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RAY CHARLES, “THE GENIUS”

Ray Charles è stato un pioniere della musica soul, integrando R&B, gospel, pop e country per creare successi come “Georgia on My Mind”, la cover di un brano composto da Hoagy Carmichael (lo stesso di stardust), che ascoltiamo spesso, soprattutto in auto. Ne apprezziamo tutta l’ambiguità che “the Genius” riesce a esaltare: si parla di un amore o dello stato USA? Non importa saperlo, ognuno può rispondere come vuole. Rimane la magia che Ray riesce a trasferirci, quale interprete del soul.

Ray poi era il sorriso, e anche quello sguardo nel nulla nascosto dagli occhiali neri. Lo ricordiamo in una scena memorabile del film “The Blues Brothers”, quando canta “Shake a Tail Feather”. Lui interpreta un commerciante di strumenti musicali e, per dimostrare il valore di una tastiera, inizia a suonare. Un rif introduttivo, poi parte il ritmo; e la scena si apre all’esterno. Ballano tutti.

Un tragico destino giovanile potrebbe aver conferito a questo musicista un'accresciuta sensibilità, persino una maggiore attenzione nei confronti dei doni musicali ricevuti. Qualunque cosa sia stata, Ray Charles ha rivoluzionato la musica americana, diventando una leggenda.

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UN APPUNTAMENTO CON LA VITA

Ornella è sempre stata "differente", fuori dal coro, curiosa, anticonformista nella vita come nelle professioni. Donna elegante e ricca di fascino, ha guardato in avanti di continuo, forse anche inconsapevolmente; percorrendo molteplici esperienze. C’era sempre qualcosa, o qualcuno, ad aspettarla: tra musica, TV, teatro; o forse era lei ad attendere, un po’ come nella canzone, «Sto aspettando quando a un tratto ti vedrò spuntare in lontananza. Amore, fai presto, io non resisto». Nel brano si racconta la lunga attesa della persona con la quale la protagonista ha fissato un appuntamento. La speranza è che arrivi, potendo così riscattare tutto quello che ha vissuto nel passato sentimentale. Ci sono state delusioni e sofferenza; ma quando arriva la sera, ecco la scelta di tornare a casa e alla propria “triste vita”, distrutta “tra le dita” dell’amato.

Gli spettatori l’hanno ritrovata spesso, senza attendere, in Teatro o alla TV; il più delle volte rinnovata, con un cipiglio maturato con l’età. E’ rimasta la voce, unica (il titolo di un suo disco), suadente e affascinante, come quella di chi aspetta o fa aspettare.

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COME I TRENI A VAPORE

Siamo a Cremona, nel teatro Amilcare Ponchielli, compositore melodrammatico, famoso per aver composto l’opera “La Gioconda”. E’ il 1993, e Ivano Fossati tiene due concerti il 2 e il 4 marzo, con dei musicisti d’eccezione (da appassionati ricordiamo Armando Corsi alla chitarra). Ne nascono due CD straordinari, “Buontempo” e “Carte da Decifrare”, che contengono l’intero concerto. In una nota Fossati scriverà: «Le registrazioni contenute in questi album non sono state sottoposte a rielaborazioni posteriori, ma sono la fedele testimonianza, nel bene e nel male, di ciò che le nostre forze ci hanno consentito di fronte al pubblico del Teatro Amilcare Ponchielli». Gli arrangiamenti sono raffinati, suggestivi. Ivano Fossati emerge come uno degli autori più colti e completi del panorama musicale di casa nostra.

1993 vuol dire anni “novanta”, un periodo storico di grandi cambiamenti: cadono le frontiere e gli ambienti politici si sovvertono. In Italia impazza l’inchiesta mani pulite. Nonostante tutto, la musica assume toni maggiormente dignitosi; e quella di Fossati, proprio a Cremona, si propone rinnovata, convincente, dalle sonorità inconsuete, che ne esaltano le parole. Già, tutto cambia, ma “quest’inverno passerà”. “Come i treni a vapore, di stazione in stazione, e di porta in porta, e di pioggia in pioggia, e di dolore in dolore, il dolore passerà”. Come i Treni a Vapore, appunto.

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A VENEZIA VINCE LA FOTOGRAFIA

“All the beauty and the bloodshed” di Laura Poitras vince il Leone d’Oro per il miglior film al Festival del Cinema di Venezia. La regista punta l’obiettivo su Nan Goldin, fotografa e attivista contro le big pharma.

Nan Goldin è una delle fotografe più controverse del XX secolo. Lei ha impressionato il mondo con i suoi ritratti spietati e coraggiosi. La sua infanzia rimane segnata dal suicidio della sorella maggiore, all’età di diciotto anni. I genitori si rifiutano di raccontare l’accaduto: sia in famiglia, che fuori; quasi a cercare una sorta di sopravvivenza interiore. Nan Goldin sviluppa invece un’ossessione verso la ricerca della verità, per quanto difficile da affrontarsi. Documenterà la vita artisticamente, senza dimenticare la propria convinzione.

Raggiunge la fama con “The ballad of sexual dependency”, nel 1978. L’opera si compone di un consistente numero di diapositive a colori, scattate in differenti periodi, accompagnate da una colonna sonora.

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