografa a rendere l'agglomerato abruzzese famoso in tutto il mondo. Si avventurò tra le vie del borgo tra gli anni 1933-1938. Le donne, i bambini, le case, le stradine, le vecchie case, le fontane, le piazze di Scanno, borgo dell’Alta Valle del fiume Sagittario, sono diventati i soggetti di tanti fotografi che fanno parte della storia mondiale della fotografia: Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Yoko Yamamoto, Pepi Merisio tra questi.
C’è un altro borgo in Italia diventato famoso grazie a una fotografa, anch’essa tedesca. Si tratta di Oliena, in provincia di Nuoro, una scoperta di Marianne Sin Pfältzer, nata il 12 aprile 1926. «Quando non ci sarò più, vorrei che le mie ceneri fossero sparse nei cieli tra la Corsica e la Sardegna», confidò un giorno Marianne Sin-Pfältzer. In Sardegna l’autrice decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita, forse perché là aveva raggiunto l’armonia: tra uomo e natura, nei rapporti interpersonali e probabilmente anche dentro se stessa.
La fotografa tedesca ha fissato nei suoi scatti atmosfere arcaiche, attimi di una vita quotidiana all’epoca ancora autentica, ma prossima a essere spazzata via nel segno della modernità. I cambiamenti sembravano poter travolgere ogni cosa, ma ha lasciato intatti elementi culturali e tradizioni che ancora oggi possono sopravvivere.
Marianne ci ricorda come non si possa buttare via tutto, perché le tradizioni fanno parte dell’esistenza: la nostra. Ricordiamolo sempre: la storia siamo noi.
Marianne Sin Pfältzer, note biografiche
Marianne Sin Pfältzer nesce ad Hanau il 12 aprile 1926, dove è cresciuta. Là ha frequentato il collegio, dando sin dall’inizio prova della sua attitudine all’artigianato e grande attenzione alla cultura materiale e oggettiva.
Poco più che ventenne istituisce la “Internationaler Jugendbund” e nel 1947 la madre apre un piccolo atelier fotografico. Nel 1950 Marianne parte per la Sardegna come educatrice presso una famiglia e là scatta numerose fotografie. Apprende la tecnica fotografica alla Bayerischer Sta-atslehranstalt für Photographie di Monaco, nei primi anni ’50, e a Parigi affina il suo linguaggio al fianco di noti fotografi dell’epoca, passando poi al professionismo. Nel 1955, con una Rolleicord 6x6, approda in Sardegna, tornandovi nei vent’anni successivi e trasferendovisi nel 2005. Parallelamente gira e fotografa il mondo: Philadelphia, 1965; Hawaii, 1966; Unione Sovietica, 1967; Filippine, Thailandia, Sri Lanka, 1969; Calcutta e New Delhi, Costa d’Avorio, 1979.
Oltre alla fotografia di reportage, la principale delle sue attività, che trova esito nell’editoria libraria e sui periodici, si dedica al ritratto in studio (immortala con varie tecniche alcuni tra i più noti personaggi del cinema e della cultura dell’epoca), a quello ambientato a teatro e nelle sale da concerto, e alla fotografia commerciale su commissione di note aziende di vari settori (Agfa, Perutz, Kodak, Braun, Hohner).
Nel corso della propria attività opera con le agenzie fotografiche, è socia del BJV (Bayerischer Journalisten-Ver- band), del BFF (Bund Freischaffender Foto-Designer) e di Europhot.
E' in Sardegna che troverà maggiore ispirazione. La sua assidua frequentazione nell’Isola, dalla metà degli anni Cinquanta, la identifica come la fotografa che ha costruito il repertorio di immagini più cospicuo e capillare sulla Sardegna del secondo Dopoguerra. Rapportatasi sin dagli esordi con l’editoria per riviste e libri, il suo obiettivo ha inteso scandagliare tutti gli aspetti della quotidianità, diffusi nell’intero territorio sardo, in un repertorio di immagini fissate sia in bianconero, che a colori, come dà testimonianza la vasta selezione pubblicata nel 2012 dalla Ilisso Edizioni, all’interno del volume monografico “Sardegna paesaggi umani”. La sua curiosità e intelligenza fotografica, l’hanno spinta a fermare lo sguardo su aspetti, in quegli anni, poco o affatto indagati se non per parziali specifiche necessità, e hanno lasciato alla Sardegna un inestimabile patrimonio visivo di carattere documentario, oggi imprescindibile proprio per la sua unicità e completezza.
Negli anni Ottanta, abbandona la fotografia per dedicarsi a quello che lei stessa definirà “Foto-Batik” ovvero la realizzazione, partendo da dettagli fotografici, di matrici per la stampa su tessuto e ceramica, che esporrà nelle fiere del settore e che troveranno ampio sbocco sul mercato industriale.
Ampia l’attività espositiva, volta soprattutto alla promozione nel mondo della Sardegna; tra gli eventi principali la retrospettiva dedicatale dal Museum Schloss Philippsruhe di Hanau nel 2001.
Si stabilisce definitivamente in Sardegna dal 2005, a Nuoro, il 27 agosto 2015 vi muore all'età di 89 anni.
(Fonte sito ufficiale della fotografa)
Marianne Sin-Pfältzer, un libro
Oliena. Ritratto di una comunità nelle fotografie di Marianne Sin-Pfältzer.
Ediz. Ilisso; 19 settembre 2022
(Sinossi)
Una comunità raccontata per immagini: questo è il focus del volume che raccoglie il lavoro realizzato della fotografa tedesca Marianne Sin-Pfältzer a Oliena nell’arco di circa un quindicennio, quello a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, periodo di transizione da una dimensione ancora arcaica a quella moderna, in cui l’essenza di tradizioni e pratiche del quotidiano non appare minimamente scalfita dal cambiamento. E l’evidenza e la magia del colore, accostato al più tradizionale bianco e nero, lo dimostra in maniera ancora più lampante.
Profondamente empatica nei rapporti umani, come si osserva nei ritratti, e altrettanto attenta a documentare la ricchezza e la varietà delle architetture tipiche, quello che emerge da questo lavoro della Sin Pfältzer è un affresco vivido del borgo ai piedi del Corrasi alla metà Novecento, capace di catturare l’attenzione non solo degli olianesi ma anche degli amanti della Sardegna, delle sue tradizioni e della sua cultura materiale.
Le fotografie
Copertina del libro “Paesaggi umani”, di Marianne Sin-Pfältzer. Ilisso Edizioni
Copertina del libro: “Oliena, ritratto di una comunità nelle fotografie di Marianne Sin-Pfältzer”. Ilisso Edizioni