Skip to main content

[STING, MUSICA CON CLASSE]

Sting ha occupato la gioventù di molti, sin dai tempi dei Police. Siamo nell’era delle autoradio estraibili a suonare le rinomate stereo4. Si ascoltavano: “Don't Stand So Close to Me”, “Roxanne”, “Message in a Bottle”, brani che spalancavano le porte della new wave, un’onda musicale influenzata da punk rock, reggae e jazz. Sting, da lì in poi, avrà modo si esprimere la sua genialità, accompagnando il suo ascoltatore in ambiti complessi e contaminati. Oggi, chi scrive, in auto si lascia accompagnare da: “If You Love Somebody Set Them Free”, “Fields of Gold”, “If I Ever Lose May Faith in You”, It’s Probably Me” (Con Eric Clapton). Il pezzo forte del nostro ascolto rimane comunque “Every Breath You Take”, il brano che avremmo voluto cantare e suonare, dedicandolo all’amata del momento, rischiando però di diventare ossessivi a maniacali: Per "ogni respiro che fai, ogni mossa che fai” io sarò lì a guardarti.

Sting è nato il 2 ottobre 1951 a Wallsend, Northumberland, nella zona industriale di Newcastle, da una famiglia cattolica praticante di origine Irlandese. In gioventù, a causa del licenziamento del padre, ha passato momenti economicamente difficili. Così si è messo ad affrontare i mestieri più strani, tra cui l’allenatore di una squadra di calcio locale.

Vuole fare musica, il giovane Sting. La madre gli insegna i rudimenti del pianoforte e lui suona il basso elettrico, per amore del jazz. Agli inizi della carriera, oltre a far parte di varie formazioni, ha anche fondato un suo gruppo jazz. E’ proprio in quel periodo che qualcuno gli dedica il soprannome “Sting”.

Nel 1976 lascia l'insegnamento. Si trasferisce a Londra con il suo gruppo in cerca di fortuna, ma è costretto a tornare a Newcastle, dove suona e canta a supporto di altri artisti. Lì viene convinto a formare i Police, assieme al chitarrista Andy Summers. La band invaderà la scena musicale tra il ’70 e l’80.

Tra il 1985 e il 1986 Sting decide di intraprendere la carriera solista. Le vicende musicali si susseguono, al fianco di tanti valenti musicisti. Ci preme ricordare l’album "Brand new day" (1999), un’opera davvero memorabile, dove Sting esplora vari stili e linguaggi musicali, incorporando sonorità di Miles Davis e timbri da canto gregoriano medioevale, pop algerino e musica country americana.

Sting è un personaggio poliedrico: ha collaborato con numerosi artisti internazionali, tra cui l'italiano Zucchero, dedicandosi anche alla recitazione. Lo ricordiamo nella pellicola cult "Dune" (1984, sotto la guida del regista David Lynch), film tratto dal romanzo di Frank Herbert. Ama l'Italia e possiede una bellissima villa in Toscana.

I fotografi.

Ne abbiamo scelti due: Fabrizio Ferri e Terry O’Neill. Il primo è un amico del musicista inglese, come ci ha raccontato in un’intervista del 2010, della quale riportiamo l’incipit. Terry, invece, è una vecchia conoscenza della musica (e non solo). Di lui abbiamo già parlato in queste pagine.

Il fotografo, Fabrizio Ferri l’amico che ricompare. Intervista datata 2010.

La voce inconfondibile è quella dell’amico che ricompare, dopo un lungo viaggio; Fabrizio Ferri è anche questo: una vita da raccontare (e ammirare) al primo incontro possibile. Dalla sua Pantelleria ci parla di musica, del San Carlo di Napoli, dell’emozione nell’aver aperto, con la sua opera Anima, l’ultima stagione sinfonica del Teatro partenopeo. “Mi sentivo uno che lavorava con loro”, ci dice riferendosi ai musicisti, “Difficilmente mi attribuisco la paternità di qualcosa, forse solo per timidezza”. “Del resto”, ha continuato, “non ero emozionato per il fatto in sé, ma per via del progetto. “Tengo ad allontanare sempre l’emotività, questo per produrre un buon lavoro”. Quando gli chiediamo lumi circa la fuga dalla “firma d’autore”, lui ci spiega: “L’ispirazione viene sempre da altrove”. “Io non conosco una nota, ma scrivo armonie per cento orchestrali”. “Guardo le mie mani sul pianoforte e compongo di getto”. “Scrivo il pezzo con l’aiuto di sistemi di scrittura, poi risuono e riascolto, iniziando a orchestrare”.

Fabrizio Ferri non ci ha mai stupito, e non l’ha fatto nemmeno questa volta. Certo, lo abbiamo ammirato, capito, forse anche invidiato; ma la meraviglia no, non l’ha mai accesa perché da lui ci siamo sempre aspettati tutto. La sua capacità e qualità sta nell’aggregare energie, trasformarle in progetto. Al San Carlo ha fotografato le maestranze, il coro, gli orchestrali, le voci bianche, i ragazzi della scuola; eppure ha portato anche una sua opera, Anima, appunto, strutturata in venti brani. Qualcosa a metà tra classico e pop, a cui hanno partecipato: Andrea Griminelli, uno dei più noti flautisti del mondo; Chris Botti, il trombettista jazz; Gil Goldstein, orchestratore di Miles Davis; e persino Sting. Nel 1998 Ferri aveva diretto il cortometraggio Prélude con lui e Alessandra Ferri.

Fabrizio ci parla a lungo di Sting: “È un fratello per me, vivo con lui un’amicizia di affinità”. “Quando sento quella nota, o vedo quella luce, provo qualcosa più grande di me, e questo ci accomuna”. “Se così non fosse, sarei la gabbia di me stesso”.

Il fotografo, Terry O’Neill

Terry è nato il 30 luglio 1938 da genitori irlandesi a Romford, nell'East London. Dopo aver rinunciato alla sua ambizione di diventare un batterista jazz, iniziò a dedicarsi alla fotografia, con un particolare interesse nei confronti del fotogiornalismo. O'Neill si è affacciato alla professione durante i primi anni '60. Mentre altri fotografi si concentravano su terremoti, guerre e politica, lui si rese conto come la cultura giovanile potesse trasformarsi in notizia su scala globale, così iniziò a raccontare i volti emergenti del cinema, della moda e della musica, che avrebbero poi definito gli Swinging Sixties.

Nel 1959, O'Neill scattò una fotografia al ministro degli Interni, Rab Butler, mentre dormiva all'aeroporto di Heathrow. L'immagine è stata utilizzata sulla copertina del Sunday Dispatch e l'editore ha offerto a O'Neill un lavoro part-time. Successivamente avrebbe trovato un ulteriore impiego presso il principale tabloid nazionale britannico, The Daily Sketch.

Dopo il successo iniziale, O'Neill è passato a lavorare come freelance. Ha fotografato i Beatles e i Rolling Stones, presentando i musicisti in un modo rilassato e naturale. Molte celebrità si sono presentate davanti il suo obiettivo, tra queste: Winston Churchill, Nelson Mandela, Frank Sinatra, Elvis, Amy Winehouse, Audrey Hepburn e tutti gli attori di James Bond. Definito il pioniere della fotografia di backstage, le immagini di O'Neill sono apparse su album rock, poster di film e copertine di riviste internazionali. Il suo lavoro è apparso su Look, Life, Vogue, Paris Match, Rolling Stone, consolidando la sua eredità come uno dei fotografi più pubblicati degli anni '60 e '70.

Durante gli anni '80 Terry O'Neill divenne il fotografo preferito di Hollywood. Ha esposto numerose volte nel Regno Unito e a livello internazionale. Il suo lavoro è conservato esclusivamente nella collezione della National Portrait Gallery di Londra, dove si prendono cura di 77 delle sue stampe.

O'Neill ci ha lasciato nel novembre 2019.

Le fotografie

Sting. Fabrizio Ferri (dove il musicista mostra la mano aperta).

Sting, 1983. Terry O'Neill

Terry O'Neill, Sting, Police, 2 ottobre 1951, Fabrizio Ferri

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...