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WHAT HATH GOD WROUGHT?

24 maggio 1844. Samuel F. B. Morse invia il primo messaggio tramite telegrafo elettrico, durante una dimostrazione davanti al Congresso. Il contenuto della missiva, "What hath God wrought?", è stato inviato in codice Morse a un collega che lo rimanda indietro subito dopo. L'invenzione si diffonderà in tutto il mondo.

Samuel Morse era a Parigi nel 1839, l’anno della fotografia. Fu un personaggio importante per quanto attiene la diffusione del dagherrotipo negli Stati Uniti. Durante un viaggio a Parigi conobbe Jacques Louis Mandé Daguerre e in un articolo sul giornale Observer racconta dell’incontro (20 aprile 1839) e la visione dei primi dagherrotipi. Nell’autunno dello stesso anno cercò di fare dei ritratti a New York. Ecco cosa racconta: “Mia moglie e mia figlia posavano fra i dieci e i venti minuti, all’aperto, sul tetto di un edificio, in pieno sole e a occhi chiusi”.
Samuel F. B. Morse ha anche aperto la prima scuola di fotografia in America, nel 1840.
Ricordiamo che, fra tutti i paesi, gli USA furono quelli che adottarono il dagherrotipo con maggiore entusiasmo ed eccelsero anche nell’usarlo. (Fonte Beamont Newhall, “Storia della Fotografia”, edizioni Einaudi).

Nato a Charlestown (ora parte di Boston), Massachusetts, nel 1791, figlio di un ministro, molto prima che il suo interesse si rivolgesse alla telegrafia, Morse intendeva diventare un artista. Sebbene suo padre avesse altri piani, lo mandò a studiare pittura dopo che si era laureato all'Università di Yale nel 1810. Salpò per l'Inghilterra l'anno successivo. Si dimostrò uno studente valente alla Royal Academy of Arts.
Ritornato in patria nel 1815, Morse accettò molti ritratti su commissione, ma questi non gli procurarono quel reddito costante di cui aveva bisogno per mantenere se stesso e la sua famiglia.
Nel 1829, Morse partì ancora una volta per l'Europa per studiare e dipingere ciò che amava. Fu durante il viaggio per mare di un mese verso casa nel 1832 che iniziò per la prima volta ad abbozzare idee per un telegrafo elettrico. Adottò l'idea della telegrafia, ma lui avrebbe avuto bisogno di circa dodici anni di lavoro prima di raccogliere abbastanza conoscenze, consigli ed esperienza per tentare la sua storica dimostrazione del 24 maggio 1844.
Allo stesso tempo, Morse era anche profondamente coinvolto nel tentativo di realizzare la sua ritrovata vocazione di dagherrotipista. Dopo aver incontrato l'artista francese e inventore della fotografia, Louis Jacques Mandé Daguerre (1789-1851), a Parigi, Morse abbracciò con entusiasmo questa sorprendente nuova tecnologia e divenne uno dei primi a praticare la fotografia in America. Lavorò come dagherrotipista per circa due anni ma non riuscì ad ottenere alcun successo finanziario. Tuttavia, attraverso il suo studio a New York, formò molti giovani ansiosi di apprendere la nuova arte. Uno era Mathew B. Brady (c.1823-1896), che divenne uno dei fotografi americani più noti del diciannovesimo secolo.

Alla fine, i posteri non ricorderanno Morse come un artista, né come un politico, un professore o un fotografo. Nonostante affermasse di avere "un cuore da artista" e fosse chiamato da alcuni il padre della fotografia americana, Morse ottenne il suo duraturo successo come inventore del pratico telegrafo elettrico.

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GLI WHO PUBBLICANO TOMMY

«Guardami. Sentimi. Toccami. Guariscimi», sono le parole dal brano Listening To You Tommy. Tutto ha inizio il 23 maggio del 1969, con l’uscita di quella che è universalmente riconosciuta come la prima “Opera” della storia del rock: l’album Tommy. Si tratta della storia di un ragazzo che, per colpa di un terribile trauma, si ritrova sordo, muto e cieco, ma alla fine, grazie a un’abilità “da extraterrestre” nel giocare a flipper, riesce a guarire.
Ancora oggi, il disco continua a essere percepito come maestoso musicalmente, un’opera che trae spunto dai mali del tempo, i soliti si potrebbe dire: dalla società consumistica ai traumi infantili.

Nel 1975 Tommy diventa un film, diretto da Ken Russell. Nel cast sono presenti attori e cantanti, tra i quali gli stessi Who, Jack Nicholson, Elton John, Tina Turner, Eric Clapton e Robert Powell.
Venne presentato fuori concorso al 28º Festival di Cannes ed ottenne due nomination agli Oscar per la colonna sonora e come miglior attrice (Ann Margret).

La trama narra la storia di un bambino, appunto Tommy, che assiste all’uccisione dal padre, pilota della RAF. Questo evento lo rende autistico. Dopo gli inutili tentativi di cura operati dalla madre e dal patrigno, un giorno Tommy scopre i flipper e di questo gioco diventerà un campione, acquisendo fama e ricchezza. Un giorno la madre, stanca delle cure a cui si sottopone il figlio, distrugge, in un atto di disperazione, lo specchio nel quale lui si riflette quando non gioca a flipper. Questo porta a una svolta: Tommy riprende il contatto con la realtà e addirittura crede di essere un nuovo messia e quindi fonda una sua setta. Questa esperienza fallisce drammaticamente e, in seguito ad alcune peripezie, Tommy scalerà una montagna per raggiungere quella che sarà la sua vera libertà.

Era il 1975 anche per chi scrive, che ricorda con nostalgia il Cinema Rialto, ricolmo della gioventù del tempo, quella di una Bologna bellissima. In molti cantavano sottovoce, soprattutto sulle note di “Pinball Wizard”, interpretate da Elton John. Altri tempi, perché probabilmente oggi la pellicola risulterebbe improponibile. Non importa: «See Me, Feel Me, Touch Me, Heal Me». Qualcosa rimane.

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AGUSTÍ CENTELLES, REPORTER SPAGNOLO

Agustí Centelles i Ossó nasce a Valencia il 22 maggio 1909. Lui è stato un fotoreporter spagnolo. Sebbene non molto famoso al di fuori del suo paese, si è distinto fra i creatori del fotogiornalismo in Spagna, dove ha documentato principalmente la guerra civile spagnola.

La guerra civile spagnola è un elemento centrale della storia della prima metà del Novecento, non solo per la sua valenza circa la nazione iberica, ma anche per il suo valore internazionale quale premessa della Seconda Guerra Mondiale. Questa forma di “internazionalismo” si manifestò anche a livello intellettuale, con molte personalità coinvolte.
Hemingway, sull’evento bellico, scrisse “Per chi suona la campana” (1940), uno dei suoi romanzi più famosi. La trama racconta di Robert Jordan, che parte come corrispondente di guerra in Spagna, nelle file dell’armata repubblicana. Questi viene fatto combattere nell’esercito, come tanti intellettuali volontari. Le vicende si sviluppano su vari ambiti: l’amore, il suicidio, la morte, la politica. Ne nasce un affresco terribile della guerra civile spagnola, con la morte che ritorna in modo ossessivo nel romanzo, ricalcando quanto Picasso volle mostrare con la sua Guernica. È evidente come l’esperienza di Robert Jordan ricalchi quella di Hemingway stesso, che in questo capolavoro ci ha dato una visione letteraria di ciò che ha significato uno dei conflitti più importanti della storia del Novecento, troppo spesso dimenticato.

Ricordiamo poi come il conflitto abbia influito sulla vita delle donne spagnole, diventate più autonome a livello decisionale. La guerra permise loro di mettere a frutto le capacità possedute, in una società spagnola ancora molto arretrata. Combatterono costruendo barricate, curando i feriti e organizzando gli aiuti. Rifornirono i soldati dell’equipaggiamento necessario per la guerra. Alcune parteciparono attivamente ai combattimenti come miliziane, con le armi in pugno. Le donne spagnole acquisirono una nuova voce e la loro partecipazione alla vita politica finì per aumentare.

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ELTON JOHN IN RUSSIA

21 maggio 1979. A Elton John è stato permesso di cantare dal vivo a Leningrado, la prima rockstar straniera a poterlo fare. Eravamo in piena guerra fredda. Non era mai stato concesso a nessun cantante o gruppo occidentale di entrare in Unione Sovietica prima quel 21 maggio.

La nostra Russia, ai tempi, aveva i contorni sfumati. L’abbiamo letta nei libri di Aleksandr Isaevič Solženicyn (Premio Nobel nel 1970): Una giornata di Ivan Denisovič e Arcipelago Gulag. C’era poco d’altro, tramandato dai film di spionaggio, che aumentavano la nostra curiosità. Ricordiamo a proposito il Dottor Stranamore, una pellicola del 1964 scritta e diretta da Stanley Kubrick. Al centro della trama, c’è l’ipotesi di un conflitto nucleare tra USA e URSS. Il generale Jack D. Ripper, comandante di una base aerea statunitense, trasmette al suo stormo di 34 bombardieri strategici B-52, in quel momento in volo, l’ordine del piano “R”, la reazione nucleare ad un attacco nemico, allo scopo di iniziare una guerra nucleare contro l’Unione Sovietica. Il film si sviluppa proprio attorno a quest’attacco nucleare, che ricalca il clima reale vissuto in quegli anni.

Anche Don Camillo ci fa conoscere un po’ di Russia col film “Il Compagno Don Camillo” (1965). Brescello, il paese di don Camillo e Peppone, viene gemellato con una cittadina russa. Una delegazione municipale, guidata dal sindaco, si reca perciò nella patria del socialismo reale per perfezionare il gemellaggio. Don Camillo ricatta Peppone e lo costringe a includerlo nella comitiva, sotto falso nome. Nel viaggio avrà modo di mettere in crisi ideologica la maggior parte dei compagni, con i luoghi comuni e le dicerie del tempo. Ne accadranno di tutti i colori, nella comicità che Fernandel e Gino Cervi sapevano creare.

Recentemente, per ricordare quella Russia, ci è venuto in soccorso “Diario Russo”, dello scrittore John Steinbeck, con le fotografie dell’amico Robert Capa. I due partirono assieme alla scoperta di quel nemico che era stato l’alleato più forte nella seconda guerra mondiale: l’Unione Sovietica. Le pagine del diario e le fotografie che raccontano la vita a Mosca, Kiev, Stalingrado e nella Georgia sono l’essenza di un viaggio straordinario e un documento storico unico di un’epoca. Steinbeck e Capa riescono nel loro intento di “dare un volto al nemico”, troppo spesso disumanizzato nella retorica politica. Una notevole lezione di umanità, che ci ricorda ancor oggi l’importanza di conoscere concretamente luoghi e persone per superare pregiudizi e ignoranza. (Fonte: sinossi del libro).

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