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IL PRINCIPE DI SALINA

Per parlare di Burt Lancaster non possiamo dimenticare il suo ruolo nel film “Il Gattopardo”, quello di Don Fabrizio Corbera, principe di Salina. La pellicola (1963), tratta dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, era diretta da Luchino Visconti (1963). Ne abbiamo parlato con Giovanni Gastel, nipote del regista. Ci ha detto: «La pellicola è stata girata in presa diretta, per cui ogni attore parlava la sua lingua». «Negli USA la versione doppiata non fu accolta benevolmente. Andò meglio l’originale. Claudia Cardinale fu costretta a parlare lingue differenti a seconda degli attori. Fu difficile la scelta di Burt Lancaster, abituato com’era ad altri generi; poi l’attore disse che incarnare il principe risultò abbastanza semplice, perché bastava seguire le indicazioni di Luchino».
Il fotografo ha aggiunto: «I costi del film aumentavano in continuazione e la Titanus ebbe delle difficoltà economiche. Famosa, nel film, è la scena del ballo, che in molti volevano fosse tagliata. A opporsi è stato Palmiro Togliatti, che Luchino aveva conosciuto durante la prigionia. Luchino era vicino alla sinistra e anche ai temi sociali, quelli che volgevano al cambiamento». Il film vinse la Palma d'oro come miglior film al 16º Festival di Cannes.

Lancaster univa la fisicità al talento recitativo, il che gli ha permesso di sedurre il proprio pubblico. In Da qui all'eternità (1953), l’attore e Deborah Kerr hanno creato una delle scene più iconiche nella storia del cinema con la loro scena d'amore sulla spiaggia: estetica e qualità interpretative emersero insieme.

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ALDO FABRIZI, FIGLIO DI ROMA

Aldo Fabrizi è stato un attore, regista, sceneggiatore e comico italiano, conosciuto nel mondo per il ruolo dell'eroico prete in “Roma città aperta” di Roberto Rossellini e come partner di Totò in numerose commedie di successo.

Aldo Fabrizi è stato un figlio prediletto di Roma, città della quale ha raccontato vizi e debolezze, con un umorismo disincantato, dissacrante e tagliente, accompagnato da una flemma intelligente e arguta. Prendeva in giro tutto, a iniziare da se stesso, per via sul suo fisico corpulento. Del resto, non ha mai nascosto la passione per il cibo, e soprattutto per i piatti tipici della cucina romana. La sua era una voce di popolo, di quei ceti dai quali proveniva e che ha sempre amato. Lui ha incarnato personaggi diventati tipici e iconici, proposti prima a teatro, poi in TV: il vetturino il cui cavallo lo batte in fatto di stanchezza, il tranviere contro il quale tutti i passeggeri si accaniscono, o il cameriere dai piedi stanchi. Fabrizi esprimeva una satira delicata sulla romanità, ma ancor più in generale sull'uomo qualunque del suo tempo.

Ai tempi dei cineforum, ci fecero vedere “Avanti c’è posto”, dove Aldo Fabrizi era protagonista e sceneggiatore (assieme a Cesare Zavattini). Su un filobus affollato, la cameriera Rosella viene derubata del denaro che le era stato dato dalla padrona per pagare l'affitto. Cesare, il bigliettaio (Aldo Fabrizi), l'aiuta a trovare un nuovo alloggio e un altro lavoro. Cesare s’innamora di Rosella che, però, è attratta da Bruno, amico di lui. I due amici finiscono per litigare. Per Aldo Fabrizi si tratta di una pellicola d’ingresso, ben interpretata; ma andrebbe vista ancora oggi per molte altre qualità.

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I PROGETTI DI HERLINDE KOELBL

Herlinde Koelbl (nata il 31 ottobre 1939 a Lindau) è un'artista fotografica, autrice e regista di documentari tedesca.
Il suo vasto lavoro è caratterizzato soprattutto da progetti fotografici a lungo termine, spesso integrati da interviste approfondite. Lei è particolarmente interessata alla creazione di ritratti di ambienti e persone. Herlinde Koelbl ha ricevuto numerosi premi per il suo lavoro fotografico. Dal 2009 lavora regolarmente come autrice e fotografa per la rivista ZEIT nella sezione “What Saved Me”.
Parlare di Herlinde Koelbl vuol dire aprire lo sguardo con attenzione sulla fotografia al femminile. Nel mondo selettivo dell’immagine (scattata) di qualità, le donne hanno sempre recitato un ruolo marginale rispetto agli uomini, per numero e notorietà, per quanto quelle poche dotate di vero talento, caparbietà, intuito e determinazione, a oggi siano riconosciute quali punti fermi nella storia della fotografia.

Abbiamo già parlato del lavoro della fotografa Herlinde Koelbl, che abbiamo avuto la possibilità di visionare presso il MAST di Bologna, nel gennaio 2020. Lei aveva preso in esame alcuni personaggi politici a partire dal 1989. Si era concentrata a lungo su Angela Merkel, e a Bologna ha presentato 9 scatti in bianco e nero, ottenuti in momenti diversi, relativi alla vita della donna politica tedesca. Quello che ci sorprese, nei nove ritratti, è stata l’estrema coerenza l’uno con l’altro, come dire: la Merkel è rimasta sempre se stessa, anche quando l’acconciatura dei capelli la faceva assomigliare a uno dei Beatles. Pure lo stile nel vestire non si era modificato nel tempo, come il modo di presentarsi di fronte l’obiettivo: stessa espressione, stesso sguardo, stessa posa. Certo, erano riconoscibili i momenti “storici” della sua vita, da quello della giovane comunista in poi; ma l’immagine da lei proposta aveva conservato una sorta di stabilità, che forse ha costituito la sua forza. Il popolo votante ne aveva bisogno e Angela l’ha sempre rappresentata, esprimendo il proprio tempo con coerenza.

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LA LUISA DEI BACI

Quella di Luisa Spagnoli è una storia italiana che ci piace. Lei ha lasciato il segno nel mondo della moda, ma ha anche inventato i “Baci Perugina”, i famosi cioccolatini con la nocciola intera circondati da gianduia e avvolti in una breve poesia d'amore: uno dei più conosciuti, consumato in ogni periodo dell'anno in tutto il mondo.

Luisa Spagnoli, come donna, è annoverata tra le figure femminili più influenti del primo Novecento italiano, un periodo storico durante il quale l'imprenditoria era del tutto maschile. Oltre ad aver creato il famoso “Bacio” Perugina, la caramella Rossana e la tavoletta di cioccolato Luisa, ha introdotto l’asilo nido aziendale e tutelato il diritto all’allattamento in fabbrica. La sua straordinaria vita ha anche ispirato una miniserie televisiva in due puntate, tramessa nel 2016 su Raiuno.

Se fosse nata oggi, Luisa Spagnoli occuperebbe sicuramente le copertine di decine di riviste e diventerebbe un hashtag di tendenza su Instagram o un trending topic su Twitter. Lei è stata un’imprenditrice di successo in ben due settori, la gastronomia e la moda, che almeno in apparenza hanno poco da spartire: anche questa è un’eccellenza.

Rimangono poi i bigliettini, quelli incartati con i famosi baci. Li abbiamo letti spesso, magari in compagnia, con un senso di attesa. L’idea di realizzarli è nata dall’amore esploso tra Luisa e il socio Giovanni Buitoni. Lui aveva l’abitudine di lasciare piccoli biglietti d’amore con i suoi affetti in giro per la fabbrica affinché la donna li trovasse. Da lì è nata l’ispirazione.

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