Margaretha Gertruida Zelle, conosciuta come Mata Hari, è stata la regina di tutte le spie. Dotata di un fascino leggendario, tutti gli uomini erano ai suoi piedi. Processata e riconosciuta colpevole per aver lavorato al servizio della Germania, durante la prima guerra mondiale, è stata fucilata all’alba del 15 ottobre 1917, presso Parigi.
Roger Moore era inglese a prima vista. Impeccabile nell’atteggiamento, non perdeva la sua eleganza anche cadendo in un burrone. Sexy e affascinante, è diventato l’idolo del mondo femminile pur prendendo il posto di Sean Connery, il che la dice lunga del suo appeal. Sicuro e deciso, non si è mai lasciato andare in atletismi poco credibili: anche quando sparava, lo faceva con eleganza. Del resto, aveva la licenza d’uccidere.
Paul Simon lo conosciamo tutti, anche se il più delle volte lo abbiniamo ad Art Garfunkel, con il quale ha costituito la coppia musicale per eccellenza. Dopo la separazione, Paul ha continuato da solista, rinnovandosi anche, riuscendo a contaminare il proprio stile con sound differenti. La prepotenza della musica incisa con Art, però, sopravanza sempre. I ricordi si tuffano nelle immagini degli anni ’70, in quella duetto che esce da una galleria sul ritornello di Mrs. Robinson. Brutta cosa la nostalgia.
Partiamo da lontano, dai ricordi scolastici: il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo, con le sue tre caravelle, scopre l’America, sbarcando in un’isola che lui stesso battezza San Salvador. Il 12 ottobre diventa quindi il Columbus Day, a celebrare l’arrivo di Colombo nel Nuovo Mondo. Rimembranze giovanili a parte, il 12 ottobre 1968 si aprono i Giochi Olimpici a Città del Messico. Ne parlammo anche lo scorso anno, riferendoci alla contestazione degli atleti di colore statunitensi Tommie Smith e John Carlos, che salgono sul podio senza scarpe e con la mano guantata di nero, a sostegno dell’“Olympic Project for Human Rights”, un movimento sorto l’anno prima per protesta contro la segregazione razziale negli USA. Si consegnavano le medaglie dei primi tre nei 200 metri. A città del Messico, però, un atleta statunitense vinse il salto in alto, con una metodica nuova. Lui si chiamava Dick Fosbury.