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SALVATORE ANDREOLA, PITTORIALISTA

In un mese ricco di avvenimenti e personaggi, incontriamo un fotografo dal valore artistico imponente e sicuramente dimenticato. Dopo anni nei quali ci siamo incrociati col Referendum sul Divorzio (12 e 13 maggio 1974), con la Legge Basaglia (la n° 180 del 13 maggio 1978, n. 180; quella che impone la chiusura dei manicomi), con l’attentato al Papa Giovanni Paolo II (13 maggio 1981, in piazza San Pietro), con lo sfregio vandalico della Pietà di Michelangelo (quella Vaticana, 21 maggio 1972), con la nascita di Richard Avedon (15 maggio 1923), abbiamo deciso di occuparci di Salvatore Andreola, fotografo.
Lui è stato un portavoce della fotografia italiana nell'Europa degli anni '20 e '30. Ritrattista instancabile, fine indagatore psicologico, ottimo fotografo, Andreola ha interpretato quella ricerca dell'affinità fra pittura e fotografia che ha animato il dibattito artistico d'inizio secolo scorso, dando vita al movimento “pittorialista”.

E’ difficile pensare a come si possa raggiungere la notorietà in fotografia. Certo, il mercato conta, ma probabilmente c’è dell’altro: editori, curatori, gallerie, incontri e tanto altro. Sta di fatto che anche in passato non esisteva spazio per tutti. Così, tanti archivi sono caduti nel silenzio di qualche scaffale, senza poter divulgare storie e conoscenze. Noi oggi non stiamo facendo giustizia, non ne siamo in grado; ma almeno lanciamo un invito: guardiamo oltre, anche nei tempi andati; esiste tanta autorialità da scoprire.

Salvatore Andreola, note biografiche

Salvatore Andreola nasce a Orsogna (Chieti) il 21 maggio 1890. Autodidatta, incontra la passione per la fotografia giovanissimo, già all’età di 10 anni. Legge in continuazione riviste a tema e scatta la sua prima immagine al padre Egidio nel 1905.
Con la fine della prima guerra mondiale, decide di stabilirsi definitivamente a Modena, dove fu assunto come fotografo nell'Ospedale modenese. In pochi anni aprì il suo primo studio fotografico in via Modonella n.1 (1920), nelle vicinanze del Tribunale. In seguito, si trasferirà nella vicina via Emilia n. 291 (1925).
La sua specialità era il ritratto in studio, con una particolare attenzione all'utilizzo della luce naturale e alla ricerca d’interpretazione psicologica del soggetto ripreso (La “somiglianza interiore” di Felix Nadar? N.d.r.). Egli stesso nei suoi scritti dichiara di voler riprendere nei ritratti l'uso della luce fatto da Rembrandt e Guido Reni e di cercare di far emergere con essa non solo il volto esteriore, ma anche quello interiore della persona fotografata.
Gli ottimi risultati ottenuti gli valsero grande fama non solo in città: partecipò all'esposizione Internazionale di Torino nel 1923, un suo ritratto alla gomma bicromata fu l'unica opera italiana ammessa all'Esposizione Internazionale del 1923 a Londra, nel 1924 partecipò a fianco dei maestri del pittorialismo come Robert Demacy e Guido Rey all'importantissimo Salon International de Photographie di Parigi che decretò il successo europeo di questa corrente artistica e dello stesso Andreola.
Salvatore Andreola tornerà a Parigi anche nel 1925 e nel 1927, per poi esporre a Bruxelles e a New Westminster (Canada). Nel 1925 è presente a Toronto e nel 1930 alcune sue fotografie vengono richieste a Madrid e a Buenos Aires. La sua prima mostra personale si tiene a Roma nel 1933; seguono Firenze nel 1934, Modena nel 1946, Reggio Emilia e Correggio nel 1947, Milano nel 1948, Bologna nel 1951, poi ancora Modena nel 1953 e nel 1965. Le sue immagini e i suoi scritti sono stati pubblicati sulle principali riviste italiane di fotografia e arte. Tiene numerose conferenze sul valore artistico della fotografia e sull’uso della luce. Nel 1928 pubblica “L’arte della luce e il ritratto” e nel 1955“La psicologia nell’arte del ritratto”.

Nel 1965, il fotografo donò 257 immagini al Museo Civico di Modena e, due anni dopo, circa 60 al Museo del Cinema di Torino.

Salvatore Andreola muore a Milano, 17 dicembre 1970.

Il pittorialismo

Il pittorialismo nasce alla fine del XIX secolo con l'intento di elevare il mezzo fotografico ad arte, al pari della pittura. La fotografia era spesso considerata con disprezzo nell'ambito artistico, a causa del procedimento meccanico e automatico richiesto per la produzione delle immagini. Lo scopo dei pittorialisti era quello di rendere l'immagine fotografica il più simile possibile alla pittura grazie ad un'attenta ricerca di soggetti (ritratti, paesaggi) ripresi con luci morbide e sfocature, e ad un accuratissimo lavoro di stampa in camera oscura con tecniche come il bromolio e la gomma bicromata che davano una resa pittorica alla foto. Fra i principali esponenti di questo movimento artistico, diffuso in tutto il mondo, ricordiamo: Robert Demachy e Camille Puyo (Francia), Alfred Stieglitz e Edward Steichen (USA), Yasuzo Noijma (Giappone). In Italia i principali fotografi che hanno aderito alla corrente artistica del pittorialismo troviamo Guido Rey e Domenico Riccardo Peretti Griva. Anche Modena ebbe un fotografo esponente rilevante di questa corrente: Salvatore Andreola, appunto.

(Le fonti: Comunicato stampa della mostra tenutasi a Modena nella primavera 2010, sinossi del libro edito da Skira).

Salvatore Andreola, un libro

“Salvatore Andreola e il pittorialismo”, catalogo della mostra che si è tenuta a Modena, ex Ospedale Sant’Agostino, 11 aprile – 30 maggio 2010. Skira editore.

Sinossi

Con questo volume, il Fotomuseo Panini intende avviare insieme a Skira una collana di pubblicazioni dedicate alla fotografia storica e ai suoi protagonisti italiani e internazionali. Si parte dal pittorialismo, il movimento nato alla fine del XIX secolo dall’esigenza di elevare il mezzo fotografico a strumento di espressione artistica.
La fotografia era considerata con disprezzo nell’ambito artistico, a causa del procedimento meccanico e automatico richiesto per la produzione delle immagini. I pittorialisti, collegandosi alle ricerche estetiche dei pittori del Seicento italiano e dei preraffaelliti, resero l’immagine fotografica simile alla pittura, grazie a un’attenta ricerca dei soggetti, delle luci, e a un accuratissimo lavoro di stampa in camera oscura.
Il ritrattista Salvatore Andreola fu uno dei principali esponenti dell’ultimo periodo di questo movimento.

Le fotografie

Salvatore Andreola, autoritratto. 1946.
Copertina del libro “Salvatore Andreola e il pittorialismo”. La fotografia: Ritratto di donna, 1923.

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