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[LO STESSO GIORNO]

6 giugno 1944, all'alba inizia una delle più importanti e decisive azioni militari della seconda guerra mondiale: lo sbarco, sulle coste della Normandia, delle truppe alleate, al comando del generale Eisenhower. È il D Day.

“Se le vostre foto non sono abbastanza buone, non siete abbastanza vicino”, così amava dire Robert Capa. Lui, il 6 Giugno 1944, sbarcò sulle spiagge francesi con le truppe alleate. Si trattava di una primizia e alla redazione di LIFE tutti aspettavano le immagini di Bob, ma molte di queste (la maggioranza) andarono perdute.

Cosa accadde? Le versioni sono contrastanti. Una volta arrivati, i rulli furono passati subito al laboratorio di sviluppo, dove li trattarono, mettendoli poi ad asciugare nell'apposita stanza. Pare che questa fosse troppo calda. A fine processo, i negativi erano irrimediabilmente fusi e grigi. Solo uno spezzone di undici fotogrammi riuscì a salvarsi (quasi), mostrando immagini comunque rovinate e confuse. Ancora oggi vengono chiamate le Magnifiche 11. Quando Life pubblicò le immagini, si scusò per la loro qualità, attribuita alla concitazione del momento. Nacque lì il titolo del diario di Robert Capa: "Leggermente fuori fuoco".

Ne abbiamo parlato gli anni scorsi. Lo stesso giorno nacque il fotografo David Alan Harvey. Conosciamolo meglio.

“Non scattare come sembra, scatta come ci si sente". (David Alan Harvey)

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[ENRICO RUGGERI, LE PAROLE CHE VORREMMO AVER DETTO]

Enrico Ruggeri è un cantautore conosciuto sul palco, nei dischi, ma anche come autore. Ha scritto per molti, tra questi: Anna Oxa, Riccardo Cocciante, i Pooh, Mia Martini e Mina (l'emozionante "Il portiere di notte") e numerosi brani per Fiorella Mannoia. Le sue parole (sì, quelle che vorremmo aver detto) sono semplici, per nulla ermetiche, ma lasciano trasparire una sensibilità unica, classica potremmo dire; questo anche in considerazione degli studi che ha affrontato in gioventù.

“Il mare d’inverno è un film in bianco e nero visto alla TV”, oppure “Punti invisibili, rincorsi dai cani, stanche parabole di vecchi gabbiani e io che rimango qui sola a cercare un caffè” (da Il mare d’inverno, 1983). Ancora: “Abbiamo troppa fantasia, e se diciamo una bugia è una mancata verità, che prima o poi succederà; cambia il vento ma noi no e se ci trasformiamo un po'è per la voglia di piacere a chi c'è già o potrà arrivare a stare con noi” (Da Quello che le donne non dicono, di Ruggeri-Schiavone 1987).

Ci ripetiamo spesso queste frasi, va bene così.

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[BORN IN THE U.S.A.]

Un uomo in jeans e con un berretto rosso in tasca, voltato di spalle, sullo sfondo della bandiera degli USA: con questa storica copertina debuttò nei negozi Born in the U.S.A., il 4 giugno 1984.

Bruce Springsteen era già una superstar, ma quest’album l’ha portato a un livello superiore di celebrità. All’improvviso, il rocker 34enne aveva singoli che giravano nelle radio più importanti e riempiva ovunque gli stadi. Solo Michael Jackson e pochi altri potevano competere con lui.

La canzone che apre l’album parla di persone di umili origini, quelle mandata in guerra e lasciate sole una volta ritornate in patria; persone che avevano imparato la morte e l’amore, la sconfitta e l’inutilità della guerra. I sopravvissuti, a casa, trovavano solo la disoccupazione e le promesse mancate: una sconfitta.

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[IL POETA E FOTOGRAFO BEAT]

Si pensa spesso alla Beat Generation come a un fenomeno targato anni cinquanta, ma il termine venne coniato da Jack Kerouac, nel 1948; poi divenuto di dominio pubblico nel 1952 in un articolo scritto da un suo amico.

La Beat Generation letteraria comprendeva un numero relativamente ristretto di scrittori, orbitanti intorno alla Columbia University di New York o nella baia di San Francisco durante la metà degli anni quaranta, poi rimasti grandi amici, che si incoraggiavano vicendevolmente circa le proprie capacità. Allen Ginsberg era molto conosciuto da tutti, e in due fasi della sua vita ha fotografato, raccontando la propria prossimità. Ci sono piaciute le didascalie che accompagnano le immagini stampate: scritte non per spiegare, ma con l’intento di aggiungere intensità al momento, ben oltre lo scatto.

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