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Il 14 novembre 2021 data del ritiro dalla Moto GP di Valentino Rossi

Il 14 novembre 2021 data del ritiro dalla Moto GP di Valentino Rossi, noto come "Il Dottore", ha segnato un'epoca nella storia della MotoGP con il suo iconico numero 46.

Dopo più di due decenni di gare e ben nove titoli mondiali, ha annunciato il suo ritiro alla fine della stagione 2021.

La decisione è stata presa anche per motivi fisici, come lui stesso ha raccontato con un sorriso, citando dolori a schiena e ginocchia come segni del tempo che passa. Il ritiro di Rossi ha commosso i tifosi ei colleghi, che lo hanno salutato con affetto e ammirazione. Per onorare la sua straordinaria carriera, la MotoGP ha ritirato il numero 46 in un tributo speciale al Mugello, immortalando così l'eredità di uno dei più grandi campioni del motociclismo.

Oggi, Rossi guarda le gare dal divano, tenendo in braccio sua figlia Giulietta, e afferma con un sorriso che non gli manca più la vita in pista.

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La nascita dei virus informatico

L'invenzione dei virus informatici riflette l'evoluzione dei conflitti moderni, in cui la tecnologia diventa sia un'arma sia uno strumento di potere.

Nato come strumento per la sperimentazione, il virus informatico ha rapidamente assunto connotazioni più minacciose, soprattutto a partire dagli anni '80, con la diffusione di personal computer e reti locali. Questi virus non solo mettevano in pericolo i sistemi ma anche l'integrità dei dati, dando inizio a una nuova forma di attacco che trascendeva i confini fisici. Il virus informatico non è solo come una minaccia tecnica, ma un'arma di destabilizzazione globale, utilizzata da attori statali e non per esercitare influenza e controllo senza ricorrere a conflitti armati tradizionali. nei virus non solo una sfida tecnica ma anche un “virus sociale” che rivela la superficialità con cui si affrontano le minacce digitali e l'ingenuità della fiducia cieca riposta nelle tecnologie, come accade in altre sfere della società.

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La Caduta del Muro di Berlino

Quella sera non cadde solo il muro. Quel Giovedì 9 novembre 1989 rappresentò uno dei momenti più cruciali del ventesimo secolo, segnando la fine della Guerra Fredda e il crollo del sistema sovietico. Quella notte viene descritta come una narrazione avvincente fatta di tensione, speranza e impeto verso la libertà.

Il "Muro" era un lungo sistema di recinzione in cemento armato, lungo 155 km e alto 3,6 metri, che circondò dal 1961 la parte occidentale della città di Berlino, appartenente alla giurisdizione della Germania Ovest, ampia circa 480 km² e comunemente detta Berlino Ovest, per separarla dalla parte orientale della stessa città, divenuta capitale della Germania Est e comunemente detta Berlino Est.

Quel muro di cemento armato, simbolo dell'oppressione e della censura, non serviva solo a dividere Berlino, ma ad isolare ogni barlume di libertà che minacciava di accendersi oltre la Cortina di Ferro, Con le sue torri di guardia, i fili spinati e le guardie armate, era molto più di una semplice barriera: era un simbolo della Guerra Fredda, della diffidenza, della paura reciproca.

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VACANZE ROMANE, LA PRIMA

27 agosto 1953: L'anteprima del film "Vacanze Romane" viene proiettata a New York City. Attori protagonisti sono Audrey Hepburn e Gregory Peck. Il film tratta la storia di una principessa europea che trascorre delle insolite vacanze nella Roma degli anni '50; diventerà un successo senza tempo.
I motivi però sono tanti: quell’Italia piace ancora, qui da noi e anche all’estero. La Capitale, poi, era bellissima, fresca, spavalda, pronta alle Olimpiadi, inebriata dal boom economico. In più, ecco un simbolo forte: la Vespa, lo scooter che ha segnato un’era.

L’Italia inizia a muoversi su due ruote, prima che con le quattro. In molti hanno posseduto quello scooter, che quasi veniva tramandato: dai fratelli maggiori a quelli minori; e poi ad amici, parenti, conoscenti. Nell’immaginario collettivo, quel corpo bombato (con pedane e manubrio) era diventato un simbolo di libertà, un modo per allargare la propria prossimità, comunque uno strumento col quale identificarsi. Non possiamo contare quante famiglie siano nate su quella “motoretta”; perché sì, anche l’amore, con la Vespa, finiva per emanciparsi, motorizzandosi a sua volta.

La Vespa, come simbolo del costume “italico”, è comparsa in numerosi film. I primi a guidare quello scooter sul grande schermo furono, nel 1953, Audrey Hepburn e Gregory Peck, protagonisti di “Vacanze Romane”. Negli anni ’60, ecco un’altra partecipazione importante: la Vespa recita nel film “La Dolce Vita”, di Federico Fellini. A pilotare lo scooter Piaggio è il Paparazzo, che scorrazza per Via Veneto alla ricerca di personaggi famosi da fotografare. Dino Risi scelse la Vespa come mezzo di trasporto per i protagonisti dei suoi lavori proletari: “Poveri, ma belli” (1956), “Belle, ma povere” (1957). Andando negli USA, a guidare una Vespa GS 160 sono i giovani di “American Graffiti” (1973), la pellicola nella quale George Lucas descrisse i sogni della gioventù americana degli anni ’60.
Finiamo con un cult movie: “Caro Diario”, di Nanni Moretti. Il regista, nel primo episodio del film, attraversa una Roma resa deserta dalle vacanze estive, scoprendo personaggi e luoghi mai visti prima.

L’elenco potrebbe continuare, ma preferiamo non dilungarci. Diciamo solo che tra Vespa e cinema è sempre stato amore, che confidiamo possa continuare.

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