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IL CIELO DI AMELIA EARHART

Abbiamo già parlato di Amelia Earhart, nel 2021; per celebrare la sua trasvolata atlantica (prima donna). Ai tempi ricordammo come l’aviatrice venisse evocata nel film “Una notte al museo 2 – La Fuga”, del 2009, nell’interpretazione dell’attrice di Amy Adams.

Leggendo la sua vita, si scopre come il cielo fosse l’habitat di Amelia. Dopo le tante sfide vinte e i numerosi record superati (al femminile, ovviamente), l’aviatrice vuole l’ultimo traguardo: il giro del mondo. A 7000 miglia dall’arrivo, il suo aereo si perde nel nulla. Lo si cerca invano per anni. Nonostante le molte teorie, non esiste alcuna prova del destino di Earhart. Non c'è dubbio, tuttavia, che il mondo ricorderà sempre Amelia Earhart per il suo coraggio, la sua visione e i suoi risultati rivoluzionari: sia nell'aviazione, che per le donne. In una lettera al marito, scritta nel caso in cui un volo pericoloso si fosse rivelato l'ultimo, il suo spirito coraggioso era chiaro: «Per favore, sappi che sono abbastanza consapevole dei rischi», ha detto. «Voglio farlo perché voglio farlo. Le donne devono cercare di fare le cose come hanno provato gli uomini. Quando falliscono, il loro fallimento deve essere solo una sfida per gli altri».

Per molti, Amelia vola ancora nel suo cielo.

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STEPHANIE SEYMOUR, LA BELLEZZA E IL MISTERO

Un’altra Top Model, sembra un destino omologato: il fotografo e la modella, come vuole Blow up. In realtà, tutto parte molto prima; ma di mezzo c’è sempre stata la fotografia, come linguaggio e strumento di relazione. Che poi siano nate le dive del ‘900, poco importa. Lo voleva il mercato, la domanda, il gioco delle redazioni. E loro, le Top, si sono trovate nel mondo dorato del fashion, dove la consapevolezza cresceva con le copertine dei magazine famosi. Per quanto standardizzate, e ricercate, anche le modelle esprimevano una soggettività propria, spesso indagata dal fotografo che le voleva. Così arriviamo a Stephanie, bella anche lei, ma misteriosa: sempre. Ha vissuto una vita da fiaba, che è riuscita a macchiare con una condotta spesso disordinata, ma voluta con forza. Cover da in lato e Playboy (e i nudi) dall’altro, il tutto senza paura e nemmeno un rimpianto. Anche perché quel mistero è sempre rimasto invalicabile in ogni suo volto fotografato. Una qualità? Bah, forse solo una caratteristica, comunque singolare. Bene così.

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RICORDANDO GUARESCHI

Il 22 luglio 1968 muore a Cervia Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi. Nato a Fontanelle di Roccabianca, in provincia di Parma, il primo maggio 1908, è stato scrittore e giornalista, ma anche un ottimo disegnatore di caricature umoristiche. Ha venduto oltre 20 milioni di libri in Italia e nel mondo. La sua creazione più famosa è “Don Camillo”, il robusto parroco che parla col Cristo dell’altare maggiore. Il suo rivale è il sindaco comunista del paese, l’agguerrito Peppone, diviso fra il lavoro nella sua officina e gli impegni della politica. Tra i due, però, vive una stima profonda, che nasconde una fervida amicizia.

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RUSSELL LEE, FOTOGRAFIA E DOCUMENTAZIONE

Il fotografo Russell Lee (1903–86) è noto soprattutto per il suo lavoro con la Farm Security Administration (FSA). La sua carriera fotografica si estende dal 1935 fino al 1973. Ha lavorato per il più grande progetto di documentazione federale nella storia degli Stati Uniti, ed è stato durante questo periodo che ha fotografato diverse centinaia d’immagini circa il confinamento dei giapponesi americani tra la primavera e l'estate del 1942.

Non è molto conosciuto, ma il suo lavoro è stato imponente. Diciamo che forse gli sono mancati gli scatti iconici, al contrario di tanti suoi colleghi della FSA. Ha garantito continuità alla sua fotografia, e consistenza. Per questo deve essere ricordato e stimato, rileggendo a fondo il senso delle sue immagini.

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