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2 GIUGNO, DUE FOTOGRAFI

Divaghiamo un po’, questo due giugno, senza però dimenticare il momento più importante: l’Italia, con un referendum popolare (1946), sceglie la Repubblica. La nazione cambia pagina dopo ottant’anni di monarchia, due guerre mondiali, un conflitto civile. Il 22 dicembre 1947 la Costituente approverà la Costituzione, promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente: la Legge Fondamentale dello Stato Italiano.
Tanti auguri Italia.

Prima dei due fotografi, oggi vogliamo ricordare anche un grande autore: Mario De Biasi. Lui nasce a Sois, un piccolo paese del comune di Belluno, il 2 giugno 1923. Si avvicina alla fotografia in Germania (là fu deportato durante il secondo conflitto mondiale) nel 1944, usando una fotocamera ritrovata tra le macerie della città. Nel 1953 iniziò la sua collaborazione con Epoca. Per la rivista Mondadori realizzò importanti reportage, primo fra tutti quello sulla rivolta popolare di Budapest del 1956.
Di lui ricordiamo anche le immagini della New York negli anni Cinquanta e i ritratti, come quelli di Marlene Dietrich, Brigitte Bardot e Sofia Loren. Molto famosa (e sempre da osservare) è la foto “Gli italiani si voltano”, dove una giovane Moira Orfei cammina verso la Galleria di Milano, con l’Italia del tempo a farne da contorno. C’è ad esempio la Lambretta (del Cerutti Gino?), simbolo, insieme al bar Zucca, della Milano degli anni cinquanta. Sulla sinistra compare un’auto (presagio dei tempi che verranno) e tutta la gente si mostra per com’era (bella, a nostro giudizio). Molti sono in giacca, alcuni in doppio petto. Dalla tasca di uno degli astanti esce un quotidiano, come da abitudine dei nostri nonni.
A livello compositivo, Moira vive nel suo “teatro”; ed è la cornice a offrire valore alla fotografia tutta. Se vogliamo, l’attrice incarna l’Italia dei tempi; avanza spavalda, col suo PIL a due cifre. Stava rinascendo.

Una storia milanese

A Milano, in zona Naviglio Pavese, c’è una via dedicata a Icilio Calzolari. Lui, nato a Parma il 2 giugno 1833, è stato un fotografo che lavorò nella Milano della seconda metà dell’800. Il 31 marzo 1866 acquistò la proprietà dello stabilimento fotografico di Alessandro Duroni, in corso Vittorio Emanuele 13, sempre nel capoluogo lombardo. Acquistò col tempo una certa notorietà, anche perché partecipò all'Esposizione di Parigi. A lui si deve la documentazione del patrimonio architettonico e artistico di Milano e delle opere pubbliche cittadine.
Nel 1888 Icilio Calzolari vende la sua attività a Guigoni & Bossi e continua a fotografare per sé. Nel 1898 ritrae la breccia al Convento dei Cappuccini durante i moti milanesi.
Lo studio Guigoni e Bossi si specializzerà nel genere del ritratto, partecipando tra l’altro all’Esposizione di Torino del 1898 con una serie di vedute e ritratti della Famiglia Reale. La ditta muterà in seguito più volte proprietari, senza tuttavia cambiare la prima denominazione. Nel 1911 viene rilevata da Giuseppe Comoletti; nel 1925 risulta di proprietà di Giuseppe Gariglio e trasferita al n. 22 di corso Vittorio Emanuele II; un anno dopo è dei soci Felice Baratelli, fotografo, e Bruno Marconcini, ufficiale; nel 1927 diviene “Fotografia Guigoni e Bossi Società anonima” di Felice Baratelli , Alfredo De Rosa e Antonio Comolli. Nel 1928 viene infine rilevata da Luigi Pandolfo, che cesserà l’attività nel 1931.

Icilio Calzolari muore a Porto Valtravaglia, sul Lago Maggiore, il 18 dicembre 1906

Pioniere del volo in mongolfiera

Eduard Spelterini nasce il 2 giugno 1852 a Bazenheid, in Svizzera. Lui è stato un pioniere svizzero del volo in mongolfiera e della fotografia aerea.
Spelterini aveva un grande talento musicale, così s’iscrisse al Conservatorio di Parigi per tre anni, dove fu uno dei migliori studenti. In seguito si ammalò di tubercolosi e fu costretto alla convalescenza nel sud della Francia. Mentre era a Marsiglia, vide il suo primo pallone aerostatico. Un passeggero s’innervosì per le condizioni meteorologiche apparentemente non ideali e rifiutò il posto, offrendo al giovane Spelterini, un'opportunità inaspettata per il suo primo volo in mongolfiera. Lui rimase così colpito dal volo che lasciò gli studi al Conservatorio e si affrettò a iscriversi all'Accademia dell'aviazione di Parigi, l'Académie des aérostatiers.
Nel 1877 si diplomò come aeronauta. Ha poi acquisito molti anni di esperienza nell'aria. Nel 1887 commissionò la costruzione del proprio pallone e iniziò a portare regolarmente con sé passeggeri sui suoi voli. Ha viaggiato molto in tutta Europa, effettuando ascensioni da luoghi come il Prater di Vienna e l'Hyde Park di Londra. Di solito a bordo portava anche un cestino da picnic ben riempito e una bottiglia di champagne!
Accademie militari e scuole di guerra lo costrinsero a dirigere corsi d’istruzione aeronautica. Negli anni successivi, come capitano dell'aeronautica, effettuò 570 voli e trasportò un totale di 1237 passeggeri. Questi includevano tra gli altri insegnanti, artisti, consiglieri, generali, duchi e duchesse, capitani d'industria ed editori.
Nel 1893 iniziò a scattare fotografie e divenne così un pioniere della fotografia aerea, famoso soprattutto per i suoi pionieristici voli attraverso le Alpi centrali. I suoi voli avevano anche uno scopo scientifico e in molti erano interessati alle opportunità di ricerca offerte da questo nuovo mezzo di trasporto. Uno di questi fu Ferdinand Graf von Zeppelin, che per primo ebbe l'idea di un dirigibile orientabile. Spelterini fece il suo ultimo volo in mongolfiera nel 1926.

Eduard Spelterini muore a Zipf il 16 giugno 1931.

Le fotografie

Milano, Santuario di Santa Maria dei Miracoli, Basilica Romana Minore, e San Celso. Corso Italia. Icilio Calzolari, Stabilimento fotografico Duroni.
Ripresa aerostatica del principale ghiacciaio della Francia davanti ai Grandes Jorasses nella regione del Monte Bianco, 1909. Ph. Eduard Spelterini.

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