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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da leggere”. Questa volta incontriamo “Immagini e Parole”, di Henri Cartier Bresson (Edizioni Contrasto). Si tratta di una ricca selezione delle opere di Henri Cartier-Bresson, impreziosita da interventi di scrittori, intellettuali, amici ed estimatori del grande maestro della fotografia. Nel 1988 Robert Delpire, curatore dei libri di Henri Cartier-Bresson e suo amico, decise di festeggiare gli ottant’anni del grande fotografo chiedendo a intellettuali, scrittori, critici, fotografi o semplicemente grandi amici, di scegliere e commentare una foto del maestro. Da questa idea è nata da subito una mostra, inaugurata nello stesso anno al Palais de Tokyo di Parigi, e negli anni questa serie d’immagini e parole è andata via via crescendo, con l’aggiunta di nuovi contributi e riflessioni d’autore.

Il libro è uno di quelli che a noi piace molto, con le parole legate alle immagini: com’è giusto che sia. Sfogliando le pagine, ci sembra di visitare una mostra dal vero. Percepiamo i commenti, i bisbigli, le considerazioni circa le fotografie appese ai muri. Tra i tanti visitatori, riconosciamo i “nostri” Ferdinando Scianna (che commenta una fotografia scattata in Messico nel 1934), Leonardo Sciascia, Alessandro Baricco, Mario Giacomelli; più avanti, ecco comparire Robert Doisneau e Arthur Miller. Non poteva mancare Beaumont Newhall, storico della fotografia americano. Straordinaria poi è la presenza di Milan Kundera.

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THE CONCERT IN CENTRAL PARK

19 settembre 1981. Il duo Simon e Garfunkel tiene davanti a 500.000 spettatori il concerto più famoso: "The Concert in Central Park", da cui nascerà l'omonimo album dal vivo, uno dei più bei dischi “live” di sempre (in vendita da febbraio ’82) . Il successo del concerto consacra i due musicisti tra i grandi della musica mondiale.

Nel 1980 le carriere soliste di Simon e Garfunkel stavano vacillando, ma anche la “Grande Mela” era in sofferenza, compreso il suo “polmone verde”, in forte declino. L’ultimo album del duo, “Bridge over Troubled Water”, era rimasto in vetta alle classifiche per tre anni. Un concerto gratuito avrebbe potuto rivitalizzare le sorti della coppia e anche quelle del parco. Così è stato.

Prima si era pensato a una versione tradizionale del duo, voce e chitarre, come Garfunkel avrebbe preferito; poi l’opinione di Simon prevalse su tutto: le canzoni sarebbero state arrangiate diversamente, con l’aggiunta di qualche suo brano da solista. Si arrivo così alla scaletta finale: dieci canzoni del duo, 8 di Paul Simon, una di Garfunkel, un paio di cover.

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GRETA GARBO, “FEMME FATALE”

Greta Garbo vive prima di noi, ma è stata un’icona, che spesso compare alla TV in qualche corto rappresentativo dei suoi anni. Attrice, diva, leggenda, affascina per la sua vita, spesso nascosta e clandestina, come l’uscita dal cinema e dalla scena dell’esistenza. Sfuggente e misteriosa, è bello ripercorrerne le gesta: da ragazza comune a donna fatale, dalla bottega di un barbiere a commessa nei grandi magazzini, fino alle prime pubblicità; dopo i film muti, ecco i primi ruoli di ammaliatrice, divina e intrigante.

Greta ha anche amato, tanto; e fece innamorare di sé donne e uomini di tutto il mondo: Mimi Pollak, compagna (e amante) giovanile, fino alla Dietrich, anche lei amante, amica e poi rivale.

A un certo punto, Greta volta le spalle a Hollywood e comincia il suo viaggio intorno al mondo, portandosi dietro tutto il suo mistero, da vera “femme fatale”.

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RICORDANDO GIO PONTI

Gio (Giovanni) Ponti, architetto e designer milanese, nasce a Milano il 18 novembre 1891. Si laurea in Architettura nel 1921 al Politecnico di Milano, dopo la chiamata alle armi per la Prima Guerra Mondiale.

Nel 1923 Gio Ponti partecipa alla Biennale di Arti Decorative a Monza; successivamente viene coinvolto nell'organizzazione delle varie triennali che si svolgono a Monza e Milano.

Negli anni '20 collabora con l'industria ceramica Richard Ginori, rielaborando complessivamente la strategia di disegno industriale della società. Con le ceramiche vince il "Gran Prix" all'Esposizione di Parigi del 1925. In questi stessi anni fonda (1928) la rivista "Domus", testata che non abbandonerà più, fatto salvo un breve periodo durante la seconda guerra mondiale. Sul periodico, ricordiamolo, scriverà anche William Klein durante la sua parentesi milanese. "Domus" assieme a "Casa bella" rappresenterà il centro del dibatto culturale dell'architettura e del design italiano della seconda metà del Novecento.

Gio Ponti organizza nel 1933 la quinta triennale a Milano, disegna le scene e i costumi per il teatro La Scala, partecipa all'ADI (Associazione del Disegno Industriale) ed è tra i sostenitori del premio "compasso d'oro" promosso dai magazzini La Rinascente. Nel 1936 gli viene offerta una cattedra presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, incarico che manterrà fino al 1961.

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