[ELEONORA DUSE, LA PIU’ GRANDE]
Eleonora Duse è stata un "mito" del teatro italiano, ma anche la più grande di tutti i tempi. A distinguerla è stata la sua sensibilità, quella con la quale ha portato in scena opere di grandi autori come D'Annunzio, Verga, Ibsen e Dumas. Nata il 3 ottobre 1858 in una stanza d'albergo di Vigevano (Pavia), perché la madre, attrice e giramondo, si fermò lì per partorire, non frequenta una scuola, ma a quattro anni è già sul palcoscenico. Pare che, per farla piangere, come richiedeva la parte, qualcuno dietro le quinte l’abbia picchiata. Sarà la sua personalità a renderla famosa. Dicono recitasse spesso in piedi, con le mani poggiate sui fianchi o anche seduta con i gomiti sulle ginocchia: atteggiamenti innovativi per i tempi.
A ventitré anni la Duse è prima attrice. E’ lei a scegliere il repertorio, gli attori e a interessarsi della produzione. Con coraggio, porta al successo autori di rottura, come il Verga di "Cavalleria rusticana", che rappresenta nel 1884. Intanto, si preoccupa di rafforzare con lo studio le proprie doti, portando così in scena opere come "Antonio e Cleopatra" di Shakespeare (1888), "Casa di bambola" di Ibsen (1891) e alcuni drammi di Gabriele D'Annunzio, col quale avrebbe intrecciato una storia d'amore, durata diversi anni. Nel 1909 Eleonora si ritira dalle scene, anche se apparirà in un film muto, "Cenere" (1916), tratto dal romanzo omonimo di Grazia Deledda.
Eleonora si spegne per via di una polmonite nel corso di una lunghissima tournée negli Stati Uniti, all'età di sessantacinque anni, il 21 aprile 1924 a Pittsburgh. Viene poi sepolta, secondo la sua volontà, nel cimitero di Asolo (TV).
Gli amori e Gabriele D’Annunzio.
Nel 1881 Eleonora Duse sposò Tebaldo Marchetti, un attore nella sua compagnia. L'unione, dalla quale nacque una bambina, Enrichetta, durò molto poco. Nel 1884 si legò allo scapigliato Arrigo Boito, con una relazione rimasta segreta, ma durata diversi anni.
Nel 1882 a Roma incontra per la prima volta Gabriele d'Annunzio. Bello, giovane, affascinante, riccioluto, lo scrittore le chiede di andare a letto con lui. Eleonora lo allontana, ma qualcosa in lei deve essere rimasto. I due s’incrociano nuovamente a Roma, sei anni dopo, al Teatro della Valle. Lei ha appena finito di recitare la Signora delle Camelie e, ancora in lacrime, si dirige verso il camerino. Improvvisamente le appaiono davanti gli occhi chiari del giovane D’Annunzio.
Venezia sarà complice del loro amore (1894), che durerà una decina d’anni e contribuirà in maniera determinante alle fortune dello scrittore. La Duse, infatti, porterà sulle scene i drammi dannunziani, il più delle volte finanziando ella stessa le produzioni; anche se, nel 1896 d'Annunzio le preferirà Sarah Bernhardt (altra divina dell’epoca) per la prima francese de La ville morte. Quell’amore, comunque, segnò la vita di entrambi, Eleonora e Gabriele; i quali non si dimenticheranno mai. Disse una volta l’attrice: “Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata”. “Gli perdono tutto, perché ho amato”.
Una curiosità
Nel 1898, con l’attrice ancora vivente e in piena attività, il Teatro Brunetti di Bologna cambiò nome in Teatro Duse.
Il fotografo
Aime Dupont (nato nel 1842) era il figlio di M. Dupont, uno dei principali fotografi di Bruxelles, Belgio. Oltre alla formazione nello studio di famiglia, Aime Dupont, come scultore, ha imparato a lavorare la pietra dalla cava alla stanza di lucidatura. È stato assunto dalla Maison Walery a Parigi come tecnico fotografico, ma ha continuato a scolpire in uno studio domestico. Nei primi anni 1870 si è stabilito come artista indipendente. Il suo biglietto da visita recitava "Sculpture & Photographie, Aime Dupont, Avenue des Champs-Elysees, Parigi". Nel 1878 venne insignito della Legion d'onore per la sua scultura.
Con recessione del 1882 la clientela per la scultura svanì. Su sollecitazione della moglie di origine americana Etta Greer Dupont, emigrò a New York City, aprendo uno studio di ritratti a Harlem. Lo studio Aime Dupont ebbe un tale successo che all'inizio del 1886 trasferì la propria sede al 574 della Fifth Avenue, dove la fotografia si dimostrò il mezzo più adeguato per far proliferare l’azienda.
A causa del suo legame con la scena artistica parigina, Dupont decise fin dall'inizio di concentrare la sua attività sul ritratto di celebrità: cantanti d'opera, attrici, ballerini, autori e musicisti. Divenne il fotografo di prima scelta della neonata Metropolitan Opera. Fu tra i primi a cercare regolarmente la pubblicazione delle sue immagini sui periodici. La sua sensibilità circa lo spazio e la forma gli ha dato un vantaggio singolare come fotografo. Riusciva a comporre un ritratto in modo da sminuire gli aspetti meno avvenenti di un soggetto.
Nel 1890 iniziò a soffrire di cancro allo stomaco e la moglie dovette tentare di subentrargli, almeno in fotografia. L’esperimento riuscì. Alla morte del marito, nel 1900, mantenne lo studio operativo sotto il nome del coniuge, e molti giovani artisti crebbero pensando che Etta fosse proprio Aime Dupont.
Sull’onda del successo, Etta ha aperto una succursale a Newport, fotografando persone mondane durante i mesi estivi, quando chiudeva l'attività di New York. È stata inserita nel New York Blue Book. Nel 1907 iniziò a fornire illustrazioni per la rubrica "Society and Home and Abroad" del New York Times. Nel 1912 aveva rinominato l'azienda come "Fotografa per una società intelligente". Nel 1920 la situazione economica dello studio peggiorò. Etta fu costretta a vendere, anche se il marchio, gestito da altri, rimase in vita fino agli anni '50.
Aime & Etta Dupont hanno avuto un unico figlio unico, Alfred, che è stato educato nell'azienda di famiglia. Lui però decise di diventare un artista indipendente una volta raggiunta l'età adulta.
La fotografia. Eleonora Duse, di Aimé Dupont, 1896.