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[RUPERT EVERETT E L’AMORE PER L’ITALIA]

Rupert Everett è noto in Italia per essere stato la figura ispiratrice di un fumetto importante, Dylan Dog; per le matite di Tiziano Sclavi e Claudio Villa. L’attore anglosassone, colto e raffinato, è stato spesso incontrato a visitare mostre d’arte nel nostro paese. Egli è stato fotografato anche a Milano, presso il Duomo, mentre studiava e ammirava alcuni antichi bassorilievi. Non è raro incrociarlo e osservarlo sfogliare vecchie edizioni di classici latini e greci presso antiquari romani. Rupert Everett parla italiano in modo fluente, conosce i classici e come molti altri intellettuali britannici prima di lui, ama la cultura italiana. La dinastia di Byron, Shelley, ma anche Fox Talbot (per noi fotografi), continua ancora oggi.

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[LUIGI VERONESI, UNO SPERIMENTATORE]

Non di sola fotografia parleremo oggi, perché Luigi Veronesi è sin dalla giovane età un vero e proprio sperimentatore: pittore, fotografo, scenografo, grafico, teorico della comunicazione visiva, docente di arti visive. A partire dal 1925, Veronesi inizia a interessarsi maggiormente alla fotografia, sotto l’influsso del padre padre, che è fotoamatore. Sono comunque le possibilità espressive dello strumento fotografico a guidare Veronesi, in particolare le elaborazioni di laboratorio con tecniche semplici, come quella del fotogramma a contatto. Viene rinnegata la fotografia documentaria, troppo ovvia per chi fa della sperimentazione il proprio credo.

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[KISSINGER, POLITICA LUCI E OMBRE]

Chi era Henry Kissinger? A guardare la sua vita (ormai è centenario), s’incontra tutto e l’esatto contrario. Nobel per la Pace nel 1973, è stato accusato per crimini internazionali. Pare abbia appoggiato il golpe cileno dell’11 settembre ’73, macchiandosi di altre colpe; eppure la sua carriera negli anni si è rivelata di continuo solida, anche dopo il Watergate. Consulente internazionale, Presidente del Comitato Olimpico, è sempre rimasto sulla cresta dell’onda, addirittura per popolarità. Ha trattato con Russia e Cina (anni ’70) e dopo l’11 settembre è stato messo a capo della commissione d’indagine. Nel 2006 Papa Benedetto XVI l’ha invitato a far parte del suo gruppo di consulenti per la politica estera.

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[MILES DAVIS, IL JAZZ CHE CAMBIA]

La musica Jazz deve molto a Miles Davis. Se esistono termini (e stili) quali il cool jazz, l'hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz-rock, lo si deve proprio al compositore di Alton (Illinois). Come ha avuto modo di dichiarare in un party alla Casa Banca: “Ho cambiato la musica cinque o sei volte”. In effetti, con lui la musica ha allargato i confini del genere fin dai tempi di Birth of the Cool, che ha dato il via alla relazione tra il jazz e la musica classica del vecchio continente. Negli anni ’60 e nei primi ’70 l’ammirazione di Davis per innovatori come Jimi Hendrix e altri l’ha portato a mescolare jazz, rock e funk.

E’ riuscito a fare breccia anche come personaggio pubblico e a tradurre commercialmente il suo talento musicale. Non era un virtuoso dello strumento, ma indimenticabili rimangono le note allungate e languide.

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