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[CATHERINE, LA FEMME FATALE]

Il 22 ottobre è una data ricca di accadimenti, che già abbiamo incontrato gli anni scorsi: nel 1840 nasce a Parigi Sarah Bernhardt, mentre nel 1913 viene alla luce Robert Capa. Sempre il 22 ottobre, ma nel 2004, il Concorde compie l’ultimo volo, che ne decreterà la pensione. Nel 1943, però, viene al mondo Catherine Deneuve, a Parigi. “Oui, je suis Catherine Deneuve”, così recitava uno spot pubblicitario dedicato a un’auto italiana, che voleva essere suadente e riconoscibile come la bella attrice francese. Lei era il simbolo della Femme Fatale.

La piccola Catherine cresce in una famiglia dove il cinema è una delle arti preferite. Entrambi i genitori recitano dietro l’obiettivo: Maurice Dorléac e Renée Deneuve. Catherine assumerà il cognome della madre.

Il suo debutto arriverà a tredici anni, nel 1956; ma per il successo dovrà attendere l’anno successivo. Sarà il regista Roger Vadim a cambiarle la vita, che s’innamorerà di lei a prima vista. La imporrà come icona femminile del cinema francese. I due avranno un figlio, Christian. La Deneuve interpreterà il ruolo di femme fatale con tanti registi: da Pierre Kast. a Roman Polanski. L’attrice però lascerà Vadim per sposare la sua nuova fiamma, il fotografo e regista David Bailey. Divorzieranno nel 1972.

La Deneuve raggiunge il picco della sua arte e popolarità quando il regista Luis Bunuel le ritaglia addosso lo scandaloso "Bella di giorno", nel 1967; il quale diventa subito un film cult. Ci si accorge del suo talento anche al di fuori della Francia. Intanto, François Truffaut, il regista col quale inizia una relazione, la vuole con Jean-Paul Belmondo nel film "La mia droga si chiama Julie", nel 1969. I due si lasceranno e per Truffaut sarà un brutto colpo. Anche Hollywood la chiama, tuttavia l'attrice, poco entusiasta dei ruoli che le produzioni statunitensi le riserbano, decide di fare ritorno in Europa.

L’Italia diventa la seconda patria dell'artista francese. Nel 1972 è sul set del film "La cagna", di Marco Ferreri. Lì incontra l'attore Marcello Mastroianni e se ne innamora perdutamente. Dalla coppia nascerà Chiara Mastroianni. È l'inizio di una delle relazioni più discusse di sempre, almeno in Italia. Con Mastroianni l'attrice francese si ritrova in altre pellicole di successo. Nel 1977 Catherine Deneuve reciterà per Dino Risi, prima di iniziare il sodalizio artistico con Gérard Depardieu, con tre pellicole di successo.

Il 1983 è famoso per la sua interpretazione al fianco dell'attrice Susan Sarandon, poi nel 1986 Monicelli la vuole nel memorabile film "Speriamo che sia femmina". Con il film "Indocina" riceve la sua prima nomination all'Oscar, nel 1992, quasi a sorpresa. Due anni dopo viene nominata vice presidente della Giuria al Festival di Cannes, edizione 1994.

Nel 2006 Catherine Deneuve viene nominata Presidente della giuria del Festival di Venezia. Tra il 2007 e il 2010, infine, prende parte ad alcuni altri film più o meno di rilievo. In "Potiche - La bella statuina", ritrova il suo amico e collega Depardieu.

Il fotografo, Jeanloup Sieff

Nato a Parigi da genitori polacchi, Jeanloup Sieff (1933 - 2000) ha iniziato a fotografare moda nel 1956 ed è entrato a far parte dell'agenzia Magnum nel 1958, cosa che gli ha permesso di viaggiare molto. Stabilitosi a New York per gran parte degli anni Sessanta, ha lavorato per Esquire, Harper's Bazaar, Vogue ed Elle, fotografando celebrità come Jane Birkin, Yves Saint-Laurent, Rudolf Nureyev e Alfred Hitchcock.. Sieff ha vinto numerosi premi tra cui il Prix Niepce, il Chevalier des Arts et Lettres a Parigi nel 1981 e il Grand Prix National de la Photographie nel 1992. Le sue opere sono conservate in molte collezioni private.

Sieff è considerato come uno dei più grandi talenti fotografici dell'ultimo mezzo secolo e ha lasciato un'impronta innegabile nella sua generazione. Prolifico in molti campi, la varietà delle sue immagini mette in risalto la sua vasta abilità artistica, che spazia dalla moda, ai nudi, al paesaggio e alla ritrattistica.

Con grande tenacia, Sieff ha perseguito uno stile inconfondibile personale e di grande effetto, intriso di fantasia giocosa con un tocco d’ironia. Prediligeva la disciplina del bianco e nero, spesso sfruttando a suo vantaggio la distorsione spaziale degli obiettivi grandangolari e il potenziale drammatico dell'ombra.

Il fotografo, un libro

[FEMMES] di Jeanloup Sieff

Da oltre trent'anni, le donne più belle sono state catturate dall’obiettivo di Jeanloup Sieff. Così si legge nel retro della copertina. Non stentiamo a crederci, soprattutto scorrendo questo libro, dove le sue fotografie passano dai ritratti, alle fotografie di moda, per finire ai nudi. Ne esce una donna impertinente, sensuale, molto consapevole della sua attrattiva. Settanta delle sue migliori fotografie, arricchite da commenti, sono quindi raccolti in questo libro: dimostrano il notevole lavoro di un maestro della luce, che ha continuato a esplorare tutti i campi offerti dal bianco e nero.

Il piccolo formato consente un approccio alla pubblicazione come fosse un manuale. Al rigore del bianco e nero, si aggiunge la fantasia della narrazione, particolarmente nei nudi fotografati nelle varie stanze ricreate, spesso disadorne e riconoscibili. Lì il fascino dei nudi si esalta, perché colto e interpretato un attimo prima o dopo un accadimento. Forse ce ne sarebbe stato un altro, ma lì l’autore aspettava la nostra fantasia.

Femmes. Ediz. francese, di Jeanloup Sieff. Editions de La Martinière, 2011

La fotografia. Jeanloup Sieff per Vogue. Catherine Deneuve, Parigi 1969

Robert Capa, Jeanloup Sieff, 22 ottobre 1840, Sarah Bernhardt, 22 ottobre 1913, Catherine Deneuve, 22 ottobre 1943

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