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[LE MELE DI SOPHIE]

Siamo in ritardo di un giorno, proprio quando avremmo dovuto ricordare Daguerre (lo abbiamo fatto lo scorso anno); ma rimaniamo in Francia, per incontrare un’attrice che ha debuttato giovanissima. Enfant prodige? No, perché ne volevano una così; e poi lei si era buttata da subito nel mondo del lavoro. Le “mele di Sophie”, quindi, non sono quelle della strega cattiva, ma i frutti di una carriera voluta sin da ragazzina. Del resto, è rimasta tale anche in seguito: con un fascino che vinceva per un elisir che l’ha accompagnata a lungo, quello dell’eterna giovinezza.

Sophie Danièle Sylvie Marceau, nasce a Parigi il 17 novembre 1966, da padre autista e madre dimostrante nei grandi magazzini parigini. Dopo il divorzio dei suoi genitori, quando aveva 9 anni, la famiglia si trasferisce a Gentilly. Poco interessata agli studi, la giovane Sophie ha voluto affrontare molto presto la vita reale, quella del lavoro. I suoi genitori, fin dall'infanzia, le avevano instillato il senso della fatica e dell’operosità. S’iscrive in un'agenzia pubblicitaria per guadagnare qualche soldo.

Sophie Marceau esordisce a soli quattordici anni nel mondo del cinema, scelta dal regista Claude Pinoteau per il ruolo di protagonista nel film "Il tempo delle mele" (1980). Il successo del film e l'improvvisa fama (ha ricevuto 180.000 lettere da ammiratori!) spingono l'adolescente nel mondo degli adulti. Anche la canzone che costituiva la colonna sonora della pellicola raggiunse le vette delle classifiche di vendita. Si trattava di "Reality" cantata da Richard Sanderson.

Nel corso degli anni Sophie Marceau ha dimostrato di saper interpretare sia i ruoli romantici, che quelli drammatici: come ad esempio in "Police" (1985), al fianco di Gérard Depardieu; e "Le mie notti sono più belle dei vostri giorni", del regista polacco Andrzej Zulawski, successivamente suo compagno per 17 anni.

Negli anni '90 recita in "Braveheart" al fianco di Mel Gibson, in "Sogno di una notte di mezza estate" con Rupert Everett e in "Agente 007 - Il mondo non basta", con Pierce Brosnan, nel quale recita il ruolo della Bond girl di turno. A un certo punto della carriera, Sophie debutta dietro la macchina da presa con un cortometraggio di nove minuti che ha inaugurato la rassegna del Festival di Cannes del 1995.

Del 2002 è il semi-autobiografico "Parlami d'amore" con Judith Godrèche; del 2007 il thriller "La disparue de Deauville", da Sophie Marceau scritto, diretto ed interpretato. Dal 2007 il suo compagno è l'attore francese Christopher Lambert, conosciuto sul set del film Trivial.

Il fotografo

Jeanloup Sieff nasce a Parigi il 30 novembre 1933, da genitori polacchi. Studia filosofia alle superiori, per poi dedicarsi ad ambiti diversi, ognuno dei quali per pochissimo tempo, tra cui: letteratura, giornalismo e fotografia al Vaugirard di Parigi e a Vevey in Svizzera.

Ha ricevuto la sua prima macchina fotografica da suo zio, a 14 anni. È stato pubblicato per la prima volta nel 1950 su Photo Revue. Quattro anni dopo, ha deciso di lavorare come fotografo freelance, ma il suo lavoro non è mai stato pubblicato. Alla fine ha collaborato con Elle per 3 anni, prima di dimettersi per entrare in Magnum, da cui ha rassegnato le dimissioni un anno dopo. Nel 1961 si trasferisce a New York e inizia a lavorare con Look, Glamour, Esquire e Harper’s Bazaar e con le edizioni europee di Vogue, Twen e Queen.

Nel 1979 è diventato membro del consiglio di amministrazione della Foundation Française of Photography a Lione ed è stato insignito della Legion d'Onore nel 1990.

Ha fotografato molte celebrità, tra cui Jane Birkin, Yves Montand, Alfred Hitchcock, Jacques-Henri Lartigue, Yves Saint-Laurent e Rudolf Nureyev.

Jeanloup Sieff è deceduto nel 2000. Come si legge su “Jeanloup Sieff, 40 anni di fotografia” (Taschen): “Il 20 settembre uscì di scena in punta di piedi, senza far rumore; cercando quasi di non far cader per terra le foglie autunnali”.

Quello che sorprende delle fotografie di Sieff è l’eleganza. I suoi lavori vivono di un’ambiguità discreta (a volte ironica), che tanto serve a immagini di quel tipo. Non siamo alla “teatralità” di Newton, ci mancherebbe; anche perché generalmente le fotografie del francese si compongono di un singolo soggetto.

Sieff fa molto uso dell’obiettivo grandangolare spinto, che conferisce un’impronta unica e inconfondibile al suo stile ironico e mai volgare; restituendo alle modelle delle forme più longilinee. Sieff è stato un importante riferimento per moltissimi fotografi, proprio per la sua visione particolare attraverso il grandangolo.

Il fotografo della sensualità, così verrà ricordato Sieff: quella che emerge dal suo lavoro commissionato dalle riviste di moda. Caratteristico era il suo attaccamento ai dettagli di un’immagine: dalla pastosità dell’incarnato per finire persino in una delicata peluria. Ma ciò che più colpisce di fronte a una fotografia di Jeanloup Sieff è il contrasto sorprendente, la gamma tonale, i neri profondi e una grana tutta particolare. Lui è tipicamente un fotografo in bianco e nero, il che ci piace ancora di più.

La fotografia. Jeanloup Sieff, Sophie Marceau, Paris 1999

Jeanloup Sieff, Sophie Marceau, 17 novembre 1966

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