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NASCE CAT STEVENS

L’estate è una stagione vacanziera, fatta anche di riflessioni, sul tempo e sull’età, come direbbe un noto cantautore. Quella del 1969, ad esempio, fu ricca di eventi che diventarono storia: dal primo allunaggio (20 luglio) al concerto di Woodstock (15-18 agosto). L’uomo camminava sulla luna e cambiava la prospettiva sul mondo. Qualcuno ci guardava di lassù, e all’improvviso da osservatori diventammo guardati, piccoli, abitanti dello spazio.
Ma proprio le regole prospettiche stavano cambiando, forse più drasticamente. In quell’estete 1969 due computer, uno a est l’altro a ovest degli USA, si misero a dialogare, scambiandosi dati, dando così origine alla rete. Tempo e spazio, elementi cardine della fisica classica, venivano messi da parte: era stata posta la prima pietra sulla globalizzazione.
Il mondo giovanile si sarebbe dato appuntamento a Woodstock, per una tre giorni di musica; in più, sempre nell’estate ’69 veniva presentato il film Easy Rider, un road movie che metteva in luce la cultura della controtendenza, la risposta hippie al piattume medio borghese: l’inno alla libertà ad ogni costo.
Non dimentichiamo poi che l’8 agosto, sempre nel 1969, i Beatles attraversavano le strisce pedonali di Abbey Road, contribuendo a creare una delle fotografie da copertina più famose nella storia della musica pop.

A metà anni ’60 iniziava la sua carriera un cantautore che avrebbe impegnato le nostre vite dieci anni dopo: Cat Stevens. Ricordiamo una Renault 5 arancione, un “mangianastri” estraibile, due casse Voxson sulla cappelliera. Il nastro, opportunamente riavvolto con la penna Bic, proponeva “Father & Son”, "Wild World", "Hard Headed Woman", "Moonshadow". Forse noi, da ascoltatori, non comprendevamo l’intimità dei brani, ma la musica arrivava con efficacia al cuore e agli amori.
Per un po’ tempo, Cat è scomparso dalla scena musicale e siamo contenti di riscoprilo oggi. Lui è venuto in Italia nel 2014, ospite del Festival di San Remo (quello condotto da Fabio Fazio); il che ha contribuito a rinfrescare la memoria di molti.
Non dimentichiamo comunque come sempre Cat Stevens abbia scritto una delle cover più famose di sempre, quella celebre "The First Cut Is The Deepest", che ascoltiamo spesso dalla voce di Rod Stewart.

Cat Stevens, note di vita

Cat Stevens nasce il 21 luglio 1948 a Marylebone, Londra. Raggiunse il primo successo a metà degli anni '60 con "I Love My Dog" e "Matthew and Son". Prolifico cantautore, ha scritto canzoni per altri artisti, come "Here Comes My Baby" e "The First Cut Is The Deepest"; quest'ultima, in particolare, sarebbe diventato un successo internazionale in più occasioni per una varietà di artisti.

Nel 1968 Cat contrasse un attacco di tubercolosi potenzialmente fatale, che lo costrinse in ospedale per diversi mesi. Fu durante questo periodo che iniziò un processo di riflessione interiore e meditazione.
Dopo la sua guarigione, Cat subì una profonda trasformazione musicale. Ha scritto circa 40 canzoni, apportando cambiamenti fondamentali al suo stile di vita. Il suo nuovo sound era più essenziale e intimo, i suoi testi acquisirono un vantaggio intuitivo.

Il periodo dal 1970 al 1974 ha visto Cat Stevens salire ai vertici del panorama musicale. Il suo album del 1970 Tea for the Tillerman, che divenne disco d'oro negli Stati Uniti, conteneva i classici "Wild World", "Hard Headed Woman", "Where Do the Children Play?" e "Father & Son". Tuttavia, è stato senza dubbio Teaser and the Firecat del 1971 a rendere Cat una vera megastar. Canzoni come "Morning Has Broken", "Peace Train" e "Moonshadow" hanno emozionato il pubblico di tutto il mondo.

Nel 1975 Cat visse un altro evento che cambiò la sua vita. Mentre nuotava nell'Oceano Pacifico al largo di Malibu, iniziò a essere trascinato al largo. Temendo la morte imminente, chiamò Dio promettendo che se fosse stato salvato avrebbe dedicato la propria vita al suo servizio. In quel momento un'onda gentile lo riportò a riva e al sicuro. Dopo aver ricevuto una copia del Corano da suo fratello, abbracciò l'Islam nel 1977, diventando Yusuf Islam nel 1978.

Dopo essersi sposato e aver avuto figli, Yusuf è stato fortemente coinvolto negli aiuti umanitari. Alla fine degli anni '90, lui e sua moglie, Fawziah, fondarono l'ente di beneficenza Small Kindness in risposta ai devastanti conflitti nei Balcani. L'ente di beneficenza ha concentrato i suoi sforzi sui bisogni di orfani, vedove e famiglie. Small Kindness continua ad aiutare le vittime vulnerabili di disastri umanitari e ha ricevuto riconoscimenti internazionali per il suo lavoro.

I tragici eventi dell'11 settembre hanno motivato Yusuf a salire, ancora una volta, sulla scena mondiale. Ha parlato nei media contro le atrocità, contro il fanatismo e la guerra, e ha chiesto la pace e l'unità. Iniziò a eseguire di nuovo parte del suo vecchio repertorio, in particolare "Peace Train".

Nel 2003 Yusuf ha ricevuto il "World Social Award" in Germania da una giuria di International World Awards per "aver dedicato la sua vita ad aiutare i bisognosi e i malati". E nel 2004 è stato insignito del premio Man of Peace da Mikhail Gorbaciov a nome di un comitato di premi Nobel per la pace per aver lavorato per “alleviare le sofferenze di migliaia di bambini e dei loro genitori, dedicandosi alla promozione della pace, alla riconciliazione dei popoli e alla condanna del terrorismo”.

Il pieno ritorno di Yusuf alla musica è arrivato nel 2006 con l'uscita di An Other Cup. L'album è stato accolto con entusiasmo, deliziando il pubblico che aveva sognato di ascoltare ancora una volta la sua voce dolce. Tre anni dopo un altro nuovo album, Roadsinger, cementò la sua riconnessione con l'industria musicale.

Il ritorno alla musica di Yusuf è stato accolto con gioia ed entusiasmo in tutto il mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti. La reazione emotiva alla sua esibizione alla Rock & Roll Hall of Fame di New York il 10 aprile 2014 ha mostrato l'amore e l'apprezzamento che esiste all'interno dell'industria musicale per un leggendario cantautore che è veramente considerato uno di loro. Nel 2016 il tour "Cat's Attic" ha dato al pubblico americano l'opportunità di far eco a questi sentimenti.

Il 2017 è stato un anno meravigliosamente produttivo per Yusuf. Ha pubblicato il suo quindicesimo album in studio, The Laughing Apple, che gli è valso la sua prima nomination ai GRAMMY.

(Fonte: sito ufficiale dell’artista)

Il fotografo Daniele Venturelli, per molti, per tutti

Incontriamo Daniele Venturelli al telefono, come molti anni prima. I tempi sono cambiati, ma lo scatto degli eventi aveva già preso una direzione precisa: in quantità e qualità. Ritroviamo un Daniele maturo, deciso, preparato e cosciente della sua missione. Deve documentare tutto e meglio, velocemente, senza indugi o preferenze. La sua attività si compone di tanti istanti decisivi, che non possono (né devono) essere vissuti emotivamente. E’ vera fotografia? Crediamo di sì, forse anche di più: perché c’è chi scatta e colui che guarda, diventato peraltro maggiormente esigente. Troppe sono, oggi, le fonti d’informazione e la fotografia ha dovuto adeguarsi, prontamente. Diciamo che è cambiato il mondo, la vita, il senso di appartenenza. Decine di occhi ci guardano e fili sottilissimi si scambiano i numeri del nostro esistere. Meglio avere un avamposto, un delegato che sappia osservare per noi, al posto e nel momento giusto. Daniele è un po’ questo: scatta per tutti coloro che guarderanno, al di là dei gusti, con l’intento di non tralasciare nulla.
Viaggia molto, Daniele: nelle capitali delle celebrità. Lo muove un’energia atavica, dirompente, fortemente motivata. Si fermerà un giorno? Forse, chissà. Probabilmente, quel giorno, ripenserà a quel bambino che diceva alla madre: “Voglio fare il fotografo”. Ricorderà gli scatti, i momenti, gli eventi e le curiosità, convinto di avercela fatta: per molti, per tutti.

Daniele Venturelli, note biografiche

Daniele Venturelli, fotografo autodidatta, nasce nel 1967 a Reggio Emilia, e mostra, fin da bambino, interesse e acuta curiosità verso “l’oggetto fotocamera” e lo sviluppo in camera oscura che ha modo di sperimentare, fin dai sette anni di età, presso la camera oscura “pubblica” del centro culturale della sua città.
Ha iniziato a fotografare da autodidatta scoprendo subito la sua passione per il ritratto in bianco e nero e poi verso la fotografia sportiva. Si è sempre aggiornato nella tecnica e nella conoscenza delle attrezzature, ottiche e fotocamere. Nel suo percorso di ricerca ha sperimentato prima la pellicola in bianco e nero per arrivare tra i primi in Italia al digitale.
Dopo una prima fase professionale che lo vedeva impegnato nell’immortalare le sfide sportive nazionali ed internazionali della Formula uno, dello sci, calcio, ciclismo ed equitazione, si è poi specializzato nella ritrattistica e nella fotografia editoriale dei grandi eventi culturali internazionali. Ha lavorato a stretto contatto con gradi personalità di fame internazionale, uno fra tutti, il Maestro Luciano Pavarotti, che ha seguito in concerti, tour e percorsi privati e professionali. Venturelli lavora curando direttamente ogni dettaglio: relazione con la committenza, composizione, luce, e mantiene personale contatto con le personalità da ritrarre, elementi peculiari che lo rendono unico non solo nello stile ma soprattutto nel processo creativo e nella dinamica di relazione e creazione.
Ogni scatto è una vera e propria sfida creativa, contro il tempo di messa in rete degli scatti e della successiva pubblicazione.
La fotografia è diventata parte integrante della sua vita che lo porta a viaggi e trasferte lavorative continue in ogni parte del mondo, ma alle sfide professionali alterna anche passioni personali sportive che lo appassionano, prima il nuoto ed ora il ciclismo.
Numerose sono le pubblicazioni sulle pagine e sulle cover di prestigiosi Magazine nazionali ed internazionali. Sempre presente nei più importanti e prestigiosi eventi nazionali ed internazionali della moda, dello spettacolo, della cultura, dell’arte e dello sport.
Dal 2002 collabora con la prestigiosa agenzia fotografica Getty Image, portando attraverso la loro distribuzione capillare e internazionale, i suoi scatti a pubblicazioni in tutto il mondo. Grazie al suo curriculum e alla qualità del suo lavoro i suoi scatti sono molto ricercati e apprezzati.

Le fotografie

Cat Stevens al Festival di San Remo 2014. Ph. Daniele Venturelli.

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