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DA ATTORE A PRESIDENTE

Ricordiamo il film “Ritorno al futuro”, di Robert Zemeckis. Marty McFly (interpretato da Michael J. Fox) va per caso indietro nel tempo grazie a un’invenzione del dottor Emmett Brown (Christopher Lloyd), suo amico. Dal 1985 si ritroverà nel 1955, dove incontra i suoi genitori giovani mentre è alla ricerca dello scienziato, per potere tornare nei suoi anni. Non è stato facile convincere Emmett dell’accaduto, soprattutto dopo il dialogo che riportiamo. Il dottor Brown chiede: «Dimmi, ragazzo del futuro, chi sarà il Presidente degli Stati Uniti nel 1985?». «Ronald Reagan», risponde Marty. «Ronald Reagan? È l’attore?», riprende l’altro. «E il vicepresidente chi è, Jerry Lewis? Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady e John Wayne il Ministro della Guerra!».

Nelle parole dello scienziato c’è tanto stupore, condiviso anche da chi, nella vita reale, seguiva durante gli anni ’80 le elezioni statunitensi. Già, ricordiamolo: Il 4 novembre 1980, con un risultato schiacciante oltre ogni aspettativa, gli americani eleggono presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. L’ex attore vince in 45 stati su 50, umiliando il presidente uscente, il democratico Jimmy Carter. Nonostante ciò, rimase lo stupore: poteva un ex attore di Hollywood assumere la guida della più grande potenza del mondo? Con gli occhi di oggi, ci rendiamo conto come le elezioni USA degli anni ’80 costituirono un evento in anticipo con i tempi. Anche in altre parti del pianeta si sarebbero visti entrare in politica personaggi al di fuori dell’ambiente. E poi, a Reagan non sono mancate le tappe d’avvicinamento alla Casa Bianca. La sua è una storia tutta americana. Nasce a Tampico, nello stato dell’Illinois, il 6 febbraio del 1911. Cresce quindi nel Midwest, cuore pulsante della cultura stelle e strisce. Dopo aver lavorato nel cinema, nel 1966 Ronald Reagan fu eletto governatore della California con un margine di un milione di voti; fu rieletto nel 1970. La via per la Casa Bianca era ormai tracciata.

Di Reagan verranno ricordate la spinta di ottimismo e la modernizzazione che seppe infondere negli USA e in tutto l’occidente. Lui è anche il presidente che seppe vincere il comunismo e la Guerra Fredda senza eventi bellici, come amava ricordare Margaret Thatcher.

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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con la “Fotografia da leggere”. Questa settimana incontriamo un libro sontuoso, ricco, corposo, imperdibile potremmo dire. Si tratta di: “Fotografia, la storia completa”, a cura di Juliet Haching; Atlante Editore (2013).
Il volume può essere approcciato anche con una semplice consultazione periodica, questo per dire che ci è permesso tenerlo sul comodino o nel luogo dove ci occupiamo della nostra passione. L’indice è suddiviso in capitoli, per periodi storici: L’età sperimentale (1826-1855), Il commercio e l’arte della fotografia (1856-99), La fotografia e la modernità (1900-45), Dal dopoguerra alla società permissiva (1946-76), dal postmodernismo alla globalizzazione (1977-oggi). Il tutto è arricchito da un glossario e un indice analitico, sempre apprezzato quando si cerca qualcosa.

Leggiamo nella prefazione (a firma David Campany): «La fotografia ha dimostrato di avere più vite di un gatto […]. Per oltre un secolo, la fine del medium è stata annunciata regolarmente. Prima la minaccia sembrava venire dal cinema, poi dalla televisione […]; poi arrivate, quasi simultaneamente, la fotografia digitale e internet, a decretare non certo la fine dell’immagine fissa ma, al contrario a inflazionare l’ambiente d’immagini ripetitive e scadenti. La fotografia però si è dimostrata imprescindibile e quanto mai adattabile, fino a far pensare che alla sua base vi sia non solo questa o quella tecnologia, ma un insieme assai variabile di caratteristiche difficilmente riproducibili da altri mezzi».

Nelle ultime parole della prefazione troviamo queste parole: «La fotografia esercita un forte richiamo perché è al tempo stesso un simulacro del passato e un passaporto verso il futuro. Interrogarsi su di essa (soprattutto storicamente (n.d.r.) significa dotarsi di strumenti significativi mentre ci si avventura in tutti gli aspetti del reale che essa ha toccato e contribuito a trasformare».

Il libro, come dicevamo, è quasi da avere per forza. E’ interessante il fatto come ogni capitolo sia accompagnato dalla descrizione di alcune fotografie storiche e iconiche, che facilitano la lettura.

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BIANCANEVE E I SETTE NANI

4 Febbraio 1938. Nelle sale cinematografiche statunitensi esce il film Biancaneve e i sette nani. L'anteprima si era tenuta il 21 dicembre dell'anno precedente.

Una regina cattiva ordina al suo cacciatore di uccidere Biancaneve, perché lo specchio parlante l’ha definita la più bella del reame. La ragazza fugge. Aiutata dagli animaletti del bosco, arriva alla casa dei sette nani, e lì si addormenta. Eolo, Mammolo, Pisolo, Brontolo, Dotto, Gongolo e Cucciolo la accolgono e la proteggono. Quando la regina, trasformatasi in strega, arriva per ucciderla con la mela avvelenata, i nanetti inseguono la cattiva che precipita da un burrone. Biancaneve, è vegliata dai suoi amici come morta, ma torna in vita quando viene baciata dal giovane principe innamorato.
Basato sull'omonima fiaba dei fratelli Grimm, è il primo lungometraggio di Walt Disney, uno dei titoli che fanno parte della leggenda vivente del cinema.
La pellicola, sicuramente dolciastra, ha resistito nel tempo, rendendo felici diverse generazioni. Il merito è anche della colonna sonora, con le celebri canzoni come “Impara a fischiettar”, “Ehi Ho!” e “Il mio amore un dì verrà”.

Il film permette un aggancio con la fotografia, perché, nel 2007, la Disney ha contattato Annie Leibovitz perché ritraesse un gruppo di celebrità di prim'ordine mentre vestono i panni dei classici personaggi Disney, in una serie di immagini promozionali per i Parchi Disney. I Disney Dream Portraits hanno avuto un tale successo che il lavoro della fotografa è continuato fino al 2014.
Beyoncé Knowles, Scarlett Johansson, David Beckham, Jennifer Lopez, Gisele Bündchen e tante altre celebrità sono finite davanti l’obiettivo della Leibivitz. Tra l’altro, guardando l’elenco delle persone famose ritratte, ci si stupisce del fatto che sia stato chiamato a posare il tennista Roger Federer nei panni di Re Artù (La Spada nella Roccia).
La scelta dei protagonisti dei diversi scatti non si è soffermata solo sulla somiglianza fisica, ma in ognuno dei soggetti la fotografa ha visto i tratti dei personaggi Disney: per indole caratteriale e per quanto rappresentano come personaggi al cospetto dei fan.
Per Biancaneve e i sette nani Annie Leibovitz ha scelto Rachel Weisz.

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ALVAR AALTO, L’UMANITA’ DEL PROGETTO

Il 3 febbraio 1898 nasce l’architetto Alvar Aalto. La sua reputazione internazionale si basa ancora oggi su una miscela distintiva di modernismo e raffinatezza.
Il lavoro dell’architetto finlandese esemplifica il meglio dell'architettura scandinava del XX secolo. E’ stato uno dei primi a discostarsi dai disegni rigidamente geometrici comuni al primo periodo del movimento moderno. Ha utilizzato forme complesse e materiali vari. Raggiunse una reputazione internazionale grazie ai suoi oltre 200 edifici e progetti, dalle fabbriche alle chiese, alcuni dei quali costruiti fuori dalla Finlandia.

A Riola, nel Comune di Grizzana Morandi, in provincia di Bologna, sorge l’unico esempio in Italia di architettura ecclesiastica progettato dal grande architetto finlandese Alvar Aalto: la chiesa di Santa Maria Assunta. Tra l’altro, si tratta dell’ultimo progetto al quale l’architetto si è dedicato!

Tutto nasce da un incontro tra il Cardinale Lercaro (arcivescovo di Bologna dal 1952 al 1968) e Alvar Aalto, avvenuto a Firenze il 19 novembre 1965, alla fine di una giornata nella quale si era chiuso il Concilio Ecumenico. Lercaro propone, così Aalto acconsente all’idea di affrontare nel bolognese il tema della chiesa parrocchiale cattolica. Il 3 dicembre 1966, l’architetto presenta a Bologna il suo progetto.
Le vicende si complicano e in più passano gli anni. Aalto muore nel maggio del 1976, prima di aver saputo dell’apertura del cantiere per i lavori. Lercaro è solo un po’ più fortunato: vive quel tanto che basta per sapere che il giorno 11 settembre 1976 la gente di Riola, dopo il montaggio dell’ultima arcata, ha salutato con un grande applauso la nascita della chiesa.

Il 17 giugno 1978, il nuovo Arcivescovo di Bologna Cardinale Antonio Poma benedice la chiesa e celebra la Santa Messa. Il momento verrà definito come “L’avvenimento tra i più significativi nel campo dell’architettura religiosa del nostro tempo”.

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