RICORDAIMO IL COWBOY SOLDATO
E’ roba da nonni, ce ne rendiamo conto; ma l’11 giugno 1979 ci lasciava John Wayne, un attore che è arrivato a incarnare il West americano.
A partire dal film "Ombre rosse" (1939), il suo primo grande successo, il ruolo che interpretava giustificava una certa America: attuativa e sbrigativa, burbera a volte, che avrebbe voluto far emergere la sensibilità dei buoni. In realtà dietro quella facciata retorica si è sempre nascosto un conservatorismo ostinato e cieco: indiani cattivi e pericolosi di fronte a dei conquistatori portatori di civiltà. A vincere è sempre stato il coraggio, l’onore, anche l’amore, per una frontiera (il west) fatta per i duri.
“Ombre rosse”, il film di John Ford, ha comunque i suoi aspetti positivi, che vanno osservati con cura: la scena della diligenza in corsa (inseguita dagli indiani) rimane un’icona del cinema mondiale, soprattutto tenendo conto dell’anno nel quale è stata girata, il 1939. La ripresa vale tutta la pellicola, per l’interpretazione del movimento.
John Wayne però piaceva, molto; anche al cospetto del pubblico femminile. La sua camminata era unica, come il sorriso ironico di fronte a una bella donna.
Dell’attore vogliamo ricordare un altro film cult, “Un uomo tranquillo” (1952), una commedia ambientata in Irlanda e non nel West americano. La pellicola venne presentata alla 13ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e viene ricordata per la più epica scazzottata della storia del cinema. Onore amicizia e amore emergono comunque con forza, come in tutte le interpretazioni dell’attore americano.
La carriera di John Wayne merita comunque rispetto, anche se storciamo un po’ il naso di fronte al suo conservatorismo esaltato. Erano altri tempi, lasciamo stare.
John Wayne, note biografiche
John Wayne, è nato a Winterset, Iowa, il 26 maggio 1907 come Marion Robert Morrison. La famiglia di Wayne si trasferì a Glendale, in California, quando aveva sei anni. Pare che il padre di Marion avesse sviluppato un disturbo di salute e per questo gli venne suggerito un clima secco al fine di migliorare le sue condizioni. La cittadina californiana era un luogo idilliaco per la famiglia Morrison, con il suo clima temperato e la vivace comunità. Fu mentre viveva a Glendale che Marion acquisì il soprannome di Duke. Il cane dei Morrison, Duke appunto, era il compagno costante di Marion. Questi avrebbe visitato la caserma dei pompieri locale accompagnato dal suo cane. I vigili del fuoco conoscevano il nome dell’animale e iniziarono a chiamare "Duke" anche il ragazzo. Il soprannome è rimasto.
Da adolescente si alzava alle quattro del mattino per consegnare i giornali e dopo la scuola giocava a football e faceva consegne per i negozi locali. Quando si è diplomato al liceo, sperava di frequentare l'Accademia navale degli Stati Uniti. Tuttavia, dopo il rifiuto dell’ente, ha accettato una borsa di studio per giocare a football presso la University of Southern California a Los Angeles.
Nell'estate del 1926, l'allenatore di football di Wayne gli trovò un lavoro come assistente di scena sul set di un film diretto da John Ford. Il regista ha iniziato a usare Wayne come comparsa, utilizzandolo poi in alcuni ruoli più importanti. Nel 1930, Ford raccomandò Wayne per l'epico western della Fox “Il grande sentiero”. Wayne ebbe la parte, ma il film andò male e la Fox non gli rinnovò il contratto.
Durante il decennio successivo, Wayne ha lavorato instancabilmente in innumerevoli film western a basso costo, affinando il suo talento e sviluppando un personaggio che ben si adattava al mondo dei cowboy. Alla fine, il suo vecchio mentore John Ford ha offerto a Wayne la sua grande occasione, lanciandolo nel suo brillante western del 1939, “Ombre Rosse”. Wayne ha interpretato il ruolo di Ringo Kid e ha infuso nel personaggio i tratti essenziali che avrebbero caratterizzato quasi tutti i suoi successivi ruoli cinematografici: un'onestà dura e chiara, un valore indiscusso.
Dopo “Ombre Rosse”, la carriera di Wayne è decollata. Tra le dozzine di western in cui è apparso, molti dei quali diretti da Ford, c'erano dei classici memorabili come “Romanzo del west” (1944), “Il fiume rosso” (1948), “Il massacro di Fort Apache” (1948), “I cavalieri del Nord Ovest” (1949), “Rio Bravo” (1959) e “L'uomo che uccise Liberty Valance” (1962). In tutti questi film, The Duke, come era conosciuto, incarnava i semplici, e forse semplicistici, valori del cowboy: decenza, onestà e integrità.
Oltre ai western, Wayne ha recitato anche in film di guerra: un piccolo salto per il valoroso cowboy verso i combattimenti della seconda guerra mondiale. Possiamo citare film come “Iwo Jima, deserto di fuoco” (1949), “I diavoli alati” (1951) e il già ricordato “Il giorno più lingo”. Profondamente conservatore nella sua politica, Wayne ha usato il suo film del 1968, “Berretti verdi”, per esprimere il suo sostegno alla guerra del governo americano in Vietnam. La pellicola destò numerose polemiche, anche qui da noi, in Italia.
Alla fine degli anni '60, gli americani si erano stancati di Wayne e dei suoi personaggi semplicisticamente maschili e patriottici. Sempre più spesso, i film western rifiutavano i semplici codici morali sostenuti da Wayne e li sostituivano con una visione più complessa e tragica del West americano. Tuttavia, “The Duke” si è dimostrato più adattabile di quanto molti si aspettassero. Nel suo ruolo (vincitore dell'Oscar) ne “Il Grinta” (1969), ha iniziato ad abbandonare la sua immagine di bravo ragazzo. Il suo ultimo film, “Il pistolero” (1976), ha conquistato anche i suoi critici più severi. Wayne, che stava combattendo lui stesso contro il cancro ai polmoni, interpretava un pistolero morente i cui codici non aderivano più a un mondo che stava cambiando.
Tre anni dopo, l’11 giugno 1979, Wayne moriva di cancro a Los Angeles.
Il fotografo Terry O’Neill
Terry O’Neill è nato il 30 luglio 1938 da genitori irlandesi a Romford, nell'East London. Dopo aver rinunciato alla sua ambizione di diventare un batterista jazz, iniziò a dedicarsi alla fotografia, con un particolare interesse nei confronti del fotogiornalismo. O'Neill si è affacciato alla professione durante i primi anni '60. Mentre altri fotografi si concentravano su terremoti, guerre e politica, lui si rese conto come la cultura giovanile potesse trasformarsi in notizia su scala globale, così iniziò a raccontare i volti emergenti del cinema, della moda e della musica, che avrebbero poi definito gli Swinging Sixties.
Nel 1959, O'Neill scattò una fotografia al ministro degli Interni, Rab Butler, mentre dormiva all'aeroporto di Heathrow. L'immagine è stata utilizzata sulla copertina del Sunday Dispatch e l'editore ha offerto a O'Neill un lavoro part-time. Successivamente avrebbe trovato un ulteriore impiego presso il principale tabloid nazionale britannico, The Daily Sketch.
Dopo il successo iniziale, O'Neill è passato a lavorare come freelance. Ha fotografato i Beatles e i Rolling Stones, presentando i musicisti in un modo rilassato e naturale. Molte celebrità si sono presentate davanti il suo obiettivo, tra queste: Winston Churchill, Nelson Mandela, Frank Sinatra, Elvis, Amy Winehouse, Audrey Hepburn e tutti gli attori di James Bond. Definito il pioniere della fotografia di backstage, le immagini di O'Neill sono apparse su album rock, poster di film e copertine di riviste internazionali. Il suo lavoro è apparso su Look, Life, Vogue, Paris Match, Rolling Stone, consolidando la sua eredità come uno dei fotografi più pubblicati degli anni '60 e '70.
Durante gli anni '80 Terry O'Neill divenne il fotografo preferito di Hollywood. Ha esposto numerose volte nel Regno Unito e a livello internazionale. Il suo lavoro è conservato esclusivamente nella collezione della National Portrait Gallery di Londra, dove si prendono cura di 77 delle sue stampe.
O'Neill ci ha lasciato nel novembre 2019.
Le fotografie
John Wayne, Ph. Terry O’Neill 1970
John Wayne nel film “Ombre Rosse”, 1939