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L’ARCHITETTO DELLA MODA

Buon Ferragosto a tutti. Godiamocela questa giornata: con amici, parenti o anche assieme al vicino d’ombrellone. L’estate è al culmine e gira la boa, per cui questo giorno deve sentirci tutti partecipi, quasi abbracciati (virtualmente) lungo le coste, sui laghi o passeggiando in montagna. E’ una festa tutta italiana, quella del 15 agosto; e ha le sue origini nell’antica Roma. Nel resto del mondo è una data come le altre: meglio così.

Ricordiamo che dal 15 al 18 agosto si svolse il festival di Woodstock, a Bethel, una piccola città rurale nello stato di New York. Il mito dell’evento resta saldamente in piedi, ancora oggi. E’ quasi un festival che non finisce mai: perché la sua musica continua a circolare, a farsi ascoltare, facendosi apprezzare da generazioni sempre nuove.

Di solito il lunedì ci occupiamo della fotografia da leggere, ma ne abbiamo fatto un accenno ieri, presentando il libro di Wim Wenders. Quest’anno occorreva una sterzata improvvisa, al di là delle spiagge e dei ricordi. Così abbiamo optato per celebrare Gianfranco Ferrè, nato oggi nel 1944; che abbiamo ricordato lo scorso anno, ma brevemente, in occasione della sua scomparsa. Viveva nell’equilibrio, l’Architetto di Legnano, nella moda come nella vita, tra gli stimoli culturali che lo hanno ispirato; qualità della quale oggi abbiamo bisogno tutti.

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WIM WENDERS E LA FOTOGRAFIA

Wim Wenders è conosciuto come regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Lui però si è sempre interessato alle immagini. Quest’ultime hanno assorbito profondamente le sue attenzioni, persino di più di quanto non abbia fatto l’attività cinematografica. Prova ne è l’album - saggio pubblicato nel 1993 (“Una volta”) e la dichiarazione che lì ha rilasciato: «Perché ogni fotografia è più dello sguardo di un uomo ed è superiore alle capacità del suo fotografo». Nella copertina del libro, il regista afferma: «Ogni foto è anche un aspetto della creazione al di fuori del tempo e il poter fotografare è un atto di presunzione e di ribellione: è troppo bello per essere vero, ma è anche altrettanto troppo vero per essere bello».

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IL REGISTA DELLA PAURA

Il titolo non deve ingannare, con i film di oggi ci spaventiamo di più. I film di Hitchcock, però sono rimasti moderni, perché, per quanto inverosimili, si manifestano alla nostra vista come plausibili. La paura vera è lì: non in quello che si vede, ma per quanto potrebbe accadere a noi, magari a fine proiezione. “Gli uccelli” ne è un esempio o anche "La finestra sul cortile". Quest’ultimo film è un affresco di tecnica, che vive in due ambientazioni: un caseggiato e un piccolo appartamento, dove vive un fotografo convalescente. Sarà lui a scoprire un omicidio, inserito con cura in un palazzo che vive di tanti personaggi variegati. Ecco, sì: in questo lavoro la fotografia diventa protagonista, il che ci fa piacere ricordarlo; ma a vincere è il racconto, quello che appare come disegnato in un fumetto d’autore. Del resto, Hitchcock era fatto così: si presentava sulla scena con delle scenografie disegnate personalmente, estremamente dettagliate. Il rigore, quello di qualità, paga sempre.

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RICORDANDO GABRIELE BASILICO

Basilico è spesso abbinato alla fotografia d’architettura, anche se deve essere considerato uno dei più famosi fotografi italiani. Ha lavorato molto anche all’estero.Nel 1983, a Les Rencontres d’Arles, venne avvicinato da Bernard Latarjet, dirigente dell’agenzia statale francese DATAR, che si occupava di pianificare, o meglio di progettare, il futuro del paese sul piano dell’economia territoriale, urbana e agricola. Latarjet stava progettando una grande missione fotografica da realizzarsi dal 1984 in poi, per fare una ricognizione del paesaggio francese in un momento di grandi cambiamenti come quello del passaggio all’era post-industriale. La missione assomigliava a quella che era stata condotta negli anni ʼ30 in America, durante la grande crisi, e ancora in Francia agli inizi della fotografia. Basilico è stato il primo e unico italiano a partecipare a quella missione. Concentrandosi sulla costa atlantica della Francia e sui paesaggi balneari, nel 1990 pubblicherà le raccolte "Porti di mare" e "Bord de mer".

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