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DUCHAMP, MAN RAY, BRESSON

Oggi celebriamo la nascita di Marcel Duchamp, ma nel titolo abbiamo abbinato i nomi di Man Ray e Henri Cartier Bresson. Di mezzo c’è la fotografia, è ovvio, e anche il surrealismo; ma la scelta è nata dall’invidia, dal desiderio di esserci in quella Parigi, a Montparnasse, e poi anche a New York. Come è accaduto a "Gil" Pender nel film “Midnight in Paris” con altri personaggi famosi, sarebbe stato bello incontrare Duchamp e Man Ray durante una partita a scacchi, ascoltarne i discorsi, meravigliarsi delle loro opere appena nate; e poi vedere Henri Cartier Bresson mentre ritrae i due nella Parigi del ’68, immortalandoli nell’istante decisivo. No, il sogno non si può avverare, per cui dobbiamo accontentarci dell’eredità lasciataci dai tre, talmente imponente che il nostro intervento odierno rischia di apparire addirittura irrilevante. Poco male, ubi maior …

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MARIA GRAZIA CUCINOTTA, CORAGGIO E DELICATEZZA

E’ bella, Maria Grazia Cucinotta; e molti l’hanno definita mediterranea. Non desideriamo criticare i giudizi di nessuno, ma crediamo che gli “spot” abbiano contribuito a connotare l’attrice come “italica”, facendo sì che ereditasse uno spazio occupato prima dalle Loren e Lollobrigida. Il suo impatto s’impone, per carità; ma travolge anche il suo modo di dedicarsi senza sfrontatezza e nemmeno presunzione, col coraggio di chi vuole dire la sua, pacatamente. Nella pellicola “Il postino” emerge tutto questo, con pure una rassegnazione al destino, che è poi una regola di vita. Maria Grazia è una donna del suo tempo, con forse un po’ di Sicilia addosso. Già, quell’aspetto non lo si può cancellare; ma rappresenta un valore aggiunto di verità tra coraggio e delicatezza.

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MICK JAGGER, “L’EVERGREEN”.

Il 26 luglio è un giorno di grandi compleanni, almeno per noi. Nascono: Elliott Erwitt (1928) e Stanley Kubrick (stesso anno). Di loro ci siamo già occupati, ma oggi è giusto ricordare anche Francesco Cossiga (sempre 1928), George Bernard Shaw (1856) e Sandra Bullock, l’attrice (1964). In un panorama già vasto, esce anche il nome di Mick Jagger, l’evergreen della musica e non solo.

«C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones», così cantava Gianni Morandi negli anni ’60; e non c’è dubbio che entrambi i gruppi abbiano occupato il loro tempo apponendovi la firma del cambiamento epocale. Resta il fatto di come gli Stones siano stati maggiormente musicisti, sempre in tour, legati dal pentagramma e dalle contaminazioni musicali. Sono poi entrati nel terzo millennio autorevolmente, con un album, “A Bigger Bang”, riconoscibile per stile e sonorità.

Mick Jegger, con Keith Richard, è il padre dei Rolling Stones, riuscendo a diventarne l’icona. Magrissimo, sempre uguale (beato lui), si esalta sul palco: oggi come allora. Anche questo è un merito.

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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con la fotografia da leggere. Questa volta incontriamo un romanzo, dove la fotografia diventa quasi una voce fuori campo, che conferma, suggerisce, fungendo da contrappunto alle riflessioni di otto figli, invitati dal padre a festeggiare il suo ottantesimo compleanno.

Il libro è “Camera Oscura”, di Günter Grass (Giulio Einaudi Editore, 2009).

pLa fotografia, almeno qui, è trattata per come noi la consideriamo: un elemento oggettivo e significante, che vive anche nel tempo del cassetto, sempre disponibile a farci commuovere, gioire, sorprendere.

Nelle due fotografie a corredo, la prima riguarda la nostra Box Camera, acquistata, per pochi soldi, in un mercatino rionale. Non l’abbiamo mai usata, ma nel maneggiarla percepiamo il peso delle storie raccontate, finite forse in qualche scatola che ancora esiste. La domanda che scaturisce, poi, è sempre quella: la fotografia può avvicinare la felicità? Probabilmente, sì: già nel gesto, all’inizio della ricerca, quando si vuole raccontare. Tutto sta a comprenderne il senso, con responsabilità. Quella stampa che esce dal cassetto non rappresenta un elisir, tantomeno un linimento; può far sorgere quel brivido che alle volte è difficile afferrare, ma che almeno offre un senso alla stessa esistenza.

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