ALBERTO SORDI, STORIE DI UN ITALIANO
Il 15 giugno abbiamo parlato spesso di Alberto Sordi. Lui ha sempre rappresentato l’italiano medio: quello dell’Italia del dopoguerra e della Dolce Vita, sommata a quella della crisi economica. Lo abbiamo visto ne "La Grande Guerra" di Mario Monicelli o anche nei panni de "Il vigile", nell’omonima pellicola, con la divisa tirata a lucido e l’aria boriosa. Per noi appassionati di fotografia, va citato il film “Il Conte Max”, dove si fingerà nobile. La sua presenza a Cortina verrà riconosciuta per via di una fotocamera lasciata assieme ai bagagli alla reception di un grande albergo.
E’ un’Italia vera, quella che ci ha raccontato Alberto Sordi, attraverso ruoli comici e drammatici in quasi duecento film. Osservando le sue pellicole, particolarmente quelle comiche, ci si accorge come lui incarnasse quasi la caricatura del personaggio da interpretare, portandolo all’estremo. Per questo riusciva a far emergere sbalzi acuti di sentimento: dalla gioia al dolore, dalla gaiezza alla malinconia; un po’ come in “Polvere di Stelle”, uno dei sui film più celebri, recitato al fianco di Monica Vitti.
Per la scelta delle fotografie, abbiamo riflettuto a lungo. Ci sono venuti in mente molti autori, tutti grandi e famosi; ma nessuno, questa volta, riusciva a restituirci la dimensione storica che volevamo far emergere dall’Albertone romano. Nessuna bocciatura, per carità; il desiderio era quello di sgretolare un poco le tante immagini che ci appaiono pensando all’attore di Trastevere. La scena degli spaghetti o il finale de “I due nemici” sono fin troppo chiare nei nostri ricordi e quasi ne ricordiamo i dialoghi, tanto sono diventate iconiche.
La biblioteca ci ha aiutato, mostrandoci un libro di Maurizio Galimberti: “Uno sguardo nel labirinto della storia”, Edizioni Skira. Nelle prime pagine riconosciamo una scena del film “La Grande Guerra”, di Mario Monicelli, opportunamente “sgretolata” dal mosaico del fotografo. Abbiamo riletto la storia, ecco tutto; e ci è piaciuto così.